Non capita spesso di assistere a film italiani che abbiano il coraggio di offrire agli spettatori un’idea di trama originale. Spesso, troppo spesso, si assiste a stereotipi narrativi già ampiamente collaudati, che viaggiano su binari consolidati e trascinano, a volte anche stancamente, verso finali iperprevedibili.
Giorgia Farina, che si avvale della collaborazione alla sceneggiatura di Federica Pontremoli, con ‘Ho ucciso Napoleone‘ offre una strada alternativa al già visto, con una black comedy che vede protagonista Micaela Ramazzotti, alle prese con un personaggio del tutto originale, Anita, manager presso la casa farmaceutica Fanelli. La donna ha atteggiamenti freddi e glaciali, votata ossessivamente al lavoro e quasi robotizzata nei movimenti. La trama ci fa scoprire la tresca con Paride, il direttore generale dell’azienda (un morbido Adriano Giannini), di cui Anita scopre di essere incinta proprio il giorno in cui viene nominata direttore commerciale. La notizia porta scompiglio nei rapporti con l’uomo, e all’indomani della nomina Anita riceve una strana lettera di licenziamento. Allontanata dall’azienda, cova la sua vendetta, con l’aiuto di Biagio (Libero De Rienzo), un timido collega avvocato che è segretamente innamorato di lei, e di alcune donne che incontra nel parco antistante la sede della Fanelli.
Il film evolve secondo una serie di colpi di scena che sovvertono la prevedibilità della trama, e tengono alta l’attenzione dello spettatore. La Ramazzotti è brava nell’allontanarsi dal clichè delle sue interpretazioni precedenti, e gettarsi a capofitto in un personaggio decisamente nuovo e originale. Ottima l’intesa con De Rienzo e Giannini, più con il primo per esigenze di trama, e per la compenetrazione di caratteri diversi che a poco a poco si scambiano le caratteristiche, acquisendo l’uno il cinismo dell’altra. Spumeggiante la presenza nel cast di caratteriste di rilievo come Elena Sofia Ricci e Iaia Forte, alle quali si accompagna Thony, qui alla sua seconda importante partecipazione dopo l’interpretazione da coprotagonista nel bel film di Paolo Virzì (marito della Ramazzotti) ‘Tutti i santi giorni‘. Nel complesso, un film interessante e inatteso, che rappresenta una conferma per la Farina (già apprezzata per “Amiche da morire“) e a cui si perdonerà qualche ingenuità nella trama e un eccesso di misandria (presente anche nel film precedente…). Brava la Ramazzotti, che in movenze insolite ricorda qualcosa addirittura di Franca Valeri, e va apprezzata per il provare a mettersi in gioco.
Il presente sito usa i cookie per migliorare la tua navigazione. Volendo, puoi disattivarli.AccettoScopri di più
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.