Il documentario diretto da Evgeny Afineevsky racconta senza filtri e senza censure la violenza che si è abbattuta sull’Ucraina tra il 2013 e il 2014 a partire da quella che sembrava una normale protesta studentescaNoteVerticali.it_Euromaidan_01I documentari sono quasi sempre produzioni estremamente ancorate alla realtà che stanno descrivendo: la esaminano il più profondamente possibile, e trasportano lo spettatore completamente all’interno di essa, coinvolgendolo, incuriosendolo e rendendolo partecipe. Se questo è vero per la maggior parte delle produzioni, a nostro parere “Winter On Fire: Ukraine’s fight for freedom” riesce ad andare addirittura oltre tutto ciò.

Il documentario di Evgeny Afineevsky, girato in concomitanza delle rivolte di Kiev iniziate nel 2013 e continuate nel seguente 2014, porta colui che guarda in prima linea, racconta senza filtri e senza censure gli scontri, la violenza, ed addirittura la morte che si è abbattuta sull’Ucraina a partire da quella che sembrava una normale protesta studentesca. Le immagini vivide hanno un carico di realtà estremo e sono intervallate dalle interviste dei protagonisti di quei giorni, che raccontano nella loro melodiosa lingua originale cosa hanno vissuto. Chi inizia la visione senza sapere come si è svolta l’intera vicenda, conoscendone solo le conseguenze, ovvero lo scoppio di una guerra civile, resterà a bocca aperta davanti alle prime immagini: una piazza piena di persone, che chiedono in coro le dimissioni del presidente Yanukovich e la firma degli accordi per integrare il paese nell’Unione Europea.

NoteVerticali.it_Euromaidan_02Viene automatico chiedersi come la situazione sia potuta degenerare da quel punto ad una guerra civile; ma il regista, partecipando ai cortei e alle barricate, riprendendo tutto in prima persona, ci mostra come in brevissimo tempo, per la precisione 93 giorni, si passa dalle botte in manifestazione ai proiettili veri, e come il coraggio del popolo ucraino, disposto a continuare una vera e proprio rivoluzione nonostante i pesanti impedimenti del presidente e delle sue forze armate, sia riuscito a coinvolgere una grande moltitudine di persone, che arrivarono dai dintorni fino alla capitale per combattere. La rapida organizzazione dei ribelli arriva a coinvolgere infatti volontari medici ed infermieri per creare ospedali da campo, giovanissimi abituati a vivere in un paese indipendente che non accettano di non essere ascoltati dai “potenti”, vecchi rivoluzionari che cercano di istruire i più piccoli su come lottare e resistere alle più attrezzate e violente forze dei corpi speciali “Berkut“.

Le suggestive inquadrature di Piazza Maidan gremita e l’inno ucraino cantato all’unisono dai protestanti inchiodano allo schermo, provocando riflessioni profonde su quanto rapidamente possa trasformarsi il quotidiano vivere di una nazione apparentemente come tutte le altre, che non riesce a rinunciare alla lotta nemmeno (e soprattutto) una volta raggiunto il punto di non ritorno della morte; si può dire che il lieto fine sia stato ottenuto, con il raggiungimento del risultato richiesto dalla piazza, ma il prezzo da pagare e le conseguenze a venire sono state certamente tragiche ed estreme.

Winter on Fire: Ukraine’s fight for freedom (Ucraina/Usa/Regno Unito 2015, Documentario, 104′). Regia di . Produzione: Netflix, Afineevsky – Tolmor Production, Campbell Grobman Films, Passion Pictures.