L’attrice romana torna a vestire i panni di Alessia per interpretare un brano malinconico che descrive la parabola del supereroe mitizzato dal film con Claudio Santamaria, senza però aggiungervi nulla di nuovo.
L’accento romano c’è. E anche quel piglio naif che spesso e volentieri si trasforma in sfacciataggine borgatara senza peli sulla lingua. Ilenia Pastorelli torna a vestire i panni della Alessia di Lo Chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti per La ballata di Hiroshi, un pezzo che arriva ben sette mesi dopo la pubblicazione del film e che si pone sulla stessa scia della reinterpretazione della sigla originale del cartone cantata da Claudio Santamaria.
Il brano, scritto da Fabio Di Ranno, Dario Vero e Nicola Guaglianone (quest’ultimo anche autore e sceneggiatore del film), è una ballad malinconica in cui la voce della Pastorelli, a mo’ di una filastrocca in cui però compaiono coltelli, rivoltelle e vaselina, ci narra la vera storia di Hiroshi Shiba a.k.a. Enzo Ceccotti, il disperato aniteroe che anima le scene della pellicola.
Le atmosfere che ne escono fuori sono quelle di una romanità verace, disperata, che coniuga l’autenticità di una Anna Magnani ai testi dei Colle Der Fomento. E infatti, dopo un’apertura plasmata sul motivo de La Canzone di Marinella di Fabrizio De Andrè (altro rimando nazional-popolare), la Pastorelli si lancia in uno sferzante rap in cui a farla da padrona è sempre il contrasto fra la sua voce fanciullesca e la crudità dei versi cantati. Il ritornello, invece, è da singalong immediato.
Insomma, la canzone c’è. Ad essere originale, inoltre, è il fatto che sia una sorta di spin-off musicale del film in cui la storia viene narrata da un punto di vista diverso, quello di Alessia. A lasciare perplessi, piuttosto, è la scelta della tempistica: sembra che i nostri eroi vogliano continuare a cavalcare il fenomeno mediatico di Lo chiamavano Jeeg Robot anche a distanza di mesi.
LA BALLATA DI HIROSHI – Ilenia Pastorelli
LA BALLATA DI HIROSHI, Ilenia Pastorelli. Musica: Fabio Di Ranno, Dario Vero. Testo: Fabio Di Ranno, Nicola Guaglianone. Registrato e mixato presso: PlayRec Studio