NoteVerticali.it_StanleyKubrick_BarryLyndon_1Il 12 gennaio 2015, il capolavoro di Stanley Kubrick Barry Lyndon è entrato ufficialmente negli “anta”, tornando per l’occasione nei cinema in una settantina di sale in tutta Italia, in versione restaurata dalla Cineteca di Bologna in lingua originale con sottotitoli italiani.

Vincitore di quattro Oscar (tra cui quello alla costumista italiana Milena Canonero), il film racconta le gesta di un avventuriero e arrampicatore sociale irlandese del Settecento in un periodo di circa trentacinque anni. Tratto dal romanzo dello scrittore William Thackeray, inizialmente il film non ebbe un grande successo di pubblico, ma con il tempo i critici hanno finito per considerarlo uno dei migliori film del regista americano.

Prima di Barry Lyndon, Kubrick pensò di realizzare un altro film storico su Napoleone con protagonista Jack Nicholson, ma in seguito lasciò correre, dato l’insuccesso del film russo intitolato Waterloo. Il regista decise pertanto di adattare il libro di Thackeray, modificando però alcune parti del romanzo, poiché era lo stesso Lyndon (Ryan O’Neal) a raccontare in prima persona gli avvenimenti, mentre si trova detenuto nella prigione londinese di Fleet per debiti. Uno dei più grandi cambiamenti attuati da Kubrick riguarda il personaggio di Lord Bullington, il figlio primogenito di Lady Lyndon (Marisa Berenson) – moglie aristocratica di Barry- , da sempre in scontro violento con il patrigno, quasi inesistente nel libro, ma che nel lungometraggio assume un ruolo rilevante.

Lo scenografo Ken Adam (che per il film vinse un Oscar) afferma che Kubrick voleva realizzare una specie di documentario sul XVIII secolo. Perciò ci voleva un’accuratezza assoluta per quanto riguardava i luoghi, i costumi e gli accessori. Prima dell’inizio delle riprese Kubrick e i suoi collaboratori furono impegnati in un estenuante tour di sopralluoghi. La scelta ricadde infine su alcune location in Irlanda e in Inghilterra, colme di dimore storiche.

NoteVerticali.it_StanleyKubrick_BarryLyndon_2I favolosi costumi del film di Kubrick erano opera, come anticipato, dell’italiana Milena Canonero, che anche nel 2015 ha vinto l’Oscar per i migliori costumi con Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, e della danese Ulla-Britt Soderlund: entrambe trionfarono agli Academy Awards nel 1976. La Canonero, mandata in giro per l’Europa per acquistare le illustrazioni dell’epoca, era scontenta degli abiti che trovava nelle case di moda, fino a quando non decise con la Soderlund di realizzare tutto in proprio, comprese le parrucche (solo Lady Lyndon ne aveva tre). Un laboratorio di oltre quaranta persone, gestito dalla Soderlund, fu montato durante la pre-produzione a Londra, poi spostato in Irlanda e infine riportato in Inghilterra per la fine delle riprese. Fu un lavoro davvero duro, ma che fu ripagato meritatamente.

NoteVerticali.it_StanleyKubrick_BarryLyndon_4Il perfezionismo maniacale di Kubrick può essere notato anche rispetto all’immagine. Insieme al direttore della fotografia John Alcott – premiato anch’egli con l’Oscar e con cui aveva già lavorato per 2001 Odissea nello spazio e Arancia Meccanica – scelse di utilizzare solo la luce naturale dell’epoca, in altre parole quella delle candele. La folle ambizione dei due fu ricompensata grazie all’evoluzione tecnica in campo ottico nella fabbricazione della pellicola con nuove emulsioni ultrasensibili e nei procedimenti di sviluppo e stampa. Kubrick domandò direttamente a Ed DiGiulio, presidente della Cinema Products Corp., di modificare l’obiettivo della macchina da presa Zeiss. Nonostante i dubbi iniziali di DiGiulio, il quale pensava che fosse impossibile collegare alla sua BNC un obiettivo Zeiss 50mm, Kubrick insistette fino a ottenere una resa talmente elevata, per ottenere il risultato che è sotto gli occhi di tutti, e fare di Barry Lyndon uno dei suoi più grandi successi di sempre.

BARRY LYNDON – Il trailer