Professore abbondantemente oltre la mezza età accompagna la moglie a uno dei tanti festival del cinema. Lei è un’addetta stampa di successo non ancora pronta per le copertine e le minestre. Arrivati in Europa, la scena si svolge a San Sebastian, lui cercherà ispirazione per il romanzo della sua vita e lei troverà ispirazione in un giovane regista emergente. Negli ultimi anni i film di Woody Allen appaiono, sempre più, un prodotto necessario. Attraverso una sceneggiatura puntuale come un orologio, il regista riesce a fare la cosa più importante al mondo, mettere di buon umore.

Le atmosfere deliziose e le frustrazioni di sempre sembrano diventate una cifra stilistica cui è impossibile resistere. Se oltreoceano c’è un po’ di maretta  per l’artista, in Europa le platee ne sono ancora ipnotizzate. In quello che sembra il classico terzetto Allen, inserisce la bella dottoressa,  di cui il protagonista s’innamora alla prima visita cardiaca. Mort Rifkin è l’ennesimo alter ego di Woody che prova a capire cosa succede intorno a lui ponendosi, in solitudine, le canoniche domande sull’universo.

Questa volta il regista affida se stesso all’ottimo Wallace Shawn che riesce a far rimpiangere le espressioni di Allen il meno possibile. Il resto è un contorno perfetto, dallo spassosissimo marito violento della bella medica a Christopher Waltz che dispensa consigli vestito come la morte ne Il settimo sigillo. Il risultato è un film pieno di citazioni al cinema del passato, da Fellini a Truffaut, realizzate attraverso scene storiche riviste come sogni di Rifkin. Sono le emozioni a non cambiare mai, lo sa bene il regista che propone il suo modo divertente di vedere la vita come una straordinaria condanna a essere schiavi delle emozioni. Un cinema che si rinnova pur rimanendo lo stesso e mantenendo intatto quell’ironia necessaria a riempire una vita priva di significato.

RIFKIN’S FESTIVAL (Usa/Spagna, 2020, Commedia, 92′). Regia di Woody Allen. Con Wallace Shawn, Gina Gershon, Louis Garrel, Christoph Waltz, Elena Anaya. Vision Distribution. In sala da giovedì 6 maggio 2021.

Di Paolo Quaglia

Nasce a Milano qualche anno fa. Usa la scrittura come antidoto alla sua misantropia, con risultati alterni. Ama l’onestà intellettuale sopra ogni altra cosa, anche se non sempre riesce a praticarla.