Dopo una lunghissima attesa durata quattro anni (“Inedito” è del 2011), è finalmente disponibile negli store digitali e fisici “Simili”, il nuovo album d’inediti della cantante romagnola. Esploriamolo traccia dopo traccia

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L’ispirazione per l’album mi è venuta mentre mi trovavo nell’Ambasciata degli Stati Uniti a Roma. Ero andata a chiedere il permesso di venire qui a lavorare, e mentre facevo le impronte digitali osservavo le persone intorno a me che compievano lo stesso gesto. Ho pensato che quello era un modo per riconoscersi come persone, tutte uguali e diverse, e la prima parola che mi è venuta a questo proposito è stata simili”.

Queste le dichiarazioni a caldo di Laura Pausini a proposito del suo nuovo disco, “Simili“, disponibile dal 6 novembre, che arriva a distanza di quattro anni esatti dalla sua ultima fatica (“Inedito” è del 2011).

Il titolo dell’opera è unito strettamente alla sua copertina che mostra l’artista serenamente distesa in una radura, quasi a simboleggiare il benessere umano al contatto con la natura e un ritorno all’origine della specie umana che proprio dal terreno ha iniziato il suo processo evolutivo.

NoteVerticali.it_Laura_Pausini_Simili_1Simili” preannuncia una dichiarazione di buone intenzioni nel raccontare di quanto gli essere umani, nonostante le loro diversità, siano simili. Ognuno ha una propria conformazione fisica, un proprio carattere, una propria emotività, un proprio alter ego, un proprio modus vivendi ma tutti sono accomunati dalla similitudine di essere individui che abitano lo stesso pianeta e vivono quotidianamente gioie e dolori che li uniscono in unico cordone umano.

Questo è il senso dell’album della Pausini che veste di nuovo gli abiti della cantante portatrice di messaggi della vita reale in giro per il mondo; perché Laura, si sa, è la cantante italiana amata ovunque e la sua musica viene pubblicata, ormai dal 1995, anche in spagnolo. Infatti “Similares” dal 13 novembre è presente sul mercato latino.

Diamo uno sguardo alle canzoni che compongono il nuovo lavoro.

1. Lato destro del cuore: è la traccia apripista del progetto nonché il singolo di lancio. Il brano è stato scritto dal suo amico fraterno Biagio Antonacci; dopo “Tra te e il mare” e “Vivimi”, due hit pausiniane, il cantautore di Rozzano ha nuovamente tessuto un pezzo musicale che la Pausini ha saputo indossare alla perfezione: “…camminiamo sull’acqua/ poi mangiamo per strada/ e giochiamo a star bene/ ho paura e ti amo” e la paura di amare viene tradotta in uno slancio di coraggio nel vivere il sentimento senza pensare al domani ma colmando la parte mancante del lato destro del cuore. Uno stile ritmico inedito per Laura, che ha saputo cogliere con l’istinto di interprete insito in lei ed un Antonacci che ha fatto un salto di qualità nella scrittura senza cercare necessariamente di fornire note alte alla voce potente dell’artista romagnola.

2. Simili: tema portante dell’intero album, e a nostro giudizio il brano di maggior respiro del disco. Scritto con Niccolò Agliardi e Edwyn Roberts, esprime il concetto globale dell’intero lavoro: “La tenerezza di essere simili, la commozione per essere simili” perché noi siamo simili come le impronte digitali, diverso colore della pelle ma simili nel guardare il domani. In costante ricerca di altri noi per diventare una storia: “Arrivi tu da che pianeta? / Occhi sereni anima complicata / anima complicata / io così simile a te / a trasformare il suono della rabbia / la meraviglia di essere simili / la protezione tra esseri simili”.

 

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3. 200 notescritta da Tony Maiello, ex concorrente di X Factor, che regala un testo di un intimismo insolito vista la sua giovane età. La musica invece è stata affidata ad un giovane ragazzo di Ragusa, Lorenzo Vizzini, mentre l’arrangiamento ha visto il contributo dell’orchestra sinfonica di Praga. Un viaggio nelle infinite note dalle mille sfumature che circondano una camera dove sembra che la Pausini ne sia al centro e rievoca una storia vissuta con delicata intimità: “Pelle contro pelle / il tuo sorriso non servivano parole / ricordo ancora l’emozione / mentre se andava il sole / e nella camera 200 note”. Uno dei pezzi più belli di “Simili”.

4. Innamorata: quarta traccia, è una novità assoluta per il repertorio di Laura, visto che si tratta di un brano scritto per lei da Jovanotti, autore già in passato di hit declinate al femminile, come “Non sono”, cantata da Syria, e “Tu mi porti su”, interpretata con Giorgia, pezzi che hanno premiato le artiste per la prodezza di essersi buttate in qualcosa di diverso. Il ritmo fresco e leggero del “ragazzo fortunato” regala a Laura una dimensione pop-reggaeton che è unita squisitamente alle sue corde vocali.

5. Chiedilo al cielo: altro brano che porta la firma di Agliardi con la musica di Paolo Carta. Un pezzo che sembra essere un giusto seguito di “Nessuno sa” contenuto nell’album “Inedito”. Quella scalata di note in “Chiedilo al cielo / come un grattacielo che precipita / il vuoto che vanifica / a volte ci si perde per errore” testimonia il connubio perfetto tra Agliardi e Pausini.

6. Ho creduto a me: uno dei pezzi più autobiografici con una Pausini melodica fino al midollo; la firma di Agiardi non delude e risulta essere un fedele ritrattista di Laura.

7. Nella porta accanto: “Simili non è un disco autobiografico, qui faccio semplicemente l’interprete. E, un tempo, questa cosa non sarebbe stata possibile. Oggi sono in contatto quotidiano con i fan su Facebook, e molte delle canzoni nascono da storie vere che mi hanno raccontato persone attraverso i social, come Nella porta accanto”. Quell’esplosione in “Guarda come sei / incantevole / sei quello che non dà / né regole né fragole / mi piaci come sei / un po’ ingannevole” ci riporta ad una Laura storica, quella di “Siamo noi” contenuta nell’album “Tra te e il mare”.

8. Il nostro amore quotidiano: “Ti ricordi / come cominciò? / Ti dispiace stringermi la mano / io ti ho risposto non lo so / Ti ricordi / come continuò / ti dispiace adesso se ti amo / con gli occhi chiusi ho detto no / Poi scoppiò la vita / che di più non può”. Così Agliardi racconta il rapporto tra la cantante ed il suo compagno Paolo Carta che qui esegue la parte strumentale.

9. Tornerò (con calma si vedrà)Atmosfere latino-salentine di un Biagio Antonacci che rievoca il suo repertorio caliente (“Pazzo di lei”) vestendo la Pausini come una donna gitana e libera.

10. Colpevole: “La canzone non chiede scusa, ma accusa di essere colpevole. L’unica persona a cui devo chiedere scusa è mia mamma. Lei non ha mai sognato per me questa vita”. Una Pausini che si sente responsabile dell’assenza dalla sua famiglia per il lavoro con cui ha iniziato a girare il mondo nel 1995. Laura è coautrice del brano insieme ad Agliardi con la musica di Vuletic.

11. Io c’ero (+ amore x favore): Ultimo brano dance del disco dove l’impronta di L’Aura regala una dimensione da luci dai mille colori ed un ritmo martellante da ballare fino all’alba.

 

NoteVerticali.it_Laura-Pausini_12. Sono solo nuvoleil gioiello dell’album regalato all’artista da Giuliano Sangiorgi, frontman dei Negramaro, che in passato ha scritto capolavori per Malika Ayane quali “Niente” e “E se poi”. Adesso è la volta della Pausini, una collaborazione attesa da anni dai fan dei due artisti, viste le doti poetiche e metriche del cantautore salentino. Un incanto celestiale dal sapore melancolico che fa vibrare in quel crescendo di: “Sono solo nuvole tra noi e si dileguano/di schiena andando via di scena senza dire una parola/come quando il tempo passa e non aspetta più per noi/che non vediamo altro che le nostre spalle al muro”.

13. Per la musica: I miei fan io li chiamo i miei “amici”, ed è grazie a loro che posso fare questa vita e cantare. Omosessuali, etero, bianchi, neri: ognuno vive nella sua città, ma anche se siamo lontani ci sentiamo vicini. A loro dedico una delle canzoni più difficili della mia carriera, la numero tredici di questo album: Per la musica. La musica è l’unica cosa che non giudica e ci accetta veramente così come siamo. Alcuni ragazzi del mio fan club hanno suonato in questa canzone e compaiono nel video, mentre io mi riprendo nella stazione del mio paese, Solarolo: proprio quella famosa stazione del treno delle 7.30, dove nel 1993 è cominciata la mia carriera”.

14. Lo sapevi prima tu: è il continuum di “Viaggio con te”, brano presente nell’album “Tra te e il mare” (2000) in cui Laura raccontava la gavetta fatta nei pianobar al fianco di papà Fabrizio che è stato il primo ad aver creduto in lei iscrivendola di nascosto al concorso di Castrocaro che poi l’avrebbe portata sul palco del teatro Ariston nel 1993 con “La solitudine”. Scritta in collaborazione con L’Aura, la canzone nasce dal bisogno di dichiarare l’amore nei confronti del padre che prima di chiunque altro era a conoscenza del grande talento della figlia.

15. È a lei che devo l’amoreuna canzone formato “family”, visto che nel brano Laura canta insieme al compagno Paolo Carta ed alla loro figlia Paola. Scritta sempre da Biagio Antonacci, inizialmente la canzone era stata concepita pensando a una donna per poi essere riadattata dalla cantante con Paolo Carta alla chitarra e la figlia Paola registrandone un primo demo in casa. Antonacci, colpito dal risultato dell’incisione, ha voluto fortemente che il pezzo fosse inserito così nell’album.