Sam Smith (al secolo Samuel Frederick Smith) è il fenomeno indiscusso del momento: due milioni di copie vendute per l’album In the lonely hour, duecentocinquanta milioni di visualizzazioni per il singolo Stay with me e numerosi premi tra i quali ben quattro Grammy Awards, il Best Critics’ choice award e il BBCsound del 2014. Numeri impressionanti quelli di questo ragazzone londinese che nonostante i suoi ventitrè anni vanta già un successo planetario. Sam Smith convince non solo per la sua aria da bravo ragazzo, ma sopratutto per una voce calda, intensa e potente, che ricorda quella del vecchio blues americano. L’album di debutto In the lonely hour non fa altro che confermare l’opinione positiva che il panorama musicale ha di questo giovane artista inglese. L’album è in due versioni, una standard che consta di dieci pezzi e una deluxe che ne contiene ben quattordici. Ne esiste inoltre una versione per Google Play che include altri due brani inediti, In the lonely hour e Nirvana.
Le sonorità sono ben definite fin dal primo brano dell’album, Money onmy mind, secondo singolo estratto dall’album, che ci sorprende per la sua potente carica dance. Si tratta di un brano che non ci aspettiamo da un artista che ci ha abituati a pezzi indubbiamente meno movimentati. Il motivo della canzone è certamente trascinante, ma al contempo non è possibile darne un giudizio pienamente positivo, forse perché esula parecchio dallo stile di Sam Smith o forse perché ci aspettiamo molto di più da lui. Il secondo brano, Good thing, è già più nelle corde del giovane cantante inglese. La melodia è dolce, armoniosa e la voce incornicia perfettamente il tutto. La strumentazione è molto semplice, delicata ma decisa. La particolarità strumentale è resa dal violino che esplode con potenza nel finale, creando sonorità inaspettate. La terza traccia dell’album è indubbiamente la più famosa: si tratta di Stay with me, canzone perfetta sia dal punto di vista strumentale che vocale. Inizia quasi in sordina, con la voce delicata e raffinata di Smith che si fa potente nel ritornello. La presenza del coro rende l’impostazione della canzone estremamente soul e ci riporta a sonorità quasi gospel e d’altri tempi. Come sappiamo, il brano si avvale anche della illustre collaborazione della talentuosa Mary J. Blige, ed è probabilmente il più bello dell’intero album.
Il quarto brano del disco è Leave your lover, che conferma un po’ lo stile dell’autore, ed è strumentalmente semplice. All’inizio una chitarra e un pianoforte accompagnano una voce soave che non smette mai di stupire ed emozionare. Più o meno l’impianto strumentale e vocale restalo stesso per tutta la durata del pezzo. Si tratta di un brano romantico e rilassante, che aggiunge un punto in più all’album di questo piccolo grande artista. La quinta traccia è il quarto singolo estratto dall’album, ovvero I’m not the only one. Si tratta di un brano dalle caratteristiche soul sia per l’impianto strumentale, che è reso unico dall’immancabile pianoforte, sia per la voce sensuale ma potente del cantante. Inoltre il video di accompagnamento vede come protagonista Dianna Agron, bellissima attrice di Glee. La scelta dell’impianto strumentale rende la melodia molto vintage, e questo aspetto, unito alla voce accattivante dell’artista, crea un mix perfetto. Il sesto brano dell’album, I’ve told you now, conquista fin dal primo ascolto. A colpirci è come sempre l’utilizzo degli strumenti e la voce dell’interprete, che sembra cambiare a seconda dei pezzi. Si tratta di una delle canzoni più belle ed intense, caratterizzata da un ritornello capace di rimanere in testa e da sonorità molto pop, cosa particolare per un cantante così vicino al soul e al blues. La voce di Sam Smith è però ancora più black e raggiunge un’intensità senza pari soprattutto nel finale, quando è sola, potremmo dire quasi nuda, priva di accompagnamento, e resta comunque tecnicamente perfetta, a conferma delle enormi capacità dell’artista.
La settima traccia è Like I can, caratterizzata da un ritmo più movimentato e da una strumentazione più decisa, in cui però non manca mai il pianoforte come compagno naturale della voce del cantante che, come al solito, è impeccabile e trascinante. Proseguiamo con Life support, le cui sonorità ritornano ad essere nuovamente suadenti. All’inizio del brano, la voce di Smith è priva di accompagnamento, quasi eterea. Improvvisamente, si interrompe, creando un senso di mistero acuito dalla presenza costante di una musica che sembra interminabile. Il pezzo è estremamente r’n’b, molto vicino a certe sonorità ascoltate nei pezzi di Chris Brown, e questo lo rende ancora diverso rispetto all’impostazione generale dell’album. Il nono brano è Not in that way, che si apre con una chitarra capace di riportare alla nostra mente le melodie della famosissima Hallelujah di Jeff Buckley. A livello strumentale non vi è altro che la chitarra e la voce dell’interprete, e proprio questo aspetto rende la canzone una perla rara all’interno di un album già di per sé molto bello. La voce di Sam Smith è potente, graffiata a tratti disperata, e crea nell’ascoltatore un coinvolgimento emotivo senza precedenti. L’ultimo brano della versione standard dell’album è Lay me down, primo singolo pubblicato il 15 febbraio del 2013. All’inizio il pianoforte accompagna solo in certi momenti la voce del cantante, lasciandola sola e permettendole di esprimere tutta la sua perfezione. Il brano è molto benfatto, le sonorità sono interessanti e l’economia dei mezzi strumentali molto accattivante. Nella seconda strofa è possibile udire dei violini in sottofondo, che rendono l’atmosfera del brano ancora più leggera e perfetta. Nel finale il pianoforte si fa più ritmico, creando una vera e propria inversione di tendenza della melodia: ci sembra infatti di trovarci di fronte ad un altro brano. Il tutto dura però una manciata di secondi, per poi ritornare alle sonorità precedentemente descritte. Siamo decisamente di fronte ad un colpo di genio, una ventata d’aria fresca che conferisce a questo brano una purezza e una perfezione melodica fuori dal comune.
Per quanto riguarda la versione deluxe dell’album, il primo pezzo che incontriamo è Restart, un brano molto movimentato, leggero, orecchiabile e molto r’n’b. Non è di certo uno dei migliori, ma merita comunque la sufficienza, perché ci troviamo di fronte ad uno stile completamente diverso. Il secondo brano è Latch, in versione acustica. Anche in questo caso, lo strumento principale è il pianoforte, a cui si unisce quasi da subito il violino. La voce del cantante raggiunge come sempre picchi altissimi, sorprendendo ancora l’ascoltatore. Proseguiamo con il brano La la la, insolito duetto con il rapper inglese Naughty Boy passato molto in radio. Dal punto di vista melodico c’è poco da dire, in quanto si tratta di un brano tipicamente r’n’b e quindi per la maggiore parte assemblato attraverso strumenti elettronici e in post produzione. Emerge però in sottofondo l’immancabile pianoforte, a conferma di un vero e proprio stile personale. Anche in questo caso la voce di Sam Smith è potente e a tratti acuta. Una brillante prova anche in un genere così diverso dal suo stile. L’ultimo brano della versione deluxe è Make it to me, brano dalla sonorità tenue, in cui il solito pianoforte riesce come sempre a valorizzare la vocalità del cantante. La strumentazione è ridotta al minimo, eppure il brano esprime una potenza senza pari. Solo nella seconda strofa al pianoforte si unisce una leggera batteria che rende il ritmo appena più definito. Il secondo ritornello è invece una esplosione: cori e vari strumenti determinano il crescendo del brano. La chitarra elettrica è la ciliegina sulla torta di una delle prove più brillanti di questo straordinario artista.
La vera sorpresa dell’album sono le sonorità molto americane tipicamente soul, blues ed r’n’b nonostante ci troviamo di fronte ad un artista europeo. Di fatto, la voce black di Sam Smith ben si sposa con questo tipo di melodia, e forse è proprio questo che crea quella magia, quel calore tale da generare un coinvolgimento nell’ascoltatore dall’inizio alla fine. Si tratta di un’ottima prova, e sicuramente questo giovane artista ci sorprenderà anche in futuro. Tutti i fan di Sam Smith avranno modo di ammirarlo dal vivo in Italia il 9 Marzo all’Alcatraz di Milano.
In The Lonely Hour, Sam Smith. Etichetta: Capitol Records. Genere: pop, soul, rhythm and blues.
Tipo album: Studio. Pubblicazione: 26 maggio 2014. Durata: 53’26”. Dischi: 1 – Tracce: 10 (standard), 14 (deluxe edition).