For Crying Out Loud” è l’espressione britannica che corrisponde al nostro “Santo Cielo”: un modo per esprimere scontento, ma anche sorpresa ed entusiasmo. E’ anche il titolo del nuovo album dei Kasabian, uscito da una settimana in tutto il mondo.

Anticipato da una manciata di pezzi davvero impattanti, questo album corrisponde perfettamente alle sensazioni espresse nel suo titolo: i puristi si sono indignati, i più lontani dai lavori della band si sono divertiti per la spensieratezza delle canzoni, i fan più consolidati si sono stupiti per questo trionfante ritorno di chitarre elettriche e melodie vincenti.

La prima scia di pezzi suonati live in questi ultimi due mesi dopo il primo singolo “You’re In Love With A Psycho” – di cui avevamo già parlato qui – hanno confermato fin da subito le ottime sensazioni per il nuovo lavoro della band di Leicester. “God Bless This Acid House” e “Ill Ray The King” sono due pezzi fortissimi, radiofonici e scaldafolle, che sprigionano tutta la potenza di questo gruppo: un’esplosione di chitarre (la prima) e bassi (la seconda) su cui si appoggiano melodie quasi punk-rock e groove perfetti. Non è superfluo sottolineare una volta di più come questi pezzi, pur funzionando benissimo anche nella versione studio, trovino il loro pieno, enorme e deflagrante potenziale quando suonati live: le esibizioni in occasione delle prime ospitate televisive hanno confermato in maniera schiacciante la forza dirompente di questa band nella dimensione live, vera e potentissima punta di diamante di questo gruppo. Queste due piccole bombe, non a caso, sono rispettivamente i brani di apertura e chiusura della tracklist (prima della ballata “Put Your Life On It”, di cui parleremo tra qualche riga); perfettamente nel mezzo, equidistante da entrambi, c’è “Comeback Kid”, altro brano già noto al pubblico come soundtrack ufficiale del videogioco FIFA.

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Il viaggio prosegue con due piccole perle: “Good Fight” e “Wasted”. Due canzoni, che, seppur rispecchiando perfettamente lo stile di scrittura di Sergio Pizzorno, stupiscono per la tenerezza delle sonorità e dell’atmosfera. In questi pezzi, la voce di Tom Meighan non sbeffeggia, né sfoggia quella divertente arroganza che ha sempre caratterizzato i pezzi migliori di questa band, ma,anzi, canta, in maniera teneramente inedita il desiderio di stare insieme a qualcuno e i ricordi dolceamari di amori passati. In “Wasted”, in particolare, emerge un filo conduttore testuale con la celeberrima “Goodbye Kiss” (contenuta nel fortunatissimo “Velociraptor” del 2011): il ricordo di una storia d’amore finita, ma a suo modo unica e, soprattutto, indissolubilmente legata alla musica. Se nella ballata di qualche anno fa il rock’n’roll era colpevole di aver minato fin da subito il breve idillio, ora è la musica a non essermi mai fermata, anche mentre la storia naufragava:

Remember how we danced off our heads,
under streetlights, such a mad ride,
running from our friends to kiss you
in the alleyways by the riptide.
There was only us in the world,
and the music, it never died,
never died, never died..
Si cambia poi completamente registro con “Are You Looking For Action”, un pezzo enormemente radiofonico che, molto probabilmente, segnerà la colonna sonora della prima – agognata – parte di estate. Una canzone che strizza fortemente l’occhio al funky gigione alla Pharrell Williams e che ha, per quanto ci riguarda, un solo ma enorme pregio: quello di aver dato vita al primo video musicale girato in diretta mondiale e in un solo piano sequenza. Proprio qualche giorno fa, infatti, è stato uno streaming Facebook Live sulla pagina della band a svelare il video del nuovo singolo, girato in diretta da uno studio londinese, con i due frontmen a divertirsi tra musicisti, amici e familiari travestiti in onore dei personaggi che hanno animato i video più famosi del gruppo in questi dieci anni (i soldati di “Empire”, le biciclette di “A Man Of Simple Pleasures”, gli occhiali stupidi di “Eez-eh”, solo per citarne alcuni). In questo, i Kasabian hanno dimostrato di essere una band ormai sì, di rilevanza mondiale e decisamente “mainstream”, ma sempre attenta alle tendenze più innovative, che cerca di rendersi sempre originale o, semplicemente, altisonante: seppur in maniera certamente meno consapevole e creativa, i ragazzi di Leicester assomigliano molto ad un’altra band inglese, decisamente fuori dagli schemi, i Gorillaz (amati e, forse, anche un po’ temuti da Pizzorno&Co., visto che il motivo dell’uscita posticipata del nuovo album sembra essere la volontà di evitare lo scontro diretto con “Humanz”, l’ultimo lavoro di Damon Albarn e soci).

Si chiude il giro con la già citata “Put Your Life On It”, una canzone d’amore dal ritornello immediatamente orecchiabile e ripetuto infinite volte in beatlesiana memoria, che sicuramente si trasformerà in una perfetta chiusura dei concerti estivi, tra birre e cellulari illuminati.

For Crying Out Loud” è, a nostro parere, un album semplice, immediato e che risponde ad un’esigenza: quella di divertirsi e godersi canzoni facili e orecchiabili, dimenticando, almeno per un’oretta, tutto il resto. E sentiamo di doverci soffermare sullo stile scanzonato e allegro di questo disco, per riflettere, una volta di più, sul ruolo curativo della musica: queste canzoni sfrontate e leggere sono state scritte da Sergio Pizzorno in un momento bellissimo della sua vita (a livello professionale e personale), ma sono anche ciò che ha altresì ridato a Tom Meighan la molla per reagire e uscire da un periodo buio, fatto di distacchi e perdite. Perché, alla fine, è questo che la musica fa: ci accompagna, ci diverte, ci riempie, e ci sostiene. Sempre.

 

 

Di Sara Bernasconi

Si definisce una persona totalmente dipendente dalla musica, prevalentemente rock e british. Lavora nella Comunicazione e, nel tempo libero, va a concerti, legge, divora serie tv, viaggia

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