Il confine tra innocenza e colpevolezza a volte è labile, quasi come quello tra realtà e finzione. E’ qui che si trova Veronica, una donna che fa della sensibilità la propria ragione di vita: il suo lavoro è l’acquerellista per le riviste, i musei e le locandine dei film. Vive a Torino e dalla città piemontese assorbe l’inquietudine che si manifesta nel grigiore dell’ordinarietà, al di là di ogni consolazione e distrazione. Le sue giornate sono scandite al ritmo del rigore, quel rigore che lei ha imparato anche attraverso le tecniche marziali che l’hanno resa una samurai moderna, capace di resistere e di incassare. Ma forse, anche di ferire. Oggi si trova, in un letto d’ospedale, a raccontare la sua verità cercando di acquisire la fiducia di chi la ascolta.
La samurai, di Gabriele Di Fronzo, è un romanzo oscuro, una storia ombrosa e difficile da inquadrare, certamente non un percorso lineare e trasparente. Ma, forse proprio per questo, si dipana in una trama che attira l’attenzione del lettore. Una vicenda fosca, un noir la cui ambientazione contemporanea non sembra tradire un’epicità caratterizzante e ben definita. C’è fuoco nella pagine di questa storia. Il fuoco delle fiamme che avvampano l’appartamento che Veronica condivideva con il marito, ma anche il fuoco di una passione che sa essere più forte della vita stessa, e oltre la vita cerca risposte che la verità degli uomini non sempre sa fornire.
Di Fronzo, qui alla sua seconda prova narrativa, ci mostra un talento frutto di una scrittura assai cinematografica, che disegna quadri gotici in uno scenario di originale e melanconica passione. Quasi un film di Jim Jarmush, quasi un brano di Tom Waits.
Gabriele Di Fronzo LA SAMURAI, 176 pagine, Marsilio, 2022.
Idealista e visionario, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…