Dopo “Cymbeline”, acclamato insuccesso a Venezia nel 2014, Michael Almereyda riprova a calcare il circuito dei grandi festival con la pellicola presentata alla Festa del Cinema di Roma.

NoteVerticali.it_Experimenter_MichaelAlmereyda_StanleyMilgramExperimenter‘ rende omaggio alla controversa figura di Stanley Milgram, uno dei più grandi psicologi contemporanei, il cui contributo agli studi sociali suscita ancora oggi discussioni tra gli addetti ai lavori. Psicologo all’università di Yale nei primi anni ’60, Milgram (Peter Sarsgaard), avvia una serie di esperimenti per studiare le dinamiche che spingono l’individuo all’obbedienza. Semplici gruppi di persone, denominati insegnati, vengono chiamati dallo sperimentatore a testare a loro volta un uomo presente in un’altra stanza (l’allievo), che loro possono sentire ma non vedere. Alle risposte sbagliate di quest’ultimo, viene ordinato loro di infliggergli attraverso un macchinario, una scossa di volt a mano a mano superiore. L’80% dei candidati, ignaro del fatto che le scosse non vengono realmente somministrate, arriva fino in fondo e nonostante le urla di dolore e le suppliche della vittima, preme il pulsante per la scarica da 450 volt.

Experimenter” si presenta sin da subito come un film stratificato che racchiude in sé una miriade di questioni, molte delle quali ruotano intorno al concetto di autorità. Dagli esperimenti messi in atto da Milgram a partire dalla visione di filmati del processo Eichmann, il funzionario tedesco tra i responsabili dell’Olocausto, viene fuori un verdetto spiazzante: nella realizzazione di azioni atroci ogni responsabilità viene scaricata in quanto imposta da un’autorità.

Il regista, in continuità con la sua vena sperimentale, sceglie di ripercorrere la storia di Milgram impiantando nel biopic una complessa costruzione metafilmica, pregna di elementi volti a rendere omaggio al cinema come mondo dell’illusione. E così dall’autorità politica-sociale si passa costantemente a quella filmica. Cosa spinge l’uomo a credere in cose inesistenti? Come avviene questo processo? Ciò che non si vede può essere facilmente ritenuto verità, come la finta radiocronaca dell’attacco alieno ad opera del giovane Orson Welles, che gettò nel panico gli ascoltatori americani e che viene non a caso citata in una scena del film. Il cinema, medium dell’illusione per eccellenza, insegna. Ed ecco dunque che ogni aspetto fittizio viene svelato. Per tutta la durata di “Experiment” lo psicologo fa da voce narrante, guidando l’attenzione dello spettatore rivolgendosi direttamente in macchina, come in una sorta di lezione frontale con tanto di retroproiezioni utilizzate come diapositive. Lo sperimentatore della storia, come il regista, non è altro che un burattinaio pronto a giocare con le sorti dell’insegnate/pubblico, ma a sua volta è un entità assoggettata alla volontà di un’autorità altrui. Questo e altri discorsi si innestano nel film arricchendone il contenuto drammatico che si manifesta sul piano visivo in una messa in scena sterile, veicolata dalle musiche di Bryan Senti.

Seguendo la struttura analitica del film, “Experimenter” merita una visione altrettanto attenta e ripetuta per il gran numero di discussioni a cui dà origine. L’esperimento di Michael Almereyda è senz’altro riuscito.

 EXPERIMENTER – Il trailer

 

EXPERIMENTER (Usa 2015, Drammatico/Biografico, 98′). Regia di Michael Almereyda. Con Peter Sarsgaard, Winona Ryder, Jim Gaffifgan, John Palladino, Edoardo Ballerini, Kellan, Lutz. BB Film Productions/FJ Productions/Intrinsic Value Films/Jeff Rice Films.