Tra luoghi meravigliosi e pieni di abbandono, che tornano nuova terra di conquista, un romanzo originale e ricco di passione
La Valle Cervo in Piemonte accoglie questo romanzo che evolve negli spazi lasciati da altre tematiche, la crisi economica e sociale in primis, ma anche i rapporti compromessi tra padri e figli. La storia d’amore tra Andrea e Marina, diametralmente opposti ma appartenenti alla stessa generazione, quella che cerca una possibile risposta al proprio futuro.
Lei imbottita di arrivismo figlio degli anni 90, stella del palcoscenico provinciale dei grandi magazzini, sogna un futuro da soubrette, a Milano o Roma, dove per altro non è mai stata. Determinatissima e disposta a tutto per vivere sotto ai riflettori, Marina in fondo sa che la sua storia, fatta di squallore e delusioni, alla fine è una storia di provincia come migliaia di altre. Sebbene le dia l’apparenza di una rampante ascesa, Marina si arrenderà al fatto che “[…] la sua era una storia di miseria e basta”.
Lui sceglie la via della tradizione agricola, le usanze dei nonni che lentamente, secondo il ritmo delle stagioni si prendevano cura della terra e delle sue creature. Scegliendo di seguire il rituale della transumanza e un’esistenza umile e carnale, riesce a rilevare una cascina abbandonata e a fondare la propria azienda casearia.
Con “Marina Bellezza” (Rizzoli) Silvia Avallone racconta di una generazione che se ne va, lascia i propri luoghi. Non per conoscere un mondo più grande, ma recidendo le proprie radici, parte per cercare disperatamente una risposta all’avvenire, una Eldorado. É cosi che Andrea ancora una volta si contrappone al personaggio di suo fratello Ermanno, ingegnere di successo nella statunitense NASA. Lui casaro – o cow boy – del far West biellese, Ermanno emigrato tra gli stessi paesaggi americani nei quali da bambini si immaginavano e giocavano insieme tra tende indiane e assalti alle diligenze.
Andrea vive all’ombra della gloria di Ermanno anche per via di suo padre, il rigoroso e conservatore ex sindaco di Biella, che elogia il figlio maggiore, emigrato in cerca di fortuna mentre ripudia il più giovane, aspirante fattore. Ma Andrea è un simbolo, è speranza. L’epica della frontiera di “Marina Bellezza” fa di Andrea l’eroe che mostra la via, cercando la fortuna nelle proprie tradizioni e radici. Lui in beffa a una società che lo vuole in fuga, ritrova Marina e insieme, tra minacce e compromessi, ritornano e trovano il loro posto al mondo, tra le pendici e gli alpeggi della Valle Cervo.
Silvia Avallone, MARINA BELLEZZA, Rizzoli, 2013.
Appassionato di musica in modo ossessivo. Chitarrista blues, insegnante di chitarra, tecnico audio, produttore e one-man-band.
Al momento residente a Stoccolma, segue in modo attento il panorama musicale nord-europeo e a distanza quello underground italiano.