Addio poeta,
addio professore,
addio voce libera
di una perenne giovinezza.

Addio cantore di mille sogni infiniti,
mai piegati alla logica del compromesso,
mai domi alla disillusione borghese
dell’alba di stagioni buie.

In questo “circo di gente diversa”,
hai fatto della coerenza il tuo verbo di vita,
cantando il disagio di chi ignora
l’appartenenza alla natura umana
che lo accomuna a chi a volte disprezza.

Nella terra dell’abbondanza
ti immagino accolto
dai canti degli zingari felici
che hai visto in Piazza Maggiore,
in quella stagione irripetibile
dimenticata e ribelle.

Riposa in pace.

Di Luigi Caputo

Idealista e visionario, ama l'arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia...