Una compagnia teatrale polacca è travolta dalla storia. Siamo nella Varsavia del 1942 e le truppe naziste invadono una Polonia inerme che si piega a Hitler. Non avendo particolari abilità di guerriglia il gruppo di attori mette in atto una resistenza affidandosi al talento della loro arte. To be or not to è una satira di propaganda che antepone ironia e astuzia alla violenza superficiale dei tedeschi.

Il regista Ernst Lubitsch ha lavorato in poche settimane del 1941, confezionando un film di propaganda che lavora su toni racchiusi tra la commedia e la farsa. Il conflitto era in corso durante la realizzazione e nonostante le notizie fossero sporadiche, il quadro di storia e stati d’animo è reale e profondamente dettagliato. Accusato erroneamente di affrontare in maniera approssimativa gli avvenimenti Vogliamo vivere, titolo italiano, viaggia su binari poetici regalando risate che arrivano dall’estrema umanità dei protagonisti. Osservando i personaggi ci si rende conto come la compagnia rappresenta la varietà di caratteri riscontrabili nella vita e ascoltando i dialoghi non si può far altro che essere rapiti dalla poesia con cui il regista alterna le gag rimanendo profondamente ancorato alla realtà dei sentimenti.

Tra finzione e realtà di una rappresentazione per la Gestapo Lubitsch racconta il vissuto di persone incredule e spaventate ma mai pavide. L’arte attoriale utilizzata come antidoto per la rassegnazione si presenta descrittiva e diviene infine salvatrice. Un film che rasenta la perfezione nel rispetto delle regole basi dimostrandosi maestro nel costruire situazioni. La comicità è soprattutto questione di tempi e il regista è ottimo nel dosarli senza marcare le tinte o diventare melenso. Il risultato è una delle più grandi commedie di sempre che trascende il genere e diventa esempio difficilmente raggiungibile.

VOGLIAMO VIVERE (Usa, 1942, Commedia, 99′). Regia di Ernst Lubitsch. Con Robert Stack, Carole Lombard, Jack Benny, Felix Bressart, Henry Victor, Sig Ruman, James Finlayson, Frank Reicher, Lionel Atwill. Teodora Film.

Di Paolo Quaglia

Nasce a Milano qualche anno fa. Usa la scrittura come antidoto alla sua misantropia, con risultati alterni. Ama l’onestà intellettuale sopra ogni altra cosa, anche se non sempre riesce a praticarla.