NoteVerticali.it_BananaYoshimoto_Il lagoChihiro è una trentenne, una pittrice di murales. Nakajima è un ricercatore di medicina. Apparentemente non hanno nulla in comune, se non una visione della loro vita passata in bilico tra la realtà e la irrealtà, che li vedrà condividere qualcosa di più di un mero affetto tra due persone.
Dopo la perdita della madre, Chirio si rifugia a Tokio, per scappare dal morboso clima del piccolo centro della provincia. In una grande città gli individui si disperdono, trovando conforto semplicemente in un barlume di luce appena visibile dalla finestra di fronte. Proprio dietro quella luce si nasconde un’altra storia, quella di Nakajima. Un ragazzo dedito allo studio, forse anche un po’ strano per il suo aspetto non convenzionale e la sua incapacità di vivere fino in fondo i propri sentimenti. Entrambi con un passato, come tutti del resto, ma con la quale stentano ancora a confrontarsi. Mino e Chii, sono invece fratelli, amici di Nikajima. Risiedono in una casa sul lago, che appare come distante dal mondo tangibile, in un luogo percepito come al di fuori da ogni dimensione reale dello spazio e del tempo. Una condizione questa, che si riflette anche nel loro rapporto reciproco che va al di là di un semplice legame parentale. Queste quattro individualità finiranno per incrociare le loro strade. Chiriro e Nakajima intraprenderanno quindi un viaggio, che grazie al potere dei ricordi, scaverà fino in fondo alle loro personalità fino alle origini delle proprie paure, per poter scoprire infine di essere innamorati.

Banana Yoshimoto, classe 1964, scrittrice prolifera e ormai all’apice della sua carriera, arriva in Italia con un nuovo romanzo. Il lago è una vera storia d’amore, senza però i classici cliché romanzati di un ragazzo che si innamora di una ragazza. L’incontro dei due personaggi avviene in un momento della loro esistenza in cui tutto non può apparire più buio. Chiriro perde l’amata madre, figlia di una famiglia non convenzionale, fugge letteralmente dal padre e dal piccolo paese per immergersi in una vita lontana dagli occhi indiscreti e i giudizi affrettati dei soliti “abitanti ficcanaso” e in questo l’autrice inserisce anche una velata critica alla società giapponese soprattutto nei confronti dei paesi di provincia. Nakajima è un ragazzo misterioso, ma non nel senso “tenebroso” del termine. Anche se perennemente chino sui libri, caratterizzato da un aspetto ingobbito che lo dimostra, la sua chiusura nei confronti del mondo non è dovuto esclusivamente allo studio, che diventa piuttosto uno scudo che usa per proteggersi dai sentimenti, quei sentimenti che aprono porte sigillate di cui non vogliamo scoprire il contenuto presente dall’altra parte. È quindi “giudicato strano” anche dalla stessa Chiro che ha paura di scavare nella sua storia, che non vuole invadere il suo spazio se non su sua richiesta.
Banana YoshimotoLa paura del passato costringe i due protagonisti ad incrociarsi e iniziare a conoscersi. Mentre la loro vita procede, com’è giusto che sia, inizieranno a venir fuori i pezzi di un puzzle, che è la loro storia passata e che deve essere ricostruito. Ad aiutarli Mino e Chii, due personaggi che la Yoshimoto non ha paura di usare, per quanto possano sembrare a tratti frutto di una fantasia, a tratti inquietanti. Entrambi infatti condividono con il nostro protagonista qualcosa di importante, di cui lui ha terribilmente paura e che non permette di vivere i suoi sentimenti come vorrebbe e come le persone accanto a lui meriterebbero.
A far da sfondo (anche se non predominante), un lago. Un lago che ha la funzione vera e propria di uno specchio attraverso il quale le dimensioni dello spazio e del tempo vengono deviate, riportando al passato. Un lago che immobile osserva il passare del tempo, che evolve con le stagioni, passando dalla desolazione dell’inverno al tappeto di fiori di ciliegio che lo colorano in primavera.
NoteVerticali.it_BananaYoshimoto_2Con Il lago la Yoshimoto, scritto circa dieci anni fa, racconta una storia d’amore che non analizza il mero sentimento superficialmente, ma scava nel profondo. Fin dall’inizio i due protagonisti non appaiano “convinti”, coinvolti, ma piuttosto sono impauriti. Non si sentono attratti (come due calamite e come avviene di frequente tra due persone in una storia d’amore) fisicamente o intellettualmente, ma vivono un rapporto singolare e del tutto inconsueto se paragonati a quelli più “comuni”. I fantasmi del passato li perseguiteranno dalle prime fino alle ultime pagine del romanzo. “La sensazione di aver danzato con i luoghi, la terra, liberando il corpo e la mente..per poi pronunciare il mio addio e andare altrove“: è questo che prova Chiriro quando dipinge, un atto che trova di sufficienza nei riguardi del suo lavoro, ma che in realtà rispecchia la volontà di vivere anche se con la consapevolezza di dover un giorno dire addio.
Come di consueto per la scrittrice giapponese, amore, amicizia, morte, famiglia, diventano i veri protagonisti della storia. Schemi già proposti e cari a quest’ultima, ma che con Il lago, trovano un’espressione di semplice scoperta di valori fondamentali e immancabili nella vita di ognuno.

Di Suhail Ferrara

Palermitana di origini asiatiche. Amore per il cinema, le istantanee e le storie. Scrive per dar voce alle sue passioni e vivere la vita è la sua aspirazione più grande. “Carpe diem” il suo motto.