Non capita spesso di assistere a film italiani che abbiano il coraggio di offrire agli spettatori un’idea di trama originale. Spesso, troppo spesso, si assiste a stereotipi narrativi già ampiamente collaudati, che viaggiano su binari consolidati e trascinano, a volte anche stancamente, verso finali iperprevedibili.
Giorgia Farina, che si avvale della collaborazione alla sceneggiatura di Federica Pontremoli, con ‘Ho ucciso Napoleone‘ offre una strada alternativa al già visto, con una black comedy che vede protagonista Micaela Ramazzotti, alle prese con un personaggio del tutto originale, Anita, manager presso la casa farmaceutica Fanelli. La donna ha atteggiamenti freddi e glaciali, votata ossessivamente al lavoro e quasi robotizzata nei movimenti. La trama ci fa scoprire la tresca con Paride, il direttore generale dell’azienda (un morbido Adriano Giannini), di cui Anita scopre di essere incinta proprio il giorno in cui viene nominata direttore commerciale. La notizia porta scompiglio nei rapporti con l’uomo, e all’indomani della nomina Anita riceve una strana lettera di licenziamento. Allontanata dall’azienda, cova la sua vendetta, con l’aiuto di Biagio (Libero De Rienzo), un timido collega avvocato che è segretamente innamorato di lei, e di alcune donne che incontra nel parco antistante la sede della Fanelli.
