A distanza di quattro anni da “Unica”, Antonello Venditti torna con un nuovo album di inediti, “Tortuga” già stabilmente al primo posto nella classifica degli album più venduti su Itunes e Amazon. Anticipato dal singolo “Cosa avevi in mente”, Tortuga è il diaciannovesimo album di Venditti e prende il nome da un bar del quartiere Trieste di Roma, che si trova di fronte al liceo Giulio Cesare. Il bar era negli anni in cui il cantautore romano frequentava la scuola, un punto di ritrovo per i giovani per bene e non.
Già il 26 marzo, Antonello annunciava su Facebook la fine della registrazione dell’album:
“Cari ragazzi e ragazze TORTUGA e’pronto!!!Ora tutti all’Olimpico,vi aspettiamo!!!!Venite preparati…..Antonello!”
L’entusiasmo che caratterizza Venditti lo riscontriamo anche all’interno dell’album tra l’altro registrato interamente nello studio “The Villa” alle porte di Roma. Passiamo alle canzoni dell’album. Nove inediti e una produzione personalmente curata dallo stesso Antonello e da Alessandro Canini. “Cosa avevi in mente” è un brano dedicato indubbiamente ad amore tormentato . Le sonorità sono pienamente in stile Venditti, ci troviamo di fronte ad un bel brano pop. Il testo è molto bello: “Cosa avevi in mente quando ti sei ripresa tutti i tuoi giocattoli/e ti sei tolta le scarpe/e hai inseguito gli scoiattoli/e ti sei bevuto un intero inverno barcollando al ritorno/e una rosa sul polso/e una croce sul petto…L’amore è un rito pagano/per raccontare domani a tua figlia chi eri.” Classica ballad in stile Venditti è anche “Tienimi dentro te”, in cui protagonista è il sax anche se non è difficile immaginarla solo piano e voce. Il testo del brano sembra facilmente collegabile alla tematica sentimentale che non manca mai quando si parla di Venditti. Sulla stessa linea è il brano “Non so dirti quando” che però descrive un tipo di affetto diverso cioè quello di Venditti nei confronti di Alessandro Centofanti, amico di sempre e pianista da poco scomparso che ha tra l’altro suonato quasi tutti i brani dell’album.
Sempre sulla tematica amorosa è incentrato il brano “L’ultimo giorno rubato” in cui Antonello esorta chi viene lasciato a pensare più a se stesso e alle proprie priorità. Così una parte del testo: “Quanti giorni mi hai rubato senza che me ne accorgessi/quanti ne hai restituiti dopo averli fatti a pezzi./Non ha più significato il nome che ti ho dato/ricomincio dall’ultimo giorno rubato“. Le tematiche presenti all’interno delle canzoni di Venditti, attingono molto spesso da situazioni vissute in prima persona e da riflessioni che il cantautore ha sviluppato nel corso del tempo. È per questo motivo che i testi di Antonello sembrano adattarsi perfettamente a situazioni che chiunque potrebbe aver vissuto. Dal punto di vista musicale, Venditti riesce a passare da uno stile all’altro alternando brani specificamente pop, ad altri molto più rock e movimentati. Tutto ciò rende Tortuga uno dei lavori più completi del cantautore romano. Pezzi più movimentati sono ad esempio “Nel mio infinito cielo di canzoni” le cui sonorità pop-rock colpiscono perchè non sono propriamente nello stile di Antonello. Altro brano che colpisce purtroppo in negativo è “Ti amo inutilmente” perchè è completamente costruito in studio e si fonda su sonorità elettro/dance veramente inconsistenti e inconcepibili per un autore del calibro di Antonello. La voce di Antonello si fa deforme e grottesca e purtroppo neanche il testo salva il pezzo: “Io ti amo mio grande amore, io ti amo mi scoppia il cuore/dentro te io mi sono perso, e ti giuro non è uno scherzo“.
Strumentazione elettronica è anche quella che caratterizza la parte iniziale del brano “Attento a lei” che però poi si dirotta verso melodie pop. Non manca poi uno sguardo al passato con i brani “Tortuga” e “I ragazzi del Tortuga” che confermano la vena pop-rock dell’album e il sentimento di malinconia per il passato, sempre presente nei brani di Venditti. Il disco merita sostanzialmente una valutazione positiva. Certo è lontano dai fasti dei vecchi album di Antonello, ma comunque si tratta di una bella prova.
Antonello Venditti – Cosa avevi in mente