Torna Vinicio Capossela con il suo nuovo lavoro dal titolo Tredici Canzoni Urgenti. Scritte in un breve periodo dello scorso anno, queste tracce analizzano la situazione odierna di una società che sembra aver perso la ragione. Una riflessione sulla follia che il cantautore esprime con la sua arte varia e a tratti eventuale. Suoni del passato per parole presenti che si uniscono nello stile classico di Capossela. Un disco fatto da diverse anime in grado di unire pensieri e suoni, per accompagnare l’ascoltatore a un livello successivo nella consapevolezza della realtà.

Testi che uniscono la filosofia a un’analisi della società odierna per una riflessione in musica senza alcuna tesi capitale. La forza di un artista come Vinicio è di provare a spostare il punto di vista delle certezze scoprendone i lati oscuri attraverso note e testi di grande atmosfera. Un lavoro che trae forza dalla canzone del passato per presentare un presente e ipotizzare il futuro.

Non esistono certezze in 13 canzoni ma una forma d’intrattenimento dal quale imparare un ipotesi di pensiero. Dai limiti degli ismi al sovvertimento dell’etica, nelle parole del cantautore abitano questioni a stretto contatto con una realtà, dove l’individualismo pare essere unica moneta. Atteggiamento inconsapevole è quello di un popolo quasi assuefatto alla vendita d’ignoranza e pensiero collettivo, le tracce del disco affrontano un esercizio collettivo provando a intrattenere i sensi ma anche le menti. Dal jazz al cha cha cha per “dar voce ai problemi attuali” nella piena tradizione del cantautorato che riesce a scuotere le anime da un torpore che mai come ora occorre approfondire.

Un lavoro di partecipazioni illustri, da Cesare Malfatti a Margherita Vicario, che vede lo stile Capossela come coordinatore delle diverse abilità al servizio di un obiettivo comune. Non sola musica quindi per un prodotto che propone senza imporre una visione con suono in dote a chiunque desideri approfondire un punto di vista eclettico e puntuale.

Di Paolo Quaglia

Nasce a Milano qualche anno fa. Usa la scrittura come antidoto alla sua misantropia, con risultati alterni. Ama l’onestà intellettuale sopra ogni altra cosa, anche se non sempre riesce a praticarla.