Il ventre della città nasconde magie inesplorate, personaggi fantastici e leggendari che la attraversano purificandola attraverso azioni ribelli e profetiche, che colorano d’arte le strade impregnate di smog. Così è Giuan, un omone di cento chili, un gigante che a dispetto della propria mole ha un cuore puro come quello di un bambino. Nelle ore del giorno riproduce il cenacolo di Leonardo, mentre al riparo della notte, insieme alla sua Olona, vaga in bici per le strade di Milano a capovolgere l’odio scritto sui muri in appelli pieni d’amore e d’ironia. Sogna di dare il largo alle bestie dello zoo e di vederle correre in piazza del Duomo o invadere i tram. Di liberare i vecchi dagli ospizi. Giuan è il protagonista di Randagio è l’eroe, una favola moderna in forma di romanzo che Giovanni Arpino pubblicò nel 1972, inaugurando la trilogia fantastica che lo avrebbe portato anche a scrivere, nel 1975, Domingo il favoloso e, l’anno dopo, Il primo quarto di luna.
Il romanzo torna in libreria grazie a Minimum Fax, in un’apprezzabile iniziativa editoriale che punta alla riscoperta di un autore poco battuto dal mainstream, nonostante il messaggio di alto lirismo che attraverso la fantasia di una storia regala affetto al mondo affamato di eroismo, di atti d’amore, di un segno talmente rivoluzionario da suggellare il ritorno al valore più antico ma non per questo tramontato, quello della fratellanza universale.
Una lezione di stile che ci consegna una malinconia antica eppure nuova, quella di illudersi attraverso un personaggio come Giuan, che ricorda storie pasoliniane o “La strada” del primo Fellini, una periferia che abbiamo dimenticato.
Giovanni Arpino, RANDAGIO E’ L’EROE, Minimum fax, 2022.

Idealista e visionario, forse un pazzo, forse un poeta, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…