Le distanze si accorciano. L’Argentina sembra dietro l’angolo. La musica ti entra nelle orecchie e non ti esce più. Gli occhi seguono il movimento vorticoso dei ballerini fino a perdersi nel vuoto. L’effetto speciale sul palcoscenico del teatro Politeama si chiama Gauchos. Il pubblico di Catanzaro apprezza. Applaude. Vorrebbe che, dopo un’ora e mezzo di show, il sipario restasse alzato. Ma la magìa del malambo dura anche a sipario calato. Perché tornati a casa è difficile pensare ad altro. La musica, il ballo, i colori, la passione, le emozioni: i gauchos della compagnia di Aragon e Boaglio conquistano occhi, orecchie, cuore e anima. I piccoli inconvenienti tecnici legati soprattutto ai passaggi acustici quasi non si notano, tanta è l’allegria che si respira a teatro. A dimostrazione di come l’arte accorcia le distanze.
Versi, melodie e movimenti velocissimi raccontato la terra argentina in poco più di 90 minuti. La danza dei ballerini, stretti in un abbraccio caldo e suadente, trasmette eleganza e seduzione. Di più. Racconta una storia fatta di sguardi e gambe incrociate. Protagonista indiscusso dello spettacolo è il malambo, danza nata nel lontano XVII secolo per i famosi gauchos, i cowboys argentini. In scena anche tamburi, boleadoras, lunghe corde in grado di produrre suoni e giochi di intrecci.
La musica di due chitarristi e tre percussionisti accompagna, quasi per intero, lo spettacolo. Bella e brava Erica Boaglio, avvolta in splendidi abiti di scena, straordinario e coinvolgente Adrian Aragon mattatore della scena. Entrambi, insieme al resto della compagnia, protagonisti indiscussi di un viaggio virtuale nella calda terra argentina.
