“Un viaggio nella storia segreta delle fiabe e dei loro autori” è il sottotitolo de I raccontastorie, il romanzo dello scrittore inglese Nicholas Jubber, in cui gli autori delle fiabe divenute leggendarie con l’incipit “C’era una volta” non passano in secondo piano rispetto alle stesse.
La forza del romanzo, edito da Bompiani e tradotto da Andrea Asioli è anche quella di ricordare ad alcuni, o addirittura di far conoscere ad altri, i nomi degli autori di fiabe intramontabili come “La storia di Aladino e la lampada meravigliosa”. Ma anche quella di mettere in luce il significato recondito de “La piccola fiammiferaia”. Fermo restando che il fulcro di tutto resta nelle vite degli autori, o di coloro che i più pensano siano gli autori originali, di fiabe per bambini tramandate nei secoli. Alcune di queste fiabe hanno preso vita nel folklore tedesco, altre all’interno del popolo danese, altre ancora nella radicata tradizione russa solo per fare alcuni esempi. Lo stesso Jubber scrive: “Nello scegliere come raccontare questa storia, ho avuto la sensazione di essere circondato da una foresta con così tanti alberi, di così tante varietà, che era difficile stabilire un percorso agevole […] La mia è solo una delle tante possibili storie delle fiabe, perché tanti sono i sentieri che attraversano questa foresta”.
Tuttavia, i riferimenti fondamentali restano due poli: i tedeschi fratelli Jacob e Wilhelm Grimm e il danese Hans Christian Andersen. Quest’ultimo più giovane di vent’anni rispetto ai primi, ne era un ammiratore tanto da essersi recato alla loro abitazione di Berlino per farne diretta conoscenza.
Difficile conoscere questo episodio senza un romanzo dallo spiccato intento biografico come quello di Jubber. Ancora più difficile immaginare che dietro gli autori delle più note fiabe al mondo, si celassero anche delle donne. Come nel caso di Dortchen Grimm, moglie di Wilhem e strumento preziosissimo nella raccolta di fiabe pubblicata dai due fratelli.
Si è trattato di una raccolta creata dalla tradizione popolare, che il cuore del popolo tedesco aveva tramandato oralmente ma senza che mai cadessero nel vuoto durante lo scorrere del tempo.
Quindi le leggendarie fiabe dei fratelli Grimm non sono state frutto della loro creatività, piuttosto oggetto dei loro studi filologici e anche di insuccessi nelle prime edizioni. Finché non riuscirono a decollare senza mai fermarsi. Leggendo il romanzo, si scopre che allo stesso modo la raccolta di Andersen ha seguito lo stesso percorso all’interno della tradizione orale danese. Con la differenza che il loro autore già di per sé vi aveva inserito il suo vissuto biografico. Addirittura, la vita di Andersen pare una favola: da un ragazzino figlio della povertà assoluta, decide di viaggiare per il mondo in cerca di fortuna e viene premiato trovandola in più occasioni. Eppure, leggendo il romanzo ci sono anche scoperte amare come significati reconditi in fiabe che apparentemente ne sembrano prive. Perché i personaggi magici, le situazioni pericolose, gli incontri fatali possono essere letti – e Jubber lo fa – come metafora dell’inconscio dei loro stessi autori.
E delle loro stesse autrici. Perché nel romanzo, oltre a Dortchen Grimm, viene resa giustizia anche ad altre donne narratrici di fiabe invece rimaste solitamente nell’ombra.
Jubber, autore di questo romanzo originale nella tematica, solleva in più punti anche il dubbio che le cosiddette “fiabe per bambini” poi tanto per bambini non lo siano del tutto.
Perché alcuni passaggi sono stati censurati, altri edulcorati. Oppure ancora perché disseminate, a volte, da ricordi d’infanzia degli autori stessi non sempre positivi o non sempre fiabeschi.
Nicholas Jubber, I RACCONTASTORIE, traduzione di Andrea Asioli, 412 pagg. Bompiani, 2023.

Ha scelto di approfondire le materie che ama da sempre conseguendo una laurea in Lettere Moderne. Che in terra brianzola è di per sé una sfida. Ma specializzandosi in Storia del Teatro Inglese e Cinema è quasi incoscienza. Tuttavia, unendo lavoro pratico a collaborazioni artistiche, da anni si occupa di recensioni culturali e anche di editoria.