Siamo stati alla libreria Verso per l’incontro con il matematico e scrittore americano

NoteVerticali.it_Storia-dei-simboli-matematici_JosephMazur_IlSaggiatoreIl mio libro tratta simboli matematici e non numeri: il simbolo è, infatti, qualcosa di più astratto, non si limita alla rappresentazione grafica ma trascende il significato stesso una volta espresso“: con queste parole il matematico-scrittore Joseph Mazur ha introdotto il suo nuovo libro Storia dei simboli matematici: Achille e la tartaruga, coadiuvato nell’intervento da un’altra grande figura nel panorama accademico dei numeri, Umberto Bottazzini. L’evento si è tenuto a Milano presso la libreria Verso.

Un’opera, quella di Mazur, essenzialmente strutturata in due parti, storica e filosofica, in cui si analizza il significato e la portata gnoseologica del simbolo in tutte le sue sfumature più recondite. Perché il simbolo è, infatti, come l’autore non tarda a sottolineare, un elemento illuminate, in grado di veicolare un’essenza che trascende l’essere nella sua consistenza e materialità; un serbatoio che arricchisce la conoscenza.

Il discorso di Mazur si proietta fin dal subito sul piano storico, descrivendo non solo l’origine dei simboli, che secondo lo scrittore si aggira intorno al XV secolo, ma anche del libro stesso, concepito a Bellagio, a seguito di discussioni conviviali con colleghi. “Il simbolo” – continua Mazur – “trasmette un pensiero che trascende quello che nell’immediato trasmette. Il simbolo dell’uguale, ad esempio, non può essere ridotto al mero livello del particolare: il concetto espresso è, infatti, quello di un’universale bidirezionalità“. Il simbolo è, quindi, un qualcosa di insostituibile proprio alla luce della portata intellettuale che lo caratterizza: è necessario alla vera conoscenza.

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