“E anche quest’anno gli Oscar ce li siamo tolti dalle scatole”, avrebbe detto Riccardo Garrone in un film capostipite della commedia italiana di qualche anno fa. In effetti, questa edizione del premio più ambito del mondo è passata sotto traccia. Come ci si aspettava una cerimonia noiosa ed eccessivamente politicizzata ha concesso l’assegnazione delle statuette. Dopo il monologo del presentatore che ha assunto un tono da comizio ironizzando su molestie disparità di trattamenti nell’ambiente cinema e affini, ha preso il via la premiazione. La formula è sempre quella. Un minuto e mezzo a testa per ringraziare i cugini e le mogli, dire quanto sia un onore solo essere lì e paventare piaggeria e modestia verso i colleghi. I pronostici della vigilia, nelle principali categorie, sono stati rispettati. Miglior film è “La forma dell’acqua”, favola buonista di Guillermo Del Toro che racconta l’amore tra una donna sorda e un essere anfibio nell’America degli anni cinquanta. Del Toro, che si aggiudica anche la miglior regia, ha sapientemente unito diversi tipi di individui ai margini della società (un gay anziano, una donna delle pulizie di colore , una spia pentita) regalando una vicenda di sapore manicheo dove i buoni sono buoni e i cattivi, tremendi. Un cinema a compartimenti stagni, di facile comprensione (forse il suo pregio maggiore) dotato di buona regia e una discreta fotografia.

Il premio per il miglior attore protagonista è andato a Gary Oldman per L’ora più buia. La sua interpretazione di Winston Churchill, a tratti ponderata e audace allo stesso tempo, è valsa all’attore inglese la statuetta che avrebbe meritato più volte nella sua carriera. Oldman è riuscito nella difficile impresa di tratteggiare uno statista carismatico e discusso dosando perfettamente tutte le sfaccettature della personalità di un grande protagonista assoluto della storia.

Nella categoria maschile dei “non protagonisti” confermato l’eccellente Sam Rockwell: il suo Jason Dixon, in Tre manifesti ad Ebbing, Missouri, rimane uno dei migliori personaggi debolmente sconvenienti che si siano mai visti sul grande schermo. Tre Manifesti si aggiudica anche il premio per la migliore attrice che va a Frances McDomand, notevole nel ruolo della madre disperata per il brutale assassinio di sua figlia.

Miglior attrice non protagonista è Allison Jennay per il film Tonya, biopic della famosa pattinatrice statunitense. Luca Guadagnino con il suo “Chiamami col tuo nome” ha dovuto accontentarsi della miglior sceneggiatura non originale scritta da un cineasta d’eccezione come James Ivory, che è diventato a 89 anni il più anziano vincitore di un Oscar.

Di seguito l’elenco dei vincitori nelle principali categorie:

  • Miglior film: La forma dell’acqua – The Shape of Water
  • Miglior regia: Guillermo del Toro, The Shape of Water – La forma dell’acqua
  • Miglior attrice protagonista: Frances McDormand, Tre manifesti a Ebbing, Missouri
  • Miglior attrice non protagonista: Allison Janney, I, Tonya
  • Miglior attore protagonista: Gary Oldman, L’ora più buia
  • Miglior attore non protagonista: Sam Rockwell, Tre manifesti a Ebbing, Missouri
  • Miglior film straniero: A Fantastic Woman (Cile)

Di Paolo Quaglia

Nasce a Milano qualche anno fa. Usa la scrittura come antidoto alla sua misantropia, con risultati alterni. Ama l’onestà intellettuale sopra ogni altra cosa, anche se non sempre riesce a praticarla.

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