Infermiera domiciliare in un distretto minerario nella parte nord della Francia, affronta da sola la vita provando a trarre il massimo dal minimo di cui sono fatti i suoi giorni. Cresce da sola i figli, si occupa del vecchio padre malato ed è sempre in prima linea per aiutare pazienti e amici. Purtroppo però la crisi restituisce a Pauline (il nome della donna) un ambiente del tutto alla deriva, dove la speranza degli abitanti è ai minimi storici e terminare ogni giorno  risulta una missione. Le cose cambieranno quando la donna entrerà nel mirino di un dirigente di partito senza scrupoli, che la convincerà a candidarsi come sindaco della sua città.

A casa nostra, il nuovo film di Lucas Belaux è un atto di denuncia. Ambientato tra Lens e Lilla, la vicenda vorrebbe essere un monito contro il dilagare dell’ estrema destra. Un partito che somiglia molto al Front National guadagna consensi tra quelle persone che non sono riuscite negli anni a riqualificarsi professionalmente andando incontro a un destino fatto di dubbi. Persone che non vedono alcun futuro per le loro famiglie e sono in grado di cedere agli slogan populisti di un partito in fase di rinnovamento, ma con una base fatta da idee violente e pericolose. La parte più efficace del film risiede nella capacità di porsi domande. Come può una zona, storicamente proletaria riconvertirsi all’intolleranza seguendo un partito che era nato da idee razziste manifestate spesso con atteggiamenti violenti?  In un periodo storico dove le idee latitano, il regista crede che sia la seduzione l’unica arma da poter usare per attrarre a se gli elettori.

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Una seduzione fatta di convention patinate, di facili soluzioni e di candidati, come la protagonista, nelle vesti di marionette controllate a distanza. Un film verità, ben sceneggiato e recitato, che ha il solo difetto di essere a unico senso. Volutamente manicheo nella sua messa in scena, dichiara immediatamente la sua parte e sembra fare di tutto per portare una tesi, indipendentemente da come la si pensi, per realtà assoluta. Il regista forza alcune risposte allestendo una vicenda dove i chiaroscuri non sembrano esistere. A volte sarebbe meglio dedicarsi alla cura della malattia, quando considerata tale, non del sintomo.

Uscito a ridosso delle elezioni presidenziali, ha procurato le ovvie critiche da parte del Front National che ne ha denunciato la faziosità. Il più grande nemico di una qualsiasi delle nostre verità può essere il resto della nostra verità.

A CASA NOSTRA – Il trailer

A casa nostra (Francia 2017, Drammatico, 117). Regia di Lucas Belvaux, con Émilie Dequenne, André Dussollier, Guillaume Gouix, Catherine Jacob, Anne Marivin, Patrick Descamps, Charlotte Talpaert. Movies Inspired

Di Paolo Quaglia

Nasce a Milano qualche anno fa. Usa la scrittura come antidoto alla sua misantropia, con risultati alterni. Ama l’onestà intellettuale sopra ogni altra cosa, anche se non sempre riesce a praticarla.