Napoli è un profumo di mare, è la voce dei bambini, ma è anche una carta sporca della quale non importa a nessuno. Pino Daniele ha dipinto un ritratto realistico di un universo, quello napoletano, che non ha eguali al mondo. Una realtà ricca di contraddizioni e differenze, che, è vero, ne caratterizzano l’unicità, ma che altresì, troppo spesso, relegano Napoli tra le pieghe della cronaca quotidiana, per una città che ha invece la vocazione alla bellezza e che dovrebbe rappresentare motivo di vanto e orgoglio per il nostro paese.
Raccontare Napoli è una sfida, raccolta con coraggio e determinazione da chi vuole parlarne sgombrando il campo da retorica e da stereotipi, cercando di far emergere il disagio per vincerlo con le armi della cooperazione e del buonsenso. Stefano Crupi, giornalista e scrittore, è uno di questi. Con ‘Cazzimma‘, romanzo edito da Mondadori, ha voluto raccontare Napoli con la storia di Sisto, un ragazzo come tanti che, per dare un senso alla propria vita, sceglie di fare il criminale. Una strada forse obbligata, per chi è cresciuto in un determinato contesto (il padre di Sisto è stato ucciso in circostanze poco chiare, lo zio è legato al boss del quartiere), dalla quale peró è possibile uscire.
Abbiamo incontrato Stefano Crupi per un’intervista.
Perché la scelta di raccontare Napoli attraverso un romanzo ispirato alla realtà? Da dove arriva questa ispirazione?
Vivo a Napoli da quando sono ragazzo, l’ho frequentata per ragioni prima universitarie e poi lavorative. Per alcuni anni ho abitato a Bagnoli. Il romanzo è sicuramente ispirato alla realtà che ho conosciuto ma anche alle persone che ho incontrato e alle esperienze che mi hanno raccontato.
Il protagonista del suo libro, Sisto, è un giovane di 19 anni che decide di entrare in un giro malavitoso insieme a un suo amico, Tommaso detto Profumo. Qual è secondo lei la spinta più forte che porta un ragazzo napoletano a scegliere una strada sbagliata? Perché a Napoli e al Sud in genere questa scelta è più frequente che nel resto d’Italia? È un problema legato alla troppa disoccupazione o c’è dell’altro?
Sicuramente la disoccupazione ha un ruolo preponderante, la disoccupazione ma anche il lavoro sottopagato. Per questo i giovani meridionali cedono più facilmente alla tentazione del guadagno facile.
Cosa è cambiato secondo lei da ‘Gomorra’ in poi nella coscienza dei napoletani?
C’è sicuramente una maggiore consapevolezza e un’indignazione sociale più forte, aumenta il numero dei napoletani che sono stanchi e vogliono cambiare le cose.
Sisto, il giovane protagonista del suo libro, è cresciuto in una famiglia in cui si respira criminalità. Quanto conta l’influenza della famiglia nelle scelte di un giovane d’oggi?
La famiglia è la fonte principale di quei principi che indirizzeranno un ragazzo per il resto della sua vita, per questo ha sempre un ruolo fondamentale.
Se l’amore fosse entrato prima nella vita di Sisto, cosa sarebbe potuto cambiare?
Sicuramente qualcosa sarebbe potuto cambiare prima. L’amore cambia la prospettiva delle cose, ci spinge a concentrarci su qualcosa che sia altro da noi, per questo ci migliora, ci mette in contatto con il mondo e ci fa superare quell’individualismo che invece può spingerci a emarginarci.
‘Cazzimma’ (parola napoletana che denota scaltrezza e furbizia, ma con accezione negativa) è un titolo violento, che intende scuotere il lettore. E’ convinto che la letteratura possa agire al contempo da sprone e avere in sè una missione educativa nella società di oggi?
Sicuramente non c’è tra i propositi di un narratore di storie educare i suoi lettori, c’è piuttosto la voglia di raccontare una storia che deve essere raccontata, per mettere il lettore di fronte a dei fatti e spingerlo a una riflessione. Di certo a non lasciarlo indifferente.
Quanto lontana è secondo lei la realtà di Napoli da quella di altre città del nord Italia? A proposito poi di Europa, visto che si è insediato recentemente il nuovo parlamento europeo, quanto sono lontani secondo lei Napoli e il Sud in genere dall’Europa?
Napoli è una città a metà strada tra Europa e Africa, ho già detto che è un po’ casbah algerina e un po’ piazza greca. A me sinceramente non dispiace questa sua fisionomia mediterranea. E’ il risultato di millenni di dominazioni e di scambi culturali ed è una ricchezza a cui non potremmo mai rinunciare.
Se ‘Cazzimma’ fosse un film, che film sarebbe?
Un film pieno di azione e ritmo e di inquadrature sghembe e carrellate dei quartieri di Napoli.
E se fosse una canzone o un disco?
Una canzone degli Almamegretta, con un cantato che viene direttamente dalla strada.
‘Cazzimma’ potrebbe essere uno spettacolo teatrale?
Difficile che diventi uno spettacolo teatrale, però tutto è possibile, chissà.
Ha avuto modo di presentare il libro a un pubblico di giovani? Che reazioni ha sortito?
Ai giovani il libro è piaciuto moltissimo perché amano lo stile rapido e coinciso nel quale è scritto.
Se fosse sindaco di Napoli, quali sono le prime azioni concrete che penserebbe di intraprendere?
Terrei il lungomare senza auto, è un posto in cui adoro passeggiare a piedi o in bici senza le auto a infastidirmi.
A cosa sta lavorando in questo momento?
Sto leggendo molto, lavorando a due soggetti cinematografici e pensando al prossimo romanzo.
Cosa le piacerebbe raccontare di Napoli e dei napoletani?
Mi piacerebbe raccontare il dramma della disoccupazione, per me il problema attuale numero uno rispetto a tutti gli altri.
Idealista e visionario, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…