Piero Mascitti in aperta polemica con la decisione della giuria del Premio intitolato al Maestro del decoupage
Non si placano le reazioni all’indomani della consegna del Premio Rotella al regista Ai Weiwei nel corso della 74ma edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Il riconoscimento attribuito dalla giuria – composta da Gianvito e Alessandro Casadonte, rispettivamente direttore artistico e produttore del Premio, dalla presidente della Fondazione, Aghnessa Rotella, e dalla giornalista Silvia Bizio – al cineasta cinese per la pellicola “Human Flow” continua a dividere la critica. Ancora una volta, a intervenire nella discussione è il producer Piero Mascitti, ideatore del Premio, deus ex machina della Fondazione nonché la persona che è stata più vicina a Mimmo Rotella negli ultimi vent’anni di vita del grande artista di origine calabrese. Mascitti, raggiunto telefonicamente al Mmoma di Mosca dove si trova per la mostra dedicata all’opera di Giosetta Fioroni, ci segnala che il celebre critico cinematografico Paolo Mereghetti ha recensito sul Corriere di oggi il documentario “Ex libris” del regista Frederick Wiseman, definendolo senza mezzi termini un capolavoro e candidandolo apertamente al Leone d’Oro. L’opera era proprio quella che Mascitti ci aveva segnalato come la più indicata, tra i film in concorso a Venezia, a ricevere il Premio Rotella. “Questione di affinità elettive”, sostiene Mascitti, secondo il quale la poetica di Wiseman è perfettamente in linea con quella del Maestro Rotella, alla continua ricerca di guizzi artistici che sono stati evidentemente colti dalla critica di Mereghetti, certamente poco avvezza a giudizi troppo benevoli. Affinità elettive che hanno il loro rovescio della medaglia, se pensiamo che lo stesso Mereghetti, che nella sua recensione di “Ex libris” scrive di essere rimasto ammirato dalla grandezza di Wiseman, aveva stroncato senza mezzi termini proprio “Human Flow”, la pellicola che invece è stata esaltata dalla giuria del Premio Rotella.
Affinità e divergenze, quindi, che mettono sul piatto opinioni del tutto contrapposte. Da un lato, le scelte della giuria il cui direttore artistico è Gianvito Casadonte, e dall’altro la vision di Mascitti, che non è certo tenero nè avaro di giudizi. “I premi non possono essere assegnati così, a cuor leggero, senza pensarci, al solo scopo di ottenere in cambio un selfie da far girare sulle bacheche dei social”, va giù duro Mascitti. “Avevo caldeggiato personalmente la scelta di Casadonte come direttore artistico del Premio, ma oggi non mi sento più di condividere quella scelta”, afferma. “Ricordo il particolare rigore con cui Mimmo Rotella, il mio Maestro, si avvicinava al cinema. Una sorgente meravigliosa di emozioni da trattare con assoluto rispetto, e a cui tributare ammirazione e dedizione se esaltata dal certosino lavoro di menti geniali avvolte dall’aura cosmopolita e controcorrente, la stessa respirata da registi quali Joao Botelho, Julie Taymore, Takeshi Kitano, Merziyeh Meshkini, Abel Ferrara, Gianni Amelio e Peter Greenaway, per citare alcuni tra gli illustri vincitori del Premio Rotella nel corso degli anni. E la stessa aura respirata dal Maestro catanzarese, al quale è sempre stato a cuore l’impegno per la diffusione della cultura a ogni suo livello. Proprio come Wiseman. Una mission che non può e non deve essere messa da parte da un Premio che porta il suo nome, e che non può e non deve essere oscurata dalla voglia di fare selfie da far girare sulle bacheche dei social”.

Idealista e visionario, forse un pazzo, forse un poeta, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…