Adelphi pubblica per la prima volta in Italia il romanzo dello scrittore statunitense ambientato nel 1988 a New York
Siamo nel 1988, a New York. L’edonismo reaganiano ha già subito la sua età dell’oro e viaggia sostenuto dagli ultimi rantoli che lo condurranno verso un nuovo decennio. David e Loren sono una coppia borghese che ha deciso di separare le proprie strade, ma che non riesce a disfarsi della propria complicità, a tratti rivelatrice di un legame più profondo di quanto i due possano credere. Attorno a loro ruota un universo di personaggi che ne subiscono inevitabilmente l’influenza, a partire da Heath Jackson, fotografo ambizioso e non privo di talento, che intreccia una tormentata relazione proprio con David. Ci sono poi Lillian, che nasconde con la carriera la propria infelicità sentimentale, e Amanda Paine, direttrice di una galleria d’arte e profondamente segnata dal proprio arrivismo, che si accompagna ad Anton Shawangunk, uomo d’affari di mezza età che vive al 721 della Quinta Avenue, in un appartamento nella Trump Tower, e gioca a fare il mantenuto per aver sposato la ricchissima Solange. Questo lo scenario che Peter Cameron presenta al lettore in Anno bisestile, romanzo apparso per la prima volta a puntate nel 1988 con il titolo Leap Year sulla rivista 7 days, poi pubblicato negli Usa nel 1990, ma finora rimasto inedito in Italia. Oggi arriva in libreria grazie ad Adelphi, che in passato aveva già pubblicato alcuni tra i titoli più importanti della produzione dello scrittore nato nel New Jersey, da Quella sera dorata (2006) a Un giorno questo dolore ti sarà utile (2007), fino a Cose che succedono la notte (2020).
Con Anno bisestile (Acquista qui il libro), Peter Cameron traccia l’affresco indelebile di una generazione che sembra aver perso la bussola della propria identità. Sono lontanissimi ormai non solo i tempi del flower power intriso di pacifismo, ma anche quelli dell’impegno politico per l’uguaglianza sociale. La felicità non è più un valore ecumenico verso il quale tendere, ma il prodotto più sadico di un individualismo per il quale si è disposti a calpestare chiunque, anche l’amico con cui si sono divisi il pane e i sogni. E chi vive in un periodo del genere non può non essere figlio di un anno bisestile, in cui le cose accadono per un destino sbagliato, un’insoddisfazione latente che regna nell’aria, inquinandola. Curioso che, all’inizio della seconda delle quattro parti che costituiscono il romanzo (la cui traduzione italiana è curata da Giuseppina Oneto), Cameron citi un estratto dell’Encyclopaedia Britannica in cui si spiega come l’anno bisestile, nella lingua inglese noto come “anno del salto” (leap year, appunto), fosse stato portatore di una strana usanza, secondo cui in quei 366 giorni le donne potessero corteggiare gli uomini. Più di una credenza popolare, se si pensa che in Scozia nel 1288, e poi in seguito in Francia, quindi a Genova e Firenze, questo divenne addirittura legge.
Tornando alla storia che ha come protagonisti David, Loren, Heath, Amanda, Anton e Solange, le luci di una New York perennemente in festa sono l’emblema più dirompente dell’ipocrisia effimera che alimenta il loro vagare in abiti firmati, ma senza alcuna meta e soprattutto senza alcuna serenità del cuore. Ma Cameron non muove critiche paternaliste ai personaggi della storia. Tutt’altro. Il suo è piuttosto un occhio acuto e complice, da vecchio saggio che sa restare in secondo piano, per lasciarli liberi di esprimersi al loro meglio, o, che è lo stesso, al loro peggio. Prova ne è oltretutto l’ironia beffarda con cui arriva a condire i dialoghi, generando un ritmo che, complice l’artificio narrativo che strizza l’occhio alla cronaca (e che non sveleremo), contribuisce a dare brio narrativo alla storia, mai banale, mai ovvia. L’insostenibile leggerezza dell’essere, già decantata da Milan Kundera, qui trova l’altra faccia della medaglia. New York non è infatti la Praga misteriosa e romantica di Tomáš, Tereza e Sabina. E’ una metropoli fredda e austera, minimalista e metallica, astratta. In una parola, finta. Dove però vere sono le ansie, le insoddisfazioni, i disagi esistenziali di chi la vive ogni giorno.
Peter Cameron, Anno bisestile, 275 pagine, Adelphi, 2021.
Idealista e visionario, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…