Denis Villeneuve galvanizza il grande pubblico costruendo un immaginario epico: la maestosità della colonna sonora di Hans Zimmer, la cura dei costumi, del design, la
spettacolarità delle scenografie, il senso di gigantismo nella messa in scena contribuiscono a sottolineare la portata epica della narrazione, offrendo un’esperienza
audiovisiva notevole. Nella sua solennità, Dune si presenta come un colossal contemporaneo, connotato da una marcata impronta estetizzante, da un paesaggio sabbioso, minerale e arido, da uno stile patinato, a tratti opaco e inquietante; icastica la percezione della “spezia”, polvere luccicante e sostanza psichedelica, tema cardine, che genera una sensibile sapidità. La fotografia è magistralmente curata da Greig Fraser, che seleziona note cromatiche desaturate, spente, e studia inquadrature che privilegiano un ricercato contrasto tra primi piani e campi lunghi.

Imponente e monumentale la colonna sonora di Zimmer, i cui cori contribuiscono a donare epicità e dramma alla sceneggiatura. Il risultato, tuttavia, è un film criptico, che ha il sapore di una lunga introduzione allo sviluppo della storia di Herbert: un progetto visionario, un prologo che, se affascina per la suggestione, la bellezza dell’immagine, rischia di non convincere la massa; un primo capitolo che sembra essere più un primo tempo della storia, interessato più a dipingere che a narrare, un’opera che soffre per la mancanza di un arco narrativo concluso, ancorandosi troppo al sequel e che fatica a raggiungere una propria autonomia. “E’ solo l’inizio” – dice Chani Kynes alla fine del film. Elidendo la seconda parte del titolo della versione originale “Dune – Part One”, che autodichiara in maniera evidente la struttura dell’opera, l’edizione italiana genera un considerevole errore di comunicazione. Il ritmo disteso e riflessivo di Dune si allontana dai terreni consolidati a cui i blockbuster
degli ultimi anni hanno assuefatto il grande pubblico, offrendo un sapore nuovo, fresco, diverso.

Eppure proprio l’ambiguità dell’opera, tra cinema d’autore e produzione commerciale, alla ricerca del grande successo, con un cast che si avvale di star di un target adolescenziale, come Timothée Chalamet e Zendaya, potrebbe costituire lo scoglio più impervio da superare. Il pubblico abituato a ritmi meno impegnativi riuscirà ad apprezzare una ricerca più sofistica o si sentirà deluso rispetto alle aspettative e alla scarsa presenza di alcune star, come Zendaya, che si presentavano invece come co-protagonisti?

DUNE (Usa, 2021, Fantascienza, 155′) Regia di Denis Villeneuve. Con Timothée Chalamet, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Zendaya, Josh Brolin, Stellan Skarsgård. Warner Bros Italia. In salda dal 16 settembre 2021.

Di Stefano Di Zazzo

Si occupa di arte, architettura, cinema d'autore, teatro e ricerca.

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