Inserito a sorpresa nella shortlist dei candidati all’Oscar come miglior film straniero, questo film è avvolto da atmosfere sospese e mistiche
Karamakate era uno sciamano vissuto in Amazzonia nella prima metà del XX secolo, ultimo sopravvissuto della sua tribù. In due momenti diversi della sua vita, ha accompagnato due esploratori occidentali in cerca della stessa pianta sacra dai poteri curativi. Questo film racconta la sua storia e il legame particolare stretto con i due studiosi.
Una delle più grandi sorprese della shortlist di dicembre, questo film girato in un bianco e nero estremamente affascinante ed evocativo è probabilmente, tra le nove pellicole selezionate dall’Academy, la scelta più di nicchia e d’autore, e più lontana dalla concezione tipicamente hollywoodiana del cinema. Il colombiano Ciro Guerra, da sempre molto attento alle culture indigene del suo Paese e continente d’origine, prende spunto dai diari di due scienziati, il tedesco Theodor Koch-Grunberg e l’americano Richard Evans Schultes, che a distanza di decenni hanno avuto la possibilità di incontrare e avere come guida uno degli ultimi sciamani rimasti in vita, profondo conoscitore della foresta amazzonica.
Già dal trailer si preannunciano atmosfere sospese e mistiche, ritmi blandi e contemplativi. Insomma, un film non di facile fruizione ma sicuramente degno di nota e esteticamente impeccabile. Basterà per una nomination ad Hollywood? Difficile, ma potrebbe sempre esserci uno spazio per la “sorpresa” dell’anno.
EMBRACE OF THE SERPENT – Il trailer
EMBRACE OF THE SERPENT (Colombia/Argentina/Venezuela 2015, Drammatico, 120′). Regia di Ciro Guerra. Con Jan Bijvoet, Brionne Davis, Luigi Sciamanna, Nilbio Torres, Antonio Bolívar, Yauenkü Migue,
Nicolás Cancino.