Giunti alle ultime ore del Festival, scattano i pronostici su chi si aggiudicherà la Palm D’Or di questa sessantottesima edizione. La parola verrà data alla giuria domenica 24. Per il momento, accontentandoci dei resoconti della critica, diamo un’occhiata agli ultimi film presentati, a quelli che hanno riscontrato più successo e a quelli che proprio non sono andati a genio alla maggioranza.
Dopo “Mia Madre” di Nanni Moretti, uno dei film che sembra aver convinto di più è “Carol” di Todd Haynes, storia di un amore lesbo, interpretato da Cate Blanchett e Rooney Mara. La critica si dimostra unanime anche sul tanto atteso “The Assassin” del taiwanese Hou-Hsiao-hsien, film di “cappa e spada” con protagonista una giovane e bellissima spadaccina (Shu Qi).
Il grande scisma della critica è arrivato giovedì 21 in merito al terzo film italiano in gara, “Youth – La giovinezza” di Paolo Sorrentino. Per alcuni l’ennesimo capolavoro, per altri un film vuoto, senza meta e senz’anima. Ma ci pensa il pubblico, che gli regala 15 minuti di applausi al termine della proiezione (che superano i 10 per Moretti e i 7 per Garrone) a risollevare il morale del regista partenopeo. Se Diego Armando Maradona ringrazia il “maestro” per il poetico omaggio dedicatogli in una scena del film, i critici dei Cahiers du cinema, con un tweet dicono la loro: “Sorrentino sta al cinema come Rondò Veneziano sta alla musica, in peggio”. Non c’è da meravigliarsi, del resto neanche “La Grande bellezza” aveva impressionato i critici francesi.
Ancora dall’Oriente giunge uno dei migliori film in concorso, “Mountains may depart” di Jia Zhang-ke, che narra dei cambiamenti epocali della Cina degli ultimi anni. Debole invece l’accoglienza per i film francesi in gara. Per ora il riscontro più positivo è arrivato per il dramma intimista “Dheepan”, un esempio di cinema sociale dal regista Jacques Audiard.
Delusione invece per Valérie Donzelli e il suo “Marguerite et Julien Valley”, una storia d’amore incestuosa ispirata una storia vera, ma che pare non aver convinto nessuno. Stessa discorso per “Valley of Love” di Guillaume Nicloux, con protagonisti Isabelle Huppert e Gérard Depardieu.
Spostandoci sul fronte del fuori concorso, ad incantare e commuovere la Croisette ci pensa l’attesissimo film d’animazione “Il piccolo principe” di Mark Osborne, la fiaba senza tempo di Antoine de Saint-Exùpery. Per concludere anche quest’anno, non poteva mancare il film scandalo che arriva nelle vesti di “Love”, il porno d’autore in 3d del regista argentino Gaspar Noé, un vero e proprio evento di massa che ha generato lunghe file alla proiezione stampa di mezzanotte. Il film, più che scandalizzare per le scene di sesso esplicito, sembra aver annoiato gran parte degli spettatori in sala.
Se per il vincitore ufficiale della competizione c’è da attendere fino a domenica, sono stati già annunciati i vincitori della Semaine de la Critique, e tra questi spunta il nome dell’italiano Fulvio Risuleo con il cortometraggio “Varicella“. Molto applaudito il regista marchigiano Roberto Minervini, presente nella categoria Un Certain Regard con il documentario “Lousiana (The Other Side)“, una decostruzione del sogno a stelle e strisce che mostra una parte dell’America occultata.
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