L’eclettica coreografa tedesca, una delle rappresentanti principali nel panorama della danza contemporanea, porta in scena al Teatro Argentina uno spettacolo all’avanguardia, delicato e potente allo stesso tempo, dimostrando una grande capacità di sperimentazione, alla continua ricerca di linguaggi espressivi inediti.
Giunto quest’anno alla 32esima edizione, il REF- Roma Europa Festival è un progetto culturale multi e interdisciplinare che coinvolge diverse espressioni artistiche (danza, teatro, musica, arti visive) e le attraversa, creando così interazioni e contaminazioni tra i vari linguaggi estetici, difficili da interpretare secondo parametri abituali. IL REF è, infatti, commistione tra passato e futuro, tra pratiche tradizionali e tecnologie moderne, sperimentazione e creatività; il programma di quest’anno, sviluppato in 80 progetti (tra mostre, installazioni, spettacoli, convegni, incontri con il pubblico e percorsi di formazione),vede la partecipazione di alcuni dei maggiori esponenti della scena culturale italiana e internazionale, artisti provenienti da contesti e discipline diverse che raccontano il proprio vissuto e suggeriscono le proprie visioni del mondo in uno spazio condiviso, quello del Festival appunto, che diviene dunque luogo di narrazione universale.
“Il Roma Europa Festival favorisce la conoscenza della contemporaneità, tramette informazioni (e sapere) in modo singolare, grazie a persone fuori dal comune in grado di sondare la realtà e restituirne una rappresentazione simbolica. Non c’è mai niente di scontato nel modo in cui gli artisti raccontano storie straordinarie, creano momenti di condivisione e aprono nuovi significati. Dalla poliedricità delle loro visioni, nasce una narrazione collettiva in cui il pubblico si riconosce e fa esperienza.”, cosi spiega Monique Veatue – Presidente della Fondazione Romaeuropa Arte e Cultura.
PowerfulStories (storie straordinarie), Sharing (momenti di condivisione), Visions (nuovi significati e interpretazioni del reale), Selfie (racconti personali) e Community (partecipazione attiva e coinvolgimento del pubblico) dunque, sono gli elementi in cui si articola la rassegna, volta a rispondere alla domanda: “Where we are now?”, a che punto siamo arrivati? A che punto siamo della nostra società? Interrogativo che si pone come necessario punto di partenza per definire e costruire insieme il domani.
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In questa cornice, Kreatur, della coreografa tedesca Sasha Waltz, “racchiude alcuni dei temi che caratterizzano questa edizione del Festival, ed è quindi il punto di partenza ideale per costruire un racconto sulla complessità del presente con tutte le sue difficoltà e con tutta la sua bellezza”, spiega Fabrizio Grifasi – Direttore Generale e Artistico della Fondazione Romaeuropa. La creatura o meglio le creature di Sasha Waltz sono come ombre che incarnano il lato oscuro dell’umanità, ansie e paure inconsce che prendono vita attraverso il corpo dei 14 danzatori in scena, un corpo che, dunque, da fisicità e carnalità a quelle ombre. Mentre in passato l’artista ha curato e lavorato su materiali preesistenti, storie classiche adattate poi ad una sensibilità contemporanea (come l’opera Dido & Aeneas), Kreatur nasce dal desiderio di ritrovare una propria forma di libertà artistica, di raccontare e condividere una personale percezione del reale: “Ho voluto costruire un ritratto di dove ci troviamo adesso, come percepiamo le ansie che agitano il nostro presente, le minacce che ci circondano. E dare corpo a queste paure”.
Kreatur è un’opera collettiva, resa possibile anche grazie alla collaborazione con la visionaria Hiris Van Herpen, visual artist, fashion designer e styilist, che ha curato la realizzazione dei costumi, combinando materiali alternativi e tecnologie digitali alla produzinoe artigianale e creando abiti decisamente non convenzionali che rivelano un corpo in continua trasformazione, esaltandone forza e debolezze. “Potremmo dire che le sue creazioni sono molto più vicine alla scultura che alla moda ‘tout court’. E credo che questo sia un forte punto di contatto tra le nostre due anime artistiche. Si tratta di porre al centro il corpo umano, sfidando le sue possibilità di legame con la tecnologia” così Sasha Waltz. Altrettando rilevante la partecipazione di Urs Schönebaum, light designer, che attraverso un accurato contrasto di luci e ombre ha plasmato lo spazio scenico in cui tali corpi si muovono. Ancora, la struttura musicale dello spettacolo è stata realizzata grazie alla collaborazione con i Soundwalk Collective, un trio di creativi, che opera sui suoni e sulla musica per riprodurre e conservare la memoria e l’essenza di luoghi che hanno una particolare rilevanza storica e culturale. Nel caso di Kreatur si è lavorato sui luoghi e sull’architettura del Novecento, l’habitat sonoro è stato riprodotto grazie alla combinazione di suoni naturali, registrati in presa diretta, con sonorità elettroniche e sequenze sintetiche composte successivamente; da tale sintesi sono derivate l’atmosfera e le tonalità giuste per lo spettacolo.
“E’ la prima volta che collaboro con ognuno di questi artisti (…) insieme abbiamo creato un linguaggio unico e condiviso, una modalità veramente pura e intuitiva di scambio.” (Sasha Waltz)
Kreatur sarà in scena al Teatro Argentina di Roma fino al 23 Settembre.
Siciliana DOC, laureata in Comunicazione, non riesce a staccarsi da Roma nonostante tutte le contraddizioni e i problemi. Ama l’arte in tutte le forme espressive e adora leggere. E’ alla ricerca di un po’ di equilibrio