La violenza sulle donne è soprattutto un problema degli uomini. E’ questo il punto di partenza di “Polvere”, il nuovo lavoro di drammaturgia scritto, diretto e interpretato da Saverio La Ruina, al debutto a Milano il 20 gennaio presso il Teatro Elfo Puccini, nel corso di una personale dedicata all’autore. Uno spettacolo che rappresenta il punto di chiusura ideale della sua trilogia sulla condizione femminile, partita con “Dissonorata”, quindi consolidatasi con “La borto”, due opere di intenso lirismo che fanno breccia sulla situazione femminile di ogni epoca, gettando una testimonianza viva e possente sulla violenza contro le donne. Una tragedia che sembra senza fine, un aspetto che umilia la condizione umana in ogni sua sfaccettatura, e va al di là di ogni connotazione sociale e geografica, oltre ogni differenza temporale. Se con i lavori precedenti La Ruina aveva affrontato la parte più fisica del fenomeno, attraverso le botte, gli stupri e l’uccisione, con “Polvere” – scritto a quattro mani con Jo Lattari, che accompagna La Ruina sulla scena – sceglie di indagare un aspetto che sembra più sottile ma, proprio per questo, più subdolo e violento: quell’insieme di atteggiamenti, fatto di parole e di sguardi, di affetti affrettati, di gesti irritanti, che investono la donna e, pur senza minarne fisicamente il corpo, la umiliano e la rendono più fragile. E’ questa la polvere del titolo, il pulviscolo accecante e fastidioso che cancella il sole dal suo sguardo, che rimuove la serenità dal suo volto, che rende l’uomo ferinamente uomo. E sono i rapporti di potere all’interno della coppia che, ancora una volta, sconvolgono gli equilibri generando disparità e conflitti, seminando tensioni e colmando di peso quella piacevole leggerezza che dovrebbe caratterizzare i rapporti tra i due sessi. E’ una ‘liturgia della resistenza’, che ogni donna vittima di violenza mette in atto spegnendosi poco alla volta, attraverso le giustificazioni, le finzioni, le rinunce.
Dopo il debutto milanese, lo spettacolo sarà in giro per l’Italia, approdando al Teatro Morelli di Cosenza il 27 febbraio, nell’ambito del Progetto More.

Idealista e visionario, forse un pazzo, forse un poeta, ama l’arte come la vita, con disincanto, sogno e poesia…