Quarta edizione per Amadeus, accompagnato nella conduzione da Gianni Morandi e da Chiara Ferragni.
Il 73mo Festival di Sanremo ha aperto i battenti Martedì 7 Febbraio 2023. Qui le nostre pagelle con cui abbiamo valutato le esibizioni dei 14 cantanti partecipanti alla prima serata.
Sali – ANNA OXA
Una canzone non banale, scritta da Kaballà, Bianconi, Zanotti e dalla stessa interprete, che vuole essere un invito a recuperare la dignità spirituale della persona. L’interpretazione della Oxa, al ritorno su un palcoscenico importante dopo un periodo d’ombra, non ha contribuito però a suscitare attenzione presso il pubblico, anzi. Una voce troppo gridata, che un tempo era un marchio di fabbrica, oggi rischia di cadere nel limbo dell’oblio. Ancor di più se anticipato da un atteggiamento da diva algida e dispotica (ha disertato il red carpet e polemizzato durante le prove) che aveva attirato a sé già le antipatie dei più e che le ha ulteriormente confermate con un incomprensibile post social in cui dà dell’analfabeta funzionale a chi non ha capito il testo. Siamo a Sanremo, non a un convegno di semiotica: scenda dal piedistallo, signora. Con tutto l’affetto di chi la segue dal 1978 e ha ancora ha i brividi se ascolta Un’emozione da poco. VOTO: 5
Mostro – gIANMARIA
Faccia da bravo ragazzo, look incerto, presenza scenica già collaudata a X Factor e che non guasta in queste occasioni. La canzone al primo ascolto non colpisce, ma ha un refrain destinato al tormentone che sicuramente farà il botto in radio e sui digital media. VOTO: 6
Supereroi – MR. RAIN
Canzoncina delicata e sanremese che affronta con una buona dose di ovvietà il tema della depressione. Il coro dei bambini è una trovata furbissima che fa tanto Povia e sicuramente non lascerà insensibili le giurie popolari. VOTO: 6,5
Due vite – MARCO MENGONI
Ogni Sanremo ha il suo favorito e lui, che torna a Sanremo dopo la vittoria del 2013, era quello di quest’anno già prima di cantare. Il brano ascoltato ieri sera non è un capolavoro, ma nel piattume generale svetta con estrema facilità. È già sul podio, dovrà solo gestire con cura le proprie doti. VOTO: 7,5
Mare di guai – ARIETE
Da lei ci aspettavamo di più soprattutto in termini di grinta e di cazzimma. Invece l’interpretazione non incide, nonostante il brano (che vede come autori Calcutta, Dardust e Vincenzo Centrella) non sia proprio da buttare. C’è solo da migliorare. VOTO: 5,5
Alba – ULTIMO
“E le strofe languide di tutti quei cantanti con le facce da bambini e con i loro cuori infranti”: se Eugenio Finardi scrivesse ‘Musica ribelle’ oggi, probabilmente penserebbe a lui. Canzone melodrammatica come nel suo stile, sguardo impenetrabile come nel suo stile, Ultimo si candida a diventare il Toto Cutugno degli anni Duemila. Stavolta però ha detto che, se dovesse arrivare secondo, non ne farebbe un pianto. Vedremo. VOTO: 6,5
L’addio – COMA_COSE
Quando li avevamo conosciuti erano indie, pop, rap. Poi hanno scoperto il palco dell’Ariston e sono diventati più casalinghi, più intimi, più coppia. Una coppia complice che fa simpatia, anche quando racconta una propria crisi passata. Il brano è meno coinvolgente rispetto a “Fiamme negli occhi” che nel 2021 li aveva consacrati al grande pubblico, ma si fa ascoltare, andrà fino in fondo e lo ascolteremo molto in radio. VOTO: 7
Due – ELODIE
La vera diva del Festival, con buona pace di Anna Oxa. Una diva pop, che incarna una evidente femminilità mostrando una innata padronanza del palco e della propria immagine. La canzone è costruita a sua immagine e somiglianza, si candida a diventare il brano più ascoltato del Festival. VOTO: 7
Terzo cuore – LEO GASSMANN
Una faccia simpatica, che resta impressa per l’assoluta normalità che trasmette. Niente autotune, nessun gesto fuori dai canoni, sembra un cantante di Sanremo 1993. La canzone è orecchiabile al punto giusto, farà strada. VOTO: 6,5
Lettera 22 – CUGINI DI CAMPAGNA
Una fusione a freddo che funziona a metà. Non puoi prendere una canzone pop con parvenza di impegno (si parla di solitudine e di un legame che finisce) con ritornello ossessivo compulsivo (“Non lasciarmi solo, non lasciarmi qui”) scritta da due campioni come Lucchesi e Mangiaracina alias La Rappresentante di Lista e farla cantare ad altri campioni, stavolta del kitsch, ossia i Cugini di Campagna. Il risultato è un ibrido che non riusciamo a comprendere. VOTO: 5
Quando ti manca il fiato – GIANLUCA GRIGNANI
Uno dei brani più profondi di questa edizione, che racconta il disagio esistenziale della lontananza tra padre e figlio. Un vero peccato che l’interpretazione non onori la canzone: troppa incertezza, troppa precarietà. Peccato. VOTO: 5
Polvere – OLLY
La linea green fortemente voluta da Amadeus per svecchiare quelli che una volta si chiamavano lo ha portato al Festival di quest’anno. Brano orecchiabile, uguale a tantissimi altri, che avrà fortuna in radio e sarà già tanto. VOTO: 6
Non mi va – COLLA ZIO
Direttamente da Sanremo Giovani, dopo 25 anni all’Ariston sono tornati i Ragazzi Italiani. Colorati, divertenti e più sboccati. Portano al Festival un po’ di sana allegria. Brano orecchiabile, semplice semplice. VOTO: 6
Duemilaminuti – MARA SATTEI
Interpretazione da femme fatale per un brano scritto da Damiano David dei Maneskin. Ci sono voce e personalità, e anche un po’ di bella presenza, che non basta mai. VOTO: 6,5.
Idealista e visionario, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…

