“Chi ci ha prestato la barca per questo viaggio ci ha detto: Vedrete quando sarete all’altezza di Castelguglielmo sembrerà di essere in Amazzonia!”: lo dicono gli autori di questo libro-viaggio edito da La nave di Teseo
Mantova è la patria di Virgilio e dei Gonzaga, la potente famiglia principesca che domino la bassa Lombardia da metà del trecento fino al 1707. La città sorge sulle sponde di quattro laghi che ne formano uno: un unico specchio d’acqua che nel XII secolo la circondava per intero rendendola un isola artificiale.
L’opera di Alberto Pitentino, visionario ingegnere e idraulico bergamasco, tramite un sistema idrico complesso, aveva asportato un pezzo di terra a cui poi aveva sostituito un canale che avrebbe diramato il Micio e circondato la città, difendendola dagli assalti nemici. Nel XVII secolo un’inondazione e la successiva accumulazione di materiali solidi e detriti avrebbe costretto la chiusura della parte inferiore dal corso d’acqua e Màntua, in dialetto mantovano, sarebbe tornata ad essere territorio continentale. Ad oggi, la città cantata da Dante: “Non molto ha corso, ch’el trova una lama ne la qual si distende e la ‘mpaluda”, si stanzia ancora dirimpetto all’acqua e si vede ogni giorno attraversata dal fiume Micio, che la supera, tramutando in Canalbianco e puntando al mare.
Da Mantova parte il “viaggio” in zattera di Vasco Brondi, in arte Le luci della centrale elettrica, e Massimo Zamboni, storico chitarrista dei Cccp\Csi, attraverso questo canale navigabile che parallelamente al Po e all’Adige attraversa la pianura per gettarsi nell’adriatico (La parola viaggio, tuttavia, in questa occasione appare traduzione errata; si tratta più che altro di un “journey”, se volessimo dirlo in inglese, di un “tragitto” travestito da viaggio).
Il materiale raccolto, attraverso quattro giorni di lenta navigata, d’ impressioni, riflessioni, immagini e sensazioni dei due musicisti emiliani e stato sistemato e riunito in un libro edito da La nave di Teseo che porta il titolo di “Anime Galleggianti. Dalla pianura al mare tagliando per i campi”. Il non voler accostare il termine viaggio alla “traversata” di quattro giorni, andata e ritorno Mantova-Adriatico, non è certo dovuto ad una apparente inconsistenza della portata dell’avventura; più che altro mi è sembrato più opportuno il termine “tragitto” come a designare uno spostamento, sì premeditato, ma che abbia come obiettivo finale il “perdere le coordinate”. Infatti, questo sembra essere l’obiettivo dei musicisti-scrittori, e lo ribadisce Vasco Brondi, intervistato alla Feltrinelli di Via Appia a Roma, quando parla proprio di assenza di coordinate, di gioco dell’infanzia che finalmente realizza un sogno tenuto finora nel cassetto.
Ma cosa centrano l’acqua, Mantova, il Canalbianco, l’Adriatico e due musicisti emiliani? Dov’è il punk, Dov’è la musica? È lasciata volentieri in disparte a dispetto dei suoni della pianura: gli uccelli, la barca-zattera che scivola sull’acqua, le voci dei pescatori rumeni, la geografia e la morfologia del fiume che erode, taglia e scava il proprio letto; i silenzi ed i pensieri di due persone che hanno coronato un sogno. Tuttavia, anche se è difficile trovare un tassello fuori posto nell’opera, chiudendo tra le mani il libro dopo aver passato un pomeriggio ad attraversare “l’Amazzonia” in compagnia delle voci dei protagonisti sento, forte, un problema di impossibilità: l’intraducibilità delle emozioni provate da chi scrive non riesce ad essere sopperita dalla presenza di fotografie evocative e suggestive, che tentano a loro modo di tradurre un momento e un luogo che solo chi ha vissuto può davvero comprendere a pieno.
ANIME GALLEGGIANTI – Booktrailer
Vasco Brondi e Massimo Zamboni, Anime galleggianti – Dalla pianura al mare tagliando per i campi, 143 pagine, 15 Euro, La Nave di Teseo, in libreria dal 14 aprile 2016.