Dopo aver ascoltato il suo ultimo lavoro “Una piccola tregua”, abbiamo incontrato il cantautore bresciano, che partirà in tour il 4 febbraio 2017
Abbiamo definito “Una piccola tregua” come “un lavoro di ricerca certosina verso una sensazione di benessere e di appagamento spirituale”. E’ d’accordo? E poi perché parla di “tregua”, quindi come di qualcosa di momentaneo? Non esiste l’appagamento spirituale definitivo?
La mia piccola tregua è una sensazione indissolubile che muta e si modifica mentre mi fermo ogni giorno a contemplare ciò che è intorno a me. Momentanea e definitiva.
Qual è l’esigenza più forte che aveva quando ha iniziato a pensare a questo lavoro, e cosa è cambiato ora che il disco è diventato un cd che tutti possono ascoltare?
Questo album è nato per essere vissuto nel suo percorso creativo, senza l’idea del prodotto finale. Mi interessava vivere l’esperienza e non il risultato.
Parliamo delle canzoni. “Trasparente”, che è poi il primo singolo estratto dal disco, è forse la traccia più ‘fisica’ del lavoro, quella in cui più di ogni altra si avverte la sensazione del legame con il corpo più che con lo spirito. Ed è poi quella in cui si parla dell’impossibilità di abbandonare per sempre i legami importanti. Il brano è nato da un incontro con Luciana Landolfi. Vuole parlarcene meglio?
Il testo di Trasparente racconta dell’impossibilità di camminare per il mondo senza avere addosso le tracce di chi abbiamo amato. Ispirato da una poesia di Luciana Landolfi dedicata al poeta Giovanni Raboni che descrive il ponte tra chi abbiamo lasciato andare e la nostra vita.
Questo sentimento complesso viene raccontato anche nel video tramite immagini, movimento, contatto, dinamica, ritmo, a supporto di un brano che ha già una sua identità, una sua storia ben precisa.
“Ho chiuso gli occhi” è per noi il cuore del lavoro, quello in cui si respira più profonda l’essenza della spiritualità. Nel testo parla di “cura” e di “grazia”. Non corre il rischio di sembrare controcorrente utilizzando questi termini così inusuali per la musica di oggi?
La musica mi permette di utilizzare senza timore qualsiasi forma di linguaggio.
A proposito di spiritualità, crede in Dio?
Credo nella spiritualità.
Cosa pensa di Papa Francesco e della posizione della Chiesa di oggi? E in generale come vede la presenza della religione nella vita degli uomini del 21mo secolo?
È importante che la religione non allontani l’uomo dalla dimensione spirituale.
La novità che riscontriamo in questo lavoro si rileva, oltre che nei testi, anche nei suoni. La mano di Matteo Cantaluppi, produttore artistico del disco, si sente, così come si sente l’influenza di un pop elettronico di matrice tedesca. E’ nata prima la musica o sono nati prima i testi? E le canzoni hanno preso vita così come le ascoltiamo ora, o sono frutto di un lavoro di arrangiamento che ne ha cambiato profondamente la struttura originaria?
Molti i brani sono nati in origine dalla musica, con il pianoforte. Pochi accordi che insieme a Lele Battista ho perfezionato, lavorando alle strutture delle canzoni e introducendo le prime parole con l’aiuto di Stefano Diana e Giovanni Peli. Matteo Cantaluppi invece ha lavorato sulla produzione e sugli arrangiamenti. Il colore finale è frutto di entrambi. Sicuramente rispetto all’idea originaria il lavoro di arrangiamento ha modificato profondamente le canzoni.
Come è nata la collaborazione con Lele Battista?
Ho conosciuto Lele durante la realizzazione del precedente album, La luce nelle nuvole. Avevo bisogno di un artista/cantante che potesse aiutarmi ad esprimermi meglio con la voce e il mio produttore aveva consigliato lui. È stata per me un’esperienza importante di crescita, quindi ho desiderato coinvolgerlo anche in questo album chiedendogli anche di scrivere insieme.
“Il miracolo”, “Se io fossi un uomo” e “Sottile universo” sembrano partorite da un cuore innamorato. E’ così? E’ più innamorato delle persone o della vita?
Sono innamorato.
“Due età un tempo” e “Fragili miti” sono espressione del tempo che passa e che segna tracce indelebili su ciascuno. Pur lasciandosi affascinare dai ricordi, sembra voler dare anche un taglio netto ai rimpianti. Il passato non torna più, meglio farci i conti e affrontare il presente, e soprattutto pensare che i sogni siano stati “sostituiti dalla verità”, come afferma in “Fragili miti”. Ma a volte la verità è una partner con cui risulta difficile fare i conti, non trova?
Hai trovato una chiave di lettura esatta, che rispecchia proprio il mio carattere. Mi affascinano i ricordi ma non i rimpianti. Per me il passato è importante perché ci permette con l’esperienza vissuta di affrontare la vita. Sorrido sempre pensando al passato però senza nostalgia. Il presente per me è sempre meglio del passato e sono sicuro che il futuro lo sarà ancora di più.
Nel disco ravvisiamo influenze importanti, come quelle di Franco Battiato, oltre che un’aria alla Garbo anni ’80 begli arrangiamenti. E’ così o è una nostra impressione? Quali sono i tuoi riferimenti musicali?
Un onore per me essere affiancato a questi artisti importantissimi. In realtà le mie influenze sono molto legate anche al suono elettronico contemporaneo. Ascolto Apparat e Howling dove la forma canzone è moderna e senza strutture precise.
Come hai intenzione di far conoscere “Una piccola tregua”? Andrai in tour?
Il 4 febbraio 2017 partirà dal Teatrino di San Giovanni a Brescia la prima data di un mini-tour che promuoverà, con una veste elettronica, il nuovo album. Nel frattempo il 2 dicembre uscirà il video del brano “Bandiera”.
NoteVerticali si occupa, oltre che di musica, anche di cinema e letteratura. Se “Una piccola tregua” fosse un film, che film sarebbe? E se fosse un libro?
Sarebbe un film con la sceneggiatura di Kaufman e un libro stampato su una carta ruvida.

Idealista e visionario, forse un pazzo, forse un poeta, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…