Il regista britannico si aggiudica per la seconda volta la Palma d’oro. Tra i premiati anche Dolan, Mungiu, Assayas e Farhadi

Si è conclusa da pochissimo l’edizione numero sessantanove del Festival di Cannes, e il trionfatore assoluto di quest’anno è Ken Loach con I, Daniel Blake. Il palmares della manifestazione deciso dalla giuria capitanata da George Miller prende così inevitabilmente una piega politica e sociale.
A dieci anni esatti dalla Palma d’oro vinta con Il vento che accarezza l’erba nel 2006, il maestro britannico entra nella ristrettissima cerchia dei registi capaci di vincere per ben due volte il massimo premio della kermesse francese, che comprende tra gli altri Francis Ford Coppola, Emir Kusturica, Michael Haneke e i fratelli Dardenne. Nel ritirare la seconda Palma d’oro non ha fatto mancare un discorso alla sua maniera, dalla forte impronta politica, in cui ha messo in guardia dalle leggi del neoliberismo e dal mondo in cui viviamo che rischia di ridurre in miseria migliaia di persone. Non è un caso che proprio in questo momento storico Loach sembri aver fatto ritorno al cinema delle sue origini, con cui raccontava la vita della classe proletaria britannica. I, Daniel Blake è la storia di un falegname non più giovanissimo che, costretto a vivere di sussidi assistenziali a causa di un incidente, si ritrova intrappolato nelle maglie della burocrazia statale. Nel corso delle sue peripezie, stringerà un forte legame con una giovane madre single senzatetto che si trova in una situazione simile alla sua.

Il Grand Prix della giuria è stato assegnato a un emozionatissimo Xavier Dolan. Il ventisettenne canadese, al suo primo film con un cast ricco di stelle, centra un altro riconoscimento importante con Juste la fin du monde, due anni dopo il premio vinto per Mommy. Il premio per la regia è andato ex-aequo al romeno Cristian Mungiu per Bacalaureat e al francese Olivier Assayas per Personal shopper, due solidi psicodrammi ambientati rispettivamente nel mondo della media borghesia romena e in quello della moda.

Miglior attore è l’iraniano Shahab Hosseini per il film The salesman di Asghar Farhadi, che si porta a casa anche il premio per la sceneggiatura. La miglior interpretazione femminile è di Jaclyn Jose, protagonista di Ma’Rosa del maestro filippino Brillante Mendoza. La regista britannica Andrea Arnold ha vinto il premio della giuria per American Honey, ritratto on the road di una generazione perduta di giovani della provincia statunitense.
Uno dei momenti più emozionanti della cerimonia di premiazione è stato sicuramente quando Jean-Pierre Léaud, attore simbolo della Nouvelle Vague e volto ricorrente nei film di Truffaut e Godard, ha ricevuto la Palma d’oro onoraria.
Le premiazioni sulla Croisette erano cominciate già da qualche giorno con le sezioni collaterali, a cominciare da Un certain régard, dove ha trionfato il finlandese Juho Kuosmanen con The happiest day in the life of Olli Mäki. Un premio speciale è stato assegnato anche al film d’animazione The red turtle, diretto dall’olandese Michael Dudok de Witt, premio Oscar per il miglior cortometraggio animato, e realizzato in coproduzione con lo Studio Ghibli di Hayao Miyazaki.

Nessun riconoscimento, nonostante l’ottima accoglienza, al film italiano Pericle il nero di Stefano Mordini, né per Marco Bellocchio e Paolo Virzì, selezionati nella Quinzaine des réalisateurs, dove il primo premio è andato a Wolf and sheep dell’afghano Shahrbanoo Sadat. Nella Settimana internazionale della critica il vincitore assoluto è stato invece Mimosas di Olivier Laxe.
Infine, una giusta menzione alla Palma d’oro per il miglior cortometraggio, assegnata allo spagnolo Juanjo Gimenez per Timecode e alla vincitrice della Caméra d’or (premio per il miglior film d’esordio), la franco-marocchina Uda Benyamina con Divines.
Di seguito il riassunto dei premi riservati al concorso ufficiale:
PALMA D’ORO
I, Daniel Blake di Ken Loach (Gran Bretagna)
GRAND PRIX DELLA GIURIA
It’s only the end of the world (Juste la fin du monde) di Xavier Dolan (Canada, Francia)
MIGLIOR REGIA
Cristian Mungiu per Graduation (Bacalaureat) (Romania)
Ex aequo
Olivier Assayas per Personal Shopper (Francia)
MIGLIOR ATTORE
Shahab Hosseini per The salesman (Iran)
MIGLIOR ATTRICE
Jaclyn Jose per Ma’Rosa (Filippine)
PREMIO DELLA GIURIA
American Honey di Andrea Arnold (Stati Uniti, Gran Bretagna)
MIGLIOR SCENEGGIATURA
Asghar Farhadi per The salesman (Iran)