20140708-012236-4956872.jpgE’ calato il sipario sulla dodicesima edizione dell’Ischia Film Festival, una manifestazione caratterizzata ancora una volta dalla qualità e dalla forte connotazione sociale, per le opere presentate e per le interessanti tematiche affrontate.
Il primo premio della sezione Documentari è andato a ‘The silent chaos’ di Antonio Spanò, che fa luce sulla situazione di povertà vissuta in Congo dalla gente sordomuta del Butembo, ultimi tra gli ultimi perché a causa della loro condizione vengono ripudiati in quanto indemoniati. Numerose le testimonianze raccolte dal regista, soprattutto nella lingua dei segni, che fanno luce su una realtà di terribile disperazione, e danno voce a chi voce non ha, sia metaforicamente che letteralmente. Un lavoro di grande forza descrittiva e di denuncia, premiato dalla Giuria (composta da Jean Emanuel Martinez, Arnaldo Catinari, Roland Sejko e Giovanni Esposito) “per i rischi reali che il regista ha corso per illustrare, con un esempio poco conosciuto, l’estrema difficoltà di essere diverso in una società tradizionale, attraverso immagini di grande forza emozionale”.

Il premio per il Miglior Cortometraggio è andato invece a ‘America’ di Alessandro Stevanon, poetico tributo all’esistenza di Giuseppe Bertuna, conosciuto come Pino America. Un’opera insolita, surreale e drammatica insieme, premiata proprio per questo, per aver dato risalto alla vita di un uomo “che ha scelto ” – per citare la motivazione dei giurati “una dolce follia per sfuggire al rimpianto di una vita mancata”.
Stefano e Mario Martone hanno invece vinto nella sezione Location Negata grazie a ‘Lucciole per lanterne’, film ambientato nel Cile delle grandi dighe e della lotta di tre donne contro la privatizzazione dell’acqua. Un tema ancora una volta forte, sul coraggio di tre figure femminili, che vuole essere, secondo la giuria, “un omaggio a tutte le donne che resistono ai superpoteri in modo costruttivo e senza mai perdere di vista le cause vitali delle loro lotte, contrariamente a quanto fanno moltissimi uomini che ancor oggi non sanno esprimersi altrimenti che con la violenza”.

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Andando invece agli altri premi, primo fra tutti quello alla carriera assegnato al grande regista israeliano Amos Gitai (del quale abbiamo già avuto modo di scrivere qui), con il Premio Castello Aragonese è stato consacrato miglior regista Matti Ijäs (nella foto a lato) per ‘Things we do for love’, mentre il premio Epomeo per la miglior fotografia è andato a Xi Wei per ‘Ashes to ashes’ di Wu Qing.
Menzioni speciali per la sezione Documentari a ‘L’uomo sulla Luna’ di Giuliano Ricci “per la capacità del regista di entrare, con pudore e delicatezza, in una realtà sorprendente e fuori dal tempo, con delle bellissime immagini e mantenendo una distanza piena di umorismo malgrado la drammaticità del soggetto”, e per la sezione Cortometraggi a ‘Sassiwood’ di Antonio Andrisani e Vito Cea, “uno sguardo divertente e affettuoso su quel pizzico di follia che caratterizza i lavoratori del cinema e senza il quale non esisterebbe il cinema stesso”.

NoteVerticali.it_PupiAvatiL’Ischia Film Festival consegna così alla storia la sua dodicesima edizione, che conferma la qualità della kermesse, ormai consolidatasi come punto di incontro tra la cinematografia e l’impegno sociale. Presenze rilevanti quali quelle di Pupi Avati (Presidente di Giuria), il Premio Oscar Bille August, Amos Gitai, Cecilia Mangini hanno fatto il paio con quelle, non meno significative, di Nello Mascia, Mattia Sbragia, Federico Di Cicilia, Davide Ferrario, Alessandro Rossetto, Enzo De Camillis, Edoardo Winspeare, Angelo Longoni, Matti Ijäs e Wu Qing. Da rilevare poi l’attenzione per filmaker emergenti, quali Fabio Mollo, Matthias Coers, Fabio Massa, Barbara Maffeo, Giovanni Aloi, Joana de Freitas Ginori, Matteo Vieille Rivara, Andrea Canova e Lisa Castagna. Appuntamento alla tredicesima edizione, che, dalla splendida location di un paesaggio da sogno, regalerà, ne siamo certi, altre nuove emozioni.

 

 

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