Daniela Mattalia ci regala un romanzo fresco e piacevole, nel quale anche il dolore assume connotazioni da commedia

Essere normali è la vera rivoluzione. Il concetto, cantato da Lucio Dalla nei vivaci e fumosi anni ‘70 (“L’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”), emerge possente dopo la lettura di un romanzo come “La perfezione non è di questo mondo”, di Daniela Mattalia (Feltrinelli Editore). Una storia che raccoglie le vite di quattro personaggi, e il loro rapporto con il quotidiano, con la gioia e con il dolore: esperienza tutt’altro che semplice, che si affronta giorno dopo giorno, e non senza sacrifici e rinunce. Siamo a Torino, nel cuore dell’Italia produttiva e operosa, dove non sembrerebbe esserci posto per i sentimenti, le tenerezze e la fantasia. Eppure, dietro l’aurea corazza, questo posto c’è. Lo sa bene Adriano, professore ottantaduenne, animo gentile e romantico nascosto dietro una barriera apparentemente impenetrabile di formalismo e rigore, che dopo la scomparsa di sua moglie Giulietta sembra aver perso i lumi della ragione. Comprensibile, si dirà: il dolore per l’assenza della compagna di una vita è talmente forte da poter uccidere. Il fatto curioso però è che Adriano continua a vedere Giulietta presente tra le corsie dell’ospedale, in quelle Molinette dove la sua amata ha chiuso gli occhi per sempre. Bizzarro, vero? Non per Angelo, il tassista che Adriano incrocia per caso, e per il quale è assolutamente normale che non solo le anime dei defunti che ci sono cari, ma anche il loro volto e le loro parole, compresi i rimproveri, le piccole fissazioni e le manie di una vita, restino eternamente presenti in chi li cerca e li desidera ancora. Il tempo per gli affetti non scade mai, sembra suggerirci Angelo. Così come c’è sempre tempo per tornare indietro sulle proprie scelte e rimediare a situazioni in cui non ci si sente a proprio agio. Lo sa bene Fausto, giovane allampanato e perennemente distratto, che vivacchia in una relazione affettiva con una ragazza della Torino bene dalla quale però non riceve la giusta linfa. Si sente ingabbiato, e appena può trova l’occasione di scorazzare al parco con Archibald, il suo alter ego canino, che lo fa sudare ma lo fa vivere. Casualmente, proprio grazie al suo cane, Fausto conosce Gemma, trentenne che lavora da precaria in una libreria maschilista e che sogna ancora di cambiare il mondo con le idee e con la gentilezza, e soprattutto tendendo una mano agli altri, e due a chi è in difficoltà. Come fa con Olga, arzilla zitella – come ama definirsi prima che lo facciano gli altri – che incontra Gemma prima virtualmente, grazie al telefono del Filo d’Argento, un call center per persone anziane, e poi personalmente, complice una fastidiosa frattura che ‘consente’ a Olga di ‘visitare’ anch’ella le Molinette.

Fin qui il plot narrativo, che dà vita a intrecci e situazioni che ovviamente non sveliamo, ma che segnaliamo per la freschezza e la spontaneità. In 176 pagine che si fanno leggere tutte d’un fiato, Daniela Mattalia confeziona infatti un romanzo piacevole e intelligente. Grazie a uno stile di scrittura non banale, la giornalista torinese, caporedattore a “Panorama” dove si occupa di scienza, medicina e astrofisica, alla sua prima prova da narratrice ci regala una favola moderna, dove l’imperfezione non è un minus, ma un plus, e dove suggerisce che leggerezza e tenerezza possano essere gli ingredienti segreti per un’esistenza migliore. Non è facile raccontare il dolore. L’autrice ci riesce grazie a inusuali registri da commedia, che esaltano le storie minime di Adriano, Angelo, Olga, Fausto e Gemma intrecciate nella fugacità del quotidiano. Un artificio letterario che si rivela vincente, e che dimostra quanto sia necessario – e nettamente più utile e intelligente – affrontare con il sorriso i piccoli e grandi ostacoli di ogni giorno. Un romanzo che disegna con curiosità e raffinata eleganza un mondo fatto di emozioni senza tempo, nel quale potersi rapportare agli altri con educazione e tatto, e dove ci si può innamorare a qualsiasi età, purché lo si faccia lasciando libero il cuore e non prendendosi troppo sul serio.

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Daniela Mattalia, LA PERFEZIONE NON E’ DI QUESTO MONDO, 176 pagine, Feltrinelli Editore, 2017.

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