Di spessore le pellicole scelte per l’edizione 2014 di “Karawan | Il sorriso del cinema migrante“, il festival che dal 26 al 30 novembre a Roma, nel quartiere di Tor Pignattara, dà spazio alle commedie che giungono da ogni parte del mondo, con particolare attenzione ai contesti geografici in cui è forte la componente migratoria, con comunità che risiedono in massa in Italia.
Dando uno sguardo ai film in programma, non possiamo non citare “He was a giant with brown eyes“, il film, in anteprima nazionale, di Eileen Hofer, una coproduzione Azerbaigian / Svizzera del 2012. La pellicola racconta la storia di Sabina che, dopo il divorzio dei suoi genitori, ha seguito la madre in Svizzera, lasciando la sorella, Narmina, con il padre in Azerbaigian. Dopo cinque anni, Sabina e Narmina si ritrovano, a Baku, dove Sabina torna per trascorrere del tempo con suo padre, al quale è profondamente legata. Un film delicato e intimo, che parla di identità, scoperta di sé e delle proprie radici, in quel grande viaggio che tutti siamo chiamati a compiere durante l’adolescenza.
Il brasiliano “Vendo ou alugo (For Sale, for Rent)“, anch’esso in anteprima nazionale, è firmato da Betse de Paula, e ci narra la storia di quattro generazioni di donne, che condividono un grande e lussuoso appartamento che non riescono più a permettersi, ma che, a causa della prossimità con le favelas, non riescono a vendere né ad affittare. La situazione genera imprevisti, equivoci, colpi di scena e gag per una commedia al femminile frizzante e movimentata, fresca e colorata, che affronta senza ipocrisia tematiche importanti come la pacificazione delle favelas e la speculazione immobiliare.
“Inseparabili” (Cina, 2012, regia di Dayyan Eng) ha nel cast KevinSpacey, prima star hollywoodiana in una pellicola cinese. Con lui gli attori locali Daniel Wu e Beibi Gong, molto famosi in patria. La storia è quella di Li, un disegnatore di protesi che sta vivendo un periodo difficile a causa di una doppia tragedia familiare. A peggiorare le cose, giunge anche una crisi lavorativa. Sembra davvero la fine, finché non spunta Chuck, misterioso americano che vive in Cina investendo in borsa, che dà una scossa alla vita di Li. Nascono situazioni rocambolesche e divertenti, che portano ritmo e anima a una black comedy davvero spassosa.
Infine, “Un insolito naufragio nell’inquieto mare d’Oriente (Le Cochon de Gaza)“, per la regia di Sylvain Estibal, una coproduzione Francia / Israele / Germania / Belgio, che racconta le vicende di Jafaar, un pescatore palestinese che pesca sardine e vive con la moglie lungo il muro della Striscia di Gaza. Jafaar vive un’esistenza infelice, perseguitato dai creditori e dai continui controlli della polizia israeliana, finché un giorno getta la rete in mare e pesca un grosso maiale vietnamita. Un film tenero e fiabesco, insolito e bizzarro, che gioca sul conflitto arabo-israeliano con tono di speranza.
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