Una bambina di tredici anni che lotta per la sopravvivenza in uno scenario apocalittico. Un romanzo struggente e intenso 

NoteVerticali.it_Niccolo_Ammaniti_Anna_coverFreud insegna che amare se stessi è conseguenza dell’istinto di sopravvivenza. Anna è poco più di una bambina, condannata a vivere in una Sicilia dove un terribile virus. la Rossa, ha fatto piazza pulita di tutti i grandi. Una realtà da Apocalisse, che trasforma l’isola in un avamposto di resistenza con bambini e ragazzi che coabitano con il silenzio e la violenza. Anna ha un fratello più piccolo, Astor, la sua ricchezza più grande, e un quaderno nel quale la madre, prima di morire, le ha scritto dei consigli per la sopravvivenza. Un tesoro geloso che la ragazzina custodisce con la massima attenzione, e dal quale attinge istruzioni su come comportarsi a seconda delle situazioni. Intorno a lei creature umane e animali che vagano nell’infelicità selvaggia e ferina della vita allo stato brado, in un mondo nel quale i soldi non hanno più valore, dove un cd di Massimo Ranieri può valere un antibiotico o un barattolo di Nutella, e dove crescere significa prepararsi a morire. Un mondo che però mantiene il senso degli affetti, e che le fa scoprire il volto sorridente di Pietro, un ragazzino di poco più grande che fa nascere in lei qualcosa che va oltre l’amicizia, e quello scodinzolante di Coccolone, un maremmano che passa dalla violenza dei combattimenti contro i propri simili a un’esistenza di compagno fedele e premuroso.   

Con “Anna” (Einaudi – Stile Libero Big), Niccolò Ammaniti consegna alla letteratura moderna un personaggio unico, una eroina suo malgrado che sfrutta la propria intelligenza per imparare a sopravvivere, e per farlo riuscendo a salvare il fratello più piccolo. In 274 pagine che si fanno leggere tutte d’un fiato, con uno stile che ormai abbiamo imparato a conoscere e che appartiene senz’altro alla migliore letteratura dei nostri tempi, accompagniamo la ragazza nel suo viaggio della speranza verso la Calabria, la terra oltre il mare dove forse il virus non c’è. Un viaggio che è anche e soprattutto esperienza di crescita, dove si è chiamati a sperimentare sulla propria pelle le assurdità di un’esistenza capovolta, precaria e incerta, senza elettricità, dove le bellezze naturali sono compagne di una vita che sembra non avere senso. Ammaniti ci dice che anche il progresso ha i suoi limiti, e che l’umanità resta debole e sconfitta nonostante Internet e la tecnologia. Ma ciò che non è vinta resta la speranza di sopravvivere, quell’istinto che, ricordando la lezione di Freud, fa amare se stessi, e che ci insegna a guardare oltre per ritrovare le cose perdute, al di là di quel mare che separa l’impossibile realtà dalla possibile speranza.

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Niccolò Ammaniti, ANNA, Einaudi, Stile Libero Big, 274 pag., 2015.

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