E’ un tempo sbandato, quello che stiamo vivendo. Un tempo che sa di natura liquida, dove tutto sembra mutare e crollare, senza apparenti certezze e stabilità, travolte dalla violenza dei social e dall’ignoranza che si fa arroganza calpestando il valore della qualità con il peso della quantità. Lo racconta bene Vincenzo Greco – musicista con oltre trent’anni di esperienza e, fuori dai contesti artistici, docente Luiss e dirigente del Viminale – che con il suo pseudonimo Evocante presenta Di questi tempi, un disco che, per una serie di ragioni, stravolge equilibri. In primis perché è un lavoro di denuncia, la denuncia sociale che riprende quella storica della musica cantautorale, che oggi, appiattita dallo scorrere conciliante della radio dove le note si impastano con le parole e dall’isolamento delle piattaforme digitali, dove l’ascolto si disperde in un universo di celle vuote, sembra risuonare quasi senza eco. Evocante si fa portavoce del significato del proprio nome, e rievoca quella stessa denuncia sociale, attraverso brani che musicalmente si rifanno al rock. Un rock d’invettiva, che grida con forza il proprio disallineamento dalle illogiche imperanti, con chitarre distorte e sax che costruiscono l’onda lunga dell’eco di protesta. Un grido in cui è facile riconoscersi, contro le dissonanze dei social e le derive autarchiche di chi, dietro una tastiera, si fa forte nell’esprimere un’opinione non richiesta e anzi caricandola spesso con vivido livore (“Quello che mangi lo metti in piazza, quello che odi lo metti in piazza, quello che vivi lo metti in piazza, se non lo vivi lo metti in piazza, se non lo pensi lo metti in piazza…”, come si ascolta in In piazza, primo singolo estratto dall’album).
“Di questi tempi dimmi cosa puoi salvare, di questi tempi dimmi cosa ricordare” è la domanda che risuona in modo preoccupante nella titletrack, dove musica e testo sentono fortemente di pagare il proprio tributo artistico a Franco Battiato, mentore indiscusso di Greco. Echi del maestro catanese ce ne sono tanti, è vero, sia nelle liriche che nelle musiche dei brani. Ma non si tratta affatto di scimmiottamenti o di imitazioni trash, né di riff piazzati per accontentare l’ascoltatore nostalgico. L’omaggio più grande che Greco fa a Battiato sta invece nel cercare di percorrerne i passi guardando all’infinito dall’infinitamente piccolo delle cose di tutti i giorni, delle sensazioni, delle atmosfere, dei sentimenti. In questo senso, Raccontami di te è forse la canzone più ispirata del lavoro, a partire da quel voler “andare in cerca di reconditi significati, ricordi inenarrabili come le foglie che attraversano stagioni con la stessa inconsapevolezza dei bimbi che attraversano la strada con l’allegria dell’ordine prescelto delle cose” che, accarezzato dal piano, rende giustizia alla calma dell’universo. Un brano che avrebbe potuto chiudere il disco, e che invece lo apre, e sembra presagire suoni e ritmi ben più delicati e leggeri rispetto a quelli nei quali poi ci si imbatte. E’ l’eterno dilemma tra umano e divino, tra peccato e rigenerazione, tra sozzura e catarsi, che dilania l’anima dell’uomo, in balia tra i richiami celesti e le pastoie terrene. Evocante, “figlio di questo tempo odiante” (come canta in Io contro tutti) lo sa bene, e si schiera in prima linea. Piuttosto che astrarsi, combatte. La sua arma, lo ribadiamo, è la denuncia sociale. Sotto accusa la massa che trasforma le persone in gente, che si lascia travolgere dalle tentazioni nazional-general-populistiche (Persongente), ma anche la modernità, la tecnologia, l’informatica che rende comode le vite e cancella il tempo e la memoria (Non c’è più tempo). In brani come questi il rimando musicale è all’esperienza dei CCCP-CSI: da Giovanni Lindo Ferretti, Evocante sembra ereditare un dire profetico che resta pietrificato in una canzone che non può dissolversi senza restare.
Ecco, Di questi tempi è un disco che resta. Un disco di cui sentivamo il bisogno. Un disco che non tramonterà e che saremo curiosi di veder rappresentato presto live dal gruppo Evocante live, incarnato, oltre che dallo stesso Greco (chitarra elettrica, pianoforte, synth e voce), anche da Luigi Feldmann alla batteria, Luca Silvestri alla chitarra elettrica e Barbara Vanorio al basso, nello spettacolo Effetto spiazzamento, che nelle note stampa si preannuncia essere “una costante ricerca emozionale di contatto empatico, e persino ironico, con il pubblico“.
Evocante, DI QUESTI TEMPI, 2022 (Tunecore)

Idealista e visionario, forse un pazzo, forse un poeta, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…