“Attraverso i suoi occhi” di Francesca Librandi non è un libro sulla musica, ma alla musa ispiratrice di bocelliana memoria deve molto.
Innanzitutto l’ispirazione, per candida ammissione dell’autrice che, fin dalla prima pagina, tiene a ringraziare John Petrucci e Mike Portnoy per esser stati tra i padri del capolavoro capace di rappresentare la scossa che ha dato linfa al romanzo.
Il testo dell’eclettica ingegnera cosentina che rende poco consono qualsiasi job title che si provi a utilizzare per definirla, è autoconsistente.
Si regge da sé, non ha bisogno di orpelli, di citazioni dotte, di scenari da favola.
In fondo l’amore che si libra tra le pagine non è quello affannato degli adulti, né quello puro dei bambini, bensì quello semi- consapevole di giovani in viaggio verso l’adultità.
Il viaggio come metafora della vita, nel romanzo della Librandi è l’esperienza da cui prende avvio la narrazione.
Un tessuto narrativo pulito, lineare, autentico che non ha bisogno di ricorrere a nomi esotici ad anglicismi, né a colpi di scena, per destare stupore.
Le storie di Rebecca manifestano una tensione tra presente e futuro in cui si situano incertezze, dissapori, conflitti interiori.
Riprendo alcuni versi dei Dream Theatre, che potrebbero benissimo esser pronunciati dalla protagonista del romanzo:
L’intero mondo continua a girarmi attorno,
tutta la vita è futuro verso il passato,
ogni respiro me ne lascia uno di meno fino all’ultimo.
Cerco dentro,
sotto una pelle
che porta sia piacere che dolore.
in un mondo pieno
di una costante confusione,
io non prenderò parte alla moda.
Le citazioni si rivelano molto utili per tratteggiare la giovane, ansiosa, incantata Rebecca, eccessivamente ancorata a quel passato che non vede l’ora di raccontare, ma che non può essere ascoltato, accolto, curato da chi non riesce a guardare con l’anima.
“Gli occhi conoscono i segreti del cuore”, avrà pensato a più riprese Lorenzo: studente di ingegneria meccanica e insegnante di basso, che ha offerto alla trama del romanzo balzi inaspettatamente sentimentalistici , in grado di aiutare i lettori e le lettrici a rifuggire dalle lusinghe forvianti della prima impressione.
Lorenzo è rimasto ingabbiato da quell’amore che sembra render sicuri, ma che, in realtà, non fa che accrescere la vulnerabilità.
Pensandoci, dinanzi al più nobile dei sentimenti, siamo tutti più attaccabili, meno imperforabili, più fiacchi, soprattutto quando ci richiede di abbandonare lo stato infantile, per lasciare spazio all’universo delle responsabilità.
Quando Cupido diviene maturo non c’è tempo per far leva sulle premesse, per illudere con le promesse, per cincischiare arrancando possibilità, ma occorre agire, costruire, scegliere.
Lo spazio dei quesiti e delle probabilità è marginale. Molte volte, per render felice qualcuno, è necessario semplicemente dar voce ai fatti, a quei mattoncini che sanno di concretezza, a quelle parole che regalano libertà e consentono di rimuovere dalla vita l’imperativo del dover essere.
Altrove ho affermato che “Attraverso i suoi occhi” è anche uno strumento idoneo a fornire riscontri sulla società in cui viviamo.
Ebbene, un manipolo di ragazzi e ragazze, uno zio poco scrupoloso e genitori poco attenti, che si muovono tra le pagine del libro, restituiscono un quadro in cui la moratoria psicosociale avanza con una certa sicumera.
Abbiamo paura di crescere, di fare i conti con gli effetti provocati dall’incedere dell’età. Questo Francesca Librandi l’ha capito. Probabilmente, è per tale ragione che ha affidato il suo mandato da scrittrice alle vicende di giovani che, grazie agli afflati amorosi e alla musica, sono convinti che tutto il mondo possa stare fuori dalle loro esistenze rumorose e imperfette.
Francesca Librandi, ATTRAVERSO I SUOI OCCHI, Pellegrini Editore, 2020.
Ognuno può essere Autore della propria vita.