Il mese di dicembre 2017 accoglierà l’uscita del nuovo album di Lorenzo Cherubini alias Jovanotti, “Oh, Vita” (Universal Music), dopo l’ultimo lavoro “L’estate addosso” (colonna sonora del film omonimo di Gabriele Muccino del 2016 e a tre anni di distanza dall’ultimo multiplatino “Lorenzo 2015 CC“.

Il disco, quattordicesimo album di inediti e a 30 anni da Jovanotti for President (1988), vanta la collaborazione del discografico statunitense Rick Rubin, nome probabilmente poco noto al pubblico del mainstream italiano, produttore di artisti del calibro dei Beastie Boys, Slayer, Red Hot Chili Peppers, Johnny Cash, System of a Down, Metallica, Eminem, Black Sabbath e vincitore di ben 10 Grammies. Il sodalizio è vissuto da Cherubini come “un sogno che si realizza” ed é una naturale evoluzione, vista la sua personalità eclettica e l’utilizzo costante di sonorità che spaziano dall’elettronica, al rock, al funky, all’hip hop, come si evince dal Live  “Lorenzo 2015 CC” , diventato disco di platino, in cui la cura dell’arrangiamento fa da padrona, donando alle performance qualità ed un gusto internazionale.
Uno degli aspetti più difficili per un artista italiano è differenziarsi per il proprio sound, rendendosi riconoscibile fin dalle prime battute strumentali delle proprie canzoni. Abbiamo una cultura “sanremese”, è difficile imporre uno stile che si discosti troppo da quello che ammette la nostra tradizione, anche se i nuovi producer della scena discografica italiana pop stanno scalpitando per poter proporre nuove visioni. C’è paura della novità, ma del resto è proprio l’innovazione che brilla e cattura: guardarsi intorno e scegliere qualcosa che possa fare la differenza incarnando la propria idea di sound è prerogativa di Jovanotti, forte di una carriera trentennale: futuristico, esotico, inscalfibile, instancabile, sempre più giovane, impegnato anche nella lavorazione di un documentario sulla realizzazione della sua ultima fatica. Rick Rubin é del resto un sogno “mirato”, perché chi meglio di lui potrebbe esaudire le labirintiche propulsioni musicali del vulcano Cherubini? Si spera che anche in questo caso, le sue commistioni diventino commestibili per il Belpaese. L’atteso singolo del 10 novembre ci darà sicuramente informazioni più certe.
Per i nostalgici, sarà possibile acquistare il lavoro non solo in vinile, ma anche in musicassetta, inaspettato trait d’union con il decennio che ha visto nascere Lorenzo come artista.
Difficile sembrerebbe far resuscitare i nastri magnetici, visto che gli anni ’80 faticano molto ad essere riconosciuti vintage rispetto agli affascinanti ed insuperabili seventies, ma il tempo passa ed imprevedibili sono le manie dei contemporanei. E’ probabile che Jovanotti abbia avuto un’altra delle sue giuste intuizioni: del resto nessuno quanto lui è riuscito a trasformare in virtù i propri limiti.
L’album sarà composto da quattordici tracce. La cover è uno scatto di Giovanni Stefano Ghidini che dal 1987 ritrae Lorenzo in tutte le copertine dei suoi dischi.

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