Ci eravamo lasciati con gioia. Poco meno di un anno fa, di questi tempi. Poi, David di Donatello, Nastri d’argento, candidature d’oro e 6 milioni al botteghino italiano, nonostante l’uscita del film nelle sale a metà Maggio dell’anno scorso. Parliamo de “La pazza gioia”, s’intende, ed è con altrettanta gioia che ritroviamo il nostro Paolo Virzì oltreoceano, da Boston verso Disneyland lungo la dorsale Est, impegnato nel suo nuovo progetto “The Leisure Seeker” edito in Italia con il titolo “In viaggio contromano”. Tratto dal romanzo di Michael Zadoorian, con un cast di attori anglosassoni del calibro di Donald Sutherland e Helen Mirren e un budget da quasi 15 milioni di euro, è la prima avventura interamente americana di Virzì. Perchè interamente? Eh beh, nel 2002 qualcosa accadde in quelle terre, in occasione del non fortunatissimo “My name is Tanino”, produzione in cui la troupe rimase senza paga e il materiale girato fu messo sotto sequestro. Oggi, nulla di tutto ciò, anzi, il film è prodotto dalla Indiana Production e c’è l’appoggio di Rai Cinema e della Sony Pictures Classics che ha acquistato i diritti di distribuzione. Produzione internazionale per Virzì dunque, che da casa però si porta tutta la troupe tecnica: Luca Bigazzi alla fotografia, Jacopo Quadri al montaggio, musiche di Carlo Virzì e alla sceneggiatura Francesca Archibugi, Francesco Piccolo e la collaborazione di Stephen Amidon (dal quale Virzì trasse e riadattò “Il capitale umano”).
Di che si parla?
Due protagonisti stagionati; Ella e John, lei piena di metastasi e viva per miracolo, lui affetto da morbo d’Alzheimer e che non ricorda il nome della moglie. Decidono di partire, bene, si va! Alla faccia degli avvertimenti, consigli, precauzioni di medici e figli, la vita è una sola e c’è un ultimissimo treno che sta per partire. Un treno che è un treno solo metaforicamente, un treno che non è un treno in effetti, ma un camper della Winnebago – Leisure Seeker appunto – molto in voga negli States che li trascinerà attraverso i loro ultimi scorci di vita, lontano da tutto, persino dalla morte. Un inno alla vita dunque, umano ed emotivo, universale, il tempo che passa, quello che resta, il “non detto”, il perdono, l’amore, la fragilità dei legami familiari, la morte che è lì che aspetta ma ci resta comunque ancora un po’, un altro po’, non è molto ma ci basta.
Virzì arriva a confrontarsi con tematiche non solo, e come sempre, molto attuali; Alzeimer, cancro, eutanasia, l’eredità affettiva che lasciamo ai nostri cari, ma pure si affaccia di fronte ad un universo in cui per la prima volta il futuro non incombe, non fa domande, non esiste. Il Virzì di “Ovosodo”, di “Tutta la vita davanti”, de “La prima cosa bella”, persino quello de “La pazza gioia” adatta questa volta i suoi toni leggeri, ironici e teneri in una vicenda fondamentalmente drammatica, dove la meta finale del viaggio non può essere che la morte, che in questo caso però, è coraggiosamente sbeffeggiata in onore della vita stessa e in fine accettata consapevolmente.
THE LEISURE SEEKER (Italia/Usa, 2018, Drammatico). Regia di Paolo Virzì. Con Donald Sutherland, Helen Mirren. Indiana Production / Rai Cinema / Sony Pictures Classics.
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