Salutiamo un anno nel quale ci hanno accompagnato storie e personaggi, tra paura e voglia di speranza. Ricordiamo i protagonisti principali degli ultimi 12 mesi…
A – Amnesty International: Il 2016 non ha certo brillato per il rispetto dei diritti umani nel mondo, e diversi episodi legati alla restrizione della libertà di espressione, al perseverare di guerre e azioni terroristiche, al commercio di armi e alle crisi dei migranti, lasciano pensare che il 2017 non sarà certamente da meno. Ma l’azione di oltre 7 milioni di persone legata ad Amnesty ha contribuito alla scarcerazione di quasi 650 prigionieri di coscienza, a migliorare le leggi in 40 paesi e a far condannare criminali di guerra. Passi piccoli ma significativi, che alimentano la speranza.
Appia: Un’opera preziosa, quella di Paolo Rumiz (Feltrinelli), che profuma della terra e dei colori che si incontrano tra boschi e laghi, e che ci consegna voci e testimonianze del Paese migliore.
Aleppo: Città simbolo di tutte le guerre moderne, che vanta il tristissimo primato di attirare a sé moltissimi pensieri che purtroppo si tramutano in poche azioni concrete per la salvezza di chi la abita.
B – Bowie, David: Il 2016 si è caratterizzato come ‘annus horribilis’ per lo spettacolo, perché ha visto la morte di diverse star di musica e cinema. Su tutti, David Bowie, scomparso l’8 gennaio, genio istrionico, un artista entrato nel mito già in vita, che con “Blackstar” ha consegnato un testamento musicale fatto di suggestioni jazz-rock che rappresenta uno dei migliori dischi dell’anno.
Brexit: L’esito (51,9% a 48,1%) del referendum a favore dell’uscita del Regno Unito dalla Comunità Europea, il 23 giugno, è stato uno degli eventi-sorpresa dell’anno, testimonianza, lì come in Italia, della distanza ormai creatasi tra il potere costituito e la cosiddetta ‘pancia’ del paese. La consultazione, voluta dal primo ministro David Cameron che, a seguito del risultato a lui sfavorevole, ha rassegnato le dimissioni dal suo incarico, ha segnato una spaccatura sia anagrafica, perché i giovani hanno votato in larga parte per restare in UE e i più anziani per uscire, sia tra le nazioni del Regno Unito, considerando che Inghilterra e Galles si sono dette favorevoli all’uscita, al contrario di Irlanda del Nord e Scozia. E ha ravvivato le ambizioni all’indipendenza da parte della Scozia, il cui governo, all’indomani dell’esito del referendum, ha annunciato che darà inizio a «discussioni con le istituzioni europee ed altri stati membri per esplorare tutte le opzioni possibili per proteggere il posto della Scozia nella UE»
C – Cohen, Leonard: un altro grandissimo che ci ha lasciato nel 2016. Un artista geniale, poeta a tutto tondo che ha cantato gli ultimi cinquant’anni e le loro enormi contraddizioni. E che, ne siamo più che sicuri, continuerà a vivere nei cuori e nelle menti di chi l’ha amato.
D – Dylan, Bob: Il 2016 è stato l’anno del Nobel per la Letteratura al ‘menestrello di Duluth’, un riconoscimento che in molti attendevano da anni, e che forse è giunto più tardi del previsto. Conferimento che ha alimentato polemiche sia da parte di chi non riteneva un cantautore degno di tale premio, sia da parte di chi ha criticato la sua scelta di non presenziare alla cerimonia di consegna il 10 dicembre a Stoccolma. Una decisione, certo, difficile da comprendere, che tuttavia non deve scalfire per nulla la grandezza di una figura che è stata ed è tuttora riferimento fondamentale nella musica e nella letteratura degli ultimi cinquant’anni.
Digital Divide: Internet non è ancora per tutti: secondo il rapporto della Commissione congiunta Unesco-Itu, il 57% della popolazione mondiale non ha ancora accesso alla rete, che è appannaggio di 3,2 miliardi di persone. In testa come velocità media di connessione la Corea del Sud (29 megabyte al secondo, rapporto Akamai), seguita da Norvegia e Svezia con valori oltre i 20. E l’Italia? Al 54mo posto a livello mondiale e al quartultimo posto in Europa, con 8,2 Mbps. Valori che, pur essendo in crescita rispetto allo scorso anno (+33%), ci fanno fare la figura delle cenerentole se pensiamo che paesi non proprio tecnologicamente avanzati come Romania e Bulgaria raggiungono già i 16 Mbps. Appare ovvio che la necessità di colmare il divario digitale in Italia sia una delle priorità da realizzare nell’immediato. La soluzione sembra essere una sola: la banda larga. Si spera che il piano avallato dalla Comunità Europea che prevede un investimento da 3,5 miliardi di euro per portare la fibra ottica nelle case degli italiani sia presto realtà. Perché tecnologia significa miglioramento delle condizioni di vita. E se Internet non è per tutti, significa che il mondo gira ancora, purtroppo, a due velocità.
E – Europa: Bruxelles, Nizza, Monaco, Berlino. Una scia di sangue che nel 2016 ha attraversato il vecchio continente, già minato dagli attentati di Parigi del 13 novembre. E che quest’anno si è riscoperto ancora più solo e insicuro, considerando che l’autore del massacro di Berlino ha avuto la possibilità di raggiungere indisturbato l’Italia passando per la Francia. Certo, non sarebbe onesto non ricordare il lavoro delle forze dell’ordine e le tante operazioni di polizia che in questi mesi hanno permesso di evitare altri attentati. Certo è però che il vecchio continente nel 2016 si è mostrato sempre più in balia degli eventi, dagli attentati agli sbarchi, che inevitabilmente contribuirà ad alimentare un’onda reazionaria dagli effetti quantomai imprevedibili.
Eco, Umberto: Spirito critico e ironia, leggerezza e profondità, e una vastissima produzione letteraria che testimonia un’esistenza perennemente in ricerca. Il 2016 ha visto anche il suo commiato. Ci restano i suoi scritti, e, con la sua ultima fatica “Pape Satan Aleppe”, quell’invito originalissimo a superare la liquidità dei nostri tempi.
Einaudi, Ludovico: Pianista e compositore talentuoso, ha aderito alla campagna di sensibilizzazione di Greenpeace per la difesa dell’Artico suonando l’inedito Elegy for the Arctic su una piattaforma galleggiante di fronte al ghiacciaio Wahlenbergbreen, alle Isole Svalbard (Norvegia). Emozioni non meno importanti nel concerto del 6 agosto, vissuto nella cornice incantata del Teatro dei Ruderi di Cirella. Musica che si fa poesia.
F – Fo, Dario: Tra gli addii del 2016 registriamo con non poca commozione quello a Dario Fo, che con la sua immensa arte da guitto ha sbeffeggiato il potere, difendendo la povertà. Una carriera lunghissima, impreziosita da un Nobel per la Letteratura (2007) e alimentata da una vita sul palcoscenico. Non lo dimenticheremo
G – Guerra: una parola che purtroppo non cessa di essere di attualità nelle cronache di ogni anno, e che è ormai di casa anche in Europa, attraverso quella forma strana e beffarda alimentata dal Terrorismo, vestita di paura e combattuta contro un nemico invisibile, contro il quale non ci sono elmetti, fronti, sentinelle né prima linea. E’ una guerra che istiga all’odio e al razzismo, e che sa persino di grottesco, sia perché è subita da chi pensa ingenuamente di essere protetto a casa propria, e sia perché è sorella forse più nobile di un conflitto combattuto e subito quotidianamente, da anni ormai, ad altre latitudini, in Medio Oriente come in Africa, nella polvere di strade che non fanno notizia e forse non meritano un’immagine sulla bacheca di un europeo. Una guerra che non conosce limiti né barriere. A ben vedere, come la libertà e la speranza.
Gioco d’azzardo: nel 2016 gli italiani hanno speso 1,383 EUR a testa per il gioco d’azzardo. Una cifra pazzesca, considerando che spesso la tendenza si accomuna ad un’altra atavica piaga sociale come la disoccupazione, e che i proventi di quest’attività vanno allo stato. Circonvenzione di incapace e furto legalizzato, praticamente…:(
H – Happening domestici di cultura aleatoria:: iniziativa semplice ma originale, la cui paternità si deve a Rossella Piccinno, documentarista e videomaker, e che ha debuttato a Cosenza a luglio. Protagonisti i libri e i lettori, che, radunati in gruppo, danno vita a un ‘blob’ di parole inusuale e stimolante, che apre la strada all’immaginazione e alla fantasia, ma anche alla curiosità di voler approfondire storie che non si conoscono, che, come recita una bella canzone di Samuele Bersani e di Pacifico, ‘non sono mai di seconda mano‘.
Helpage.org: il rapporto annuale dell’osservatorio ha indicato in Svizzera, Norvegia e Svezia le nazioni in cui gli anziani vivono meglio. L’Italia, si è classificata al 37mo posto. Un piazzamento a dir poco disonorevole, per quello che l’Istat conferma essere uno dei paesi più vecchi al mondo (il rapporto tra la popolazione di 65 anni e oltre e quella con meno di 15 anni è pari a 157,7 su cento, inferiore, in Europa, solo a quello della Germania, 158,6).
I – Italia: 60.665.551 persone (51,4% donne, 48,6% uomini), di cui poco più di 29 milioni coniugati, 5 milioni di stranieri residenti (8,3% dell’intera popolazione), di cui 23% provenienti dalla Romania (9,3% Albania e 8,7% Marocco). E’ questa la fotografia del 2016 di un paese suddiviso in 7999 comuni (un numero per la prima volta in 50 anni inferiore agli ottomila per effetto delle fusioni favorite dalla spending review), con una popolazione che ha un’aspettativa di vita media di 84,7 anni (leggermente in calo, uomini 80, donne 85) e un debito pubblico di circa 2.191.111 milioni di euro che resta pari a circa il 132 per cento del prodotto interno lordo, e che equivale a circa 35 mila euro per ogni abitante. Un paese che continua a girare a velocità diverse, consolidando l’abisso tra Nord e Sud (solo per fare un esempio, costa di più viaggiare in aereo da Lamezia Terme a Milano che non da Milano a New York!), e che si muove senza apparente logica nella piena inconsapevolezza della propria storia e del proprio patrimonio artistico e culturale.
L – Lavoro: Secondo gli ultimi dati Istat, gli occupati in Italia sono 22 milioni 770 mila, in crescita di 186mila unità rispetto allo scorso anno (+0,8%). Il tasso di occupazione si attesta al 56,3% (+0,6%), mentre quello di disoccupazione è all’11,9% rispetto al 12,7% dell’anno scorso. In realtà sembra essere una finta crescita, a causa della diffusione di nuove forme di occupazione (vedi voucher) che fa calare le forme di occupazione a termo indeterminato. In aumento i licenziamenti (+4%) con un incremento del 28% di quelli per motivi disciplinari. Dati che fanno riflettere e che sembra spengano sul nascere le flebili speranze in una ripresa.
M – Migranti: 350mila, quelli sbarcati in Europa quest’anno, secondo i dati Unhcr. E circa 190mila quelli accolti in Italia, provenienti da Nigeria, Eritrea, Gambia, Sudan e Costa d’Avorio, e più del 2015 (quando erano stati circa 149mila). E, tra loro, un dato ancora più significativo: 25mila minori (12mila nel 2015). Per ognuno, un futuro tutto da scrivere.
Montedoro: una vicenda evocativa e ancestrale, che affonda le proprie radici in un passato irreale, dal quale riaffiorano intensi i contorni di un paese ormai sepolto. La storia di un ‘luogo non luogo’, quella che nella finzione è Montedoro e nella realtà è Craco, comune della Basilicata sfollato dopo la frana del 1963 che costrinse gli abitanti a rifugiarsi a valle, con un conseguente distacco forzato dalla terra d’origine. Un film coraggioso, scritto e diretto da Antonello Faretta, giovane regista lucano, testimonianza di una comunità alla ricerca della propria identità perduta, è stato tra le migliori sorprese cinematografiche del 2016.
Marchesini, Anna: ci ha fatto sorridere sin da quando eravamo ragazzi, e poi ci ha commosso per la dignità con cui ha affrontato la terribile malattia che l’aveva colpita e che non le ha lasciato scampo.
N – Naufragi: divenuti purtroppo ordinari, in un Mediterraneo sempre più cimitero per tantissimi poveri sfortunati costretti a lasciare la propria terra. Nel 2016 sono state quasi 5mila le persone morte in mare nel tentativo di raggiungere l’Europa. A loro è dedicato “Lampedusa”, di Maylis de Kerangal (Feltrinelli), testo struggente, di forte intensità, tra le novità narrative più interessanti del 2016.
P – Papa Francesco: anche nel 2016 la sua voce non ha cessato di tuonare contro le ingiustizie piccole e grandi. Appelli inascoltati alla coscienza dell’uomo, pronto come sempre a girarsi dall’altra parte.
Pannella, Marco: Non sempre siamo stati d’accordo con le sue tantissime battaglie, ma non possiamo non riconoscere allo storico leader radicale scomparso il 19 maggio una dote, la coerenza, divenuta sempre più rara a queste latitudini. Una vita controcorrente, che gli ha procurato molti amici ma tantissimi nemici, e che ha aiutato l’Italia ad essere un paese più libero e maturo. Resta una lettera, forse l’ultima che ha scritto, intensa e struggente, con un destinatario d’eccezione: Papa Francesco. Qui, tra l’altro, si legge: “ti stavo vicino a Lesbo quando abbracciavi la carne martoriata di quelle donne, di quei bambini, e di quegli uomini che nessuno vuole accogliere in Europa. Questo è il Vangelo che io amo e che voglio continuare a vivere accanto agli ultimi, quelli che tutti scartano”.
Prince: La leggenda del folletto di Minneapolis, il cui cuore si è fermato in un giorno di aprile, non cesserà certo di vivere.
R – Regeni, Giulio: La vicenda del giovane ricercatore italiano ucciso in Egitto ha suscitato forti reazioni da parte dell’opinione pubblica internazionale. Il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione di condanna verso le continue violazioni dei diritti umani che si verificano continuamente nel paese nordafricano, con il quale però, stranamente, l’Italia continua a intrattenere ottimi rapporti commerciali.
Referendum: Il referendum sulla riforma costituzionale in Italia del 4 dicembre ha avuto il devastante effetto di consegnare alle cronache un paese diviso, una società divisa, una sinistra divisa. A distanza di poco meno di un mese, c’è da dire che l’esito della consultazione, che ha segnato la vittoria dei NO con una forte maggioranza (58,9%), non ha scalfito per nulla la maggioranza di governo. Certo, è cambiato il premier (da Renzi a Gentiloni), è cambiata (pochissimo) la squadra dei ministri, ma la sostanza è rimasta quella. A dimostrazione della distanza che resta tra potere costituito e volontà popolare.
Renzi, Matteo: E’ stato indiscutibilmente il protagonista politico dell’anno. E le sue dimissioni all’indomani della sconfitta referendaria, che pure sanno di coerenza, non hanno cambiato per nulla le cose. Ne sentiremo ancora parlare per molto tempo.
S – “Somma di piccole cose, Una”: quello di Niccolò Fabi è a nostro giudizio il miglior disco del 2016. Un lavoro intimista e acustico ma non solitario, che anzi contiene diversi richiami al senso di comunità, sepolto da caos e confusione e dal rumore di una società sempre più distratta. Un disco intriso di poesia, passione e sentimento, che profuma di purezza artistica, per coerenza e per qualità.
Springsteen, Bruce: questo giovanotto di 67 anni ha stregato Roma per quasi quattro ore, in un indimenticabile concerto al Circo Massimo a Roma, che ha mescolato passione civile (The ghost of Tom Joad, Death in my hometown, Born in the Usa), passione per la vita (Thunder road, Born to run) e passione amorosa (NYCS, Tougher than the rest).
T – Terremoto: parola terribile, con cui l’Italia fa da sempre i conti, e che nel 2016 è tornata di stretta attualità per le scosse nel centro Italia (24 agosto, 26 e 30 ottobre). Tristi circostanze che hanno generato dolore, lutti e rabbia per troppe mancanze. Ma che hanno evidenziato, ancora una volta, “quel cuore immenso che, come ieri a Gemona, in Irpinia, Assisi o L’Aquila, anche oggi ad Amatrice e nei centri colpiti ancora una volta dallo sciacallo, si manifesta con spontaneità e gratuità. Vigili del fuoco, polizia, carabinieri, organizzazioni religiose e laiche e tanti, tantissimi volontari, che si attivano continuamente e vanno oltre quel chiacchiericcio polemico che purtroppo non manca mai. Quel cuore grande che batte per ridare coraggio a chi ha perso tutto, tranne la dignità”.
Teatro: “Il Vangelo secondo Antonio” di e con Dario De Luca e la “Tosca” diretta da Antonello Palombi sono tra gli eventi teatrali più interessanti dell’anno. Che si segnala anche per una bella intervista a Giuseppe Sartori, attore-icona del teatro di RicciForte.
Trump, Donald: Quello che tutti temevano è accaduto. Il tycoon è diventato presidente degli Stati Uniti e dal 20 gennaio assumerà il comando dello stato più potente al mondo. Vantaggi e svantaggi della democrazia, si dirà. Che ancora una volta, come nel caso della Brexit, ha fatto registrare esiti inattesi. Difficile prevedere cosa farà, alla guida di un paese dalle mille contraddizioni, dove si può ancora morire per colpa di un’arma acquistata al supermercato o perché non si hanno i soldi per curarsi. Certo, la presa di distanze verso Obama e i primi segnali di forte apertura verso la Russia di Putin lasciano intravedere un consolidamento dell’asse Usa-Russia e un congelamento dei rapporti con Iran e Cina. E l’Europa? E la Siria?
U – Unioni civili: lo scorso anno l’avevamo definita ‘una delle promesse mancate del governo Renzi’, quest’anno non possiamo che plaudire invece alla legge che, pur tra tanti rattoppi e compromessi, ha visto finalmente la luce per la caparbietà di deputati e senatori che hanno lottato perché fosse approvata. E che Nirende l’Italia un paese più civile.
V – Vio, Beatrice: campionessa paralimpica e mondiale in carica di fioretto individuale. Il suo urlo di gioia dopo la vittoria ai giochi di Rio è una delle istantanee più belle e commoventi dell’anno.
Veronesi, Umberto: è morto a 90 anni dopo aver ha rivoluzionato il mondo della ricerca contro il cancro, promuovendo la diffusione di uno stile di vita sano e di una corretta alimentazione. Lascia un’eredità importante.
Y – The Young Pope: Ideata e diretta da Paolo Sorrentino, è stata la serie tv dell’anno, con un cast d’eccezione (Jude Law, Mia Farrow, Silvio Orlando, Toni Bertorelli). Il plot ha colpito per originalità e per quella magia che unisce misticismo a ironia, tutto condito con la classe indubbia di un maestro della macchina da presa come sa essere il regista napoletano.
Z – Zagrebelsky, Gustavo: Giurista e già giudice costituzionale, si è battuto in prima linea contro la proposta di riforma costituzionale portata avanti dal governo Renzi. E’ il vincitore morale del referendum del 4 dicembre. Già nel 2015, nel saggio “Moscacieca” (Laterza), aveva analizzato la governabilità come idea prodroma al concetto di democrazia, lasciando aperta la strada a riflessioni che incuriosiscono e preoccupano allo stesso tempo. Ecco un passo estratto dal libro: “Una volta che le sorgenti sociali della governabilità si siano inaridite, la governabilità, intesa impropriamente come capacità di governo, da problema di democrazia politica si trasforma in questione di ingegneria costituzionale al servizio dell’efficienza dei mercati, i quali hanno bisogno di costituzioni reattive alla loro continua instabilità, di decisioni pronte, assolute e cieche, cioè di interventi esecutivi“.
Idealista e visionario, forse un pazzo, forse un poeta, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…