La Top Ten di Note Verticali con il meglio del Cinema per l’anno che finisce
THE EIGHTFUL EIGHT – Regia di Quentin Tarantino
Il 2016 inizia sotto i migliori auspici con l’atteso ritorno di Quentin Tarantino. Con il suo nuovo lungometraggio, annunciato come la quintessenza del film Western, Tarantino scompiglia le carte e rilancia ancora una volta la posta, presentando un dramma da camera, girato quasi interamente in un interno. Un film parlato, forte di due protagonisti in stato di grazia (Kurt Russell e Samuel L. Jackson) e una sceneggiatura che non lascia scampo, perfetta come una bomba a orologeria. Su tutto, l’aura della pellicola 70 millimetri, memoria di un altro cinema e di un altro tempo, per un film che ridefinisce il limite tra anti-moderno e contemporaneo.
LO CHIAMAVANO JEEG ROBOT – Regia di Gabriele Mainetti
Alla fine di Febbraio 2016, anche l’incredibile accade: grazie a Jeeg Robot, scopriamo che in Italia è ancora possibile produrre grande cinema. Impeccabile nella forma e (una volta tanto) non solo nel contenuto, quello di Gabriele Mainetti è un film concreto, diretto, senza compromessi. La fotografia di una Tor Bella Monaca violenta e desolata è affidata a tre personaggi, destinati a restare impressi nell’immaginario collettivo. Claudio Santamaria è Enzo, un ladruncolo in fuga dalla polizia che cade nel Tevere e si sveglia supereroe suo malgrado, carico di superpoteri che non sa neanche come gestire; Ilenia Pastorelli è Alessia, anima persa che scopre in lui il suo Jeeg Robot d’acciaio. E poi il supercattivo, lo Zingaro, che conferma Luca Marinelli come uno degli attori più promettenti del nostro cinema.
NON ESSERE CATTIVO – Regia di Claudio Caligari
Presentato nel 2015 alla Mostra del Cinema di Venezia, il terzo e ultimo film di Claudio Caligari (prodotto grazie all’impegno di Valerio Mastandrea) resta una delle pellicole più importanti anche per il 2016. Nel corso dell’anno si moltiplicano le retrospettive e gli omaggi a Caligari, cineasta indipendente e radicale, relegato una vita intera ai margini del cinema italiano. Caligari è scomparso poco dopo la fine del film, che del suo capolavoro Amore tossico (1983) ha lo stesso realismo crudo ma privo di distacco, capace di restituire l’anima di Ostia e dei suoi ragazzi perduti. Un’altra grande interpretazione di Luca Marinelli, per quello che ai Nastri d’Argento 2016 è premiato come il film dell’anno.
PERFETTI SCONOSCIUTI – Regia di Paolo Genovese
Chiude la triade dei migliori film italiani per il 2016 Perfetti sconosciuti: una commedia e una sceneggiatura impeccabile, autentica, credibile. L’assunto del film di Genovese è molto chiaro: “ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta”. Basterà lasciare gli smartphone sul tavolo perché saltino le coperture, trasformando un’allegra cena tra amici nella fine delle peggiori ipocrisie. Una prova eccellente per il cast al completo: Giuseppe Battiston, Valerio Mastandrea, Anna Foglietta, Edoardo Leo, Alba Rohrwacher, Marco Giallini e Kasia Smutniak.
IO, DANIEL BLAKE – Regia di Ken Loach
Palma d’oro al Festival di Cannes 2016, l’ultimo capolavoro di Ken Loach è forse il film più commovente dell’anno. Il regista britannico di Piovono pietre (1993), Terra e libertà (1995), Bread and roses (2000), In questo mondo libero (2007) aveva annunciato la fine della sua lunga carriera nel cinema di finzione. Eppure, per Daniel Blake, Ken Loach ha deciso di tornare sui suoi passi. Dopo una vita trascorsa a raccontare la classe operaia, gli orrori della politica Thatcher, le loro conseguenze nel tempo, per Loach era necessario un ultimo capitolo. Protagonista del film un falegname di Newcastle, costretto dopo un infarto a chiedere l’aiuto dello stato. Il sussidio tarda ad arrivare, mentre la burocrazia non prevede logica né umanità. La storia di Daniel Blake, della sua dignità, è il manifesto di un cinema contro gli indifferenti, che sa colpire al cuore e insieme interrogare le coscienze.
NERUDA – Regia di Pablo Larrain
“Neruda per noi cileni è ovunque: nell’aria, nell’acqua, negli alberi. Ha definito il nostro paese e il nostro linguaggio come nessun altro.” queste le parole di Pablo Larrain per presentare il suo Neruda, uno tra i film più insoliti dell’anno 2016. Niente di più lontano da un biopic che celebri il l poeta dell’amore e il suo mito: Neruda è piuttosto un film dedicato sul dissidente politico, fiero oppositore di Videla e la sua dittatura, tra le più sanguinarie nella storia del ‘900. Soprattutto è un film onirico, sospeso tra realtà e metafora, costruito non per restituire la verità e neanche la Storia, ma l’universo poetico di un uomo tanto complesso che resterà comunque un mistero. Protagonista un superbo Gael Garcia Bernal, Neruda è un film dalla struttura eterogenea: un road movie ma anche un noir, un thriller, in un certo senso perfino un western. Accolto tra grandi polemiche in Cile, è candidato agli Oscar e ai Golden Globes come miglior film straniero.
CAPTAIN FANTASTIC – Regia di Matt Ross
Premiato a Cannes per la miglior regia nella sezione Un certain regard, Captain Fantastic è anche il film vincitore all’undicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, dove incanta il pubblico e riceve il BNL People’s Choice Award. Viggo Mortensen offre una delle migliori interpretazioni della sua carriera come Captain Fantastic, ovvero Ben Cash, padre sui generis, che ha rifiutato le lusinghe del capitalismo e le menzogne del sistema. La sua è una scelta radicale: ha costruito per sé e i suoi 6 figli un mondo a parte, lontano dalla società e dal suo falso benessere, in una foresta a Nord-Ovest del Pacifico. In questo fragile microcosmo, irrompe la verità sulla morte di Leslie, sua moglie, la madre dei ragazzi. Il film di Matt Ross è un film corale, che parla della famiglia e della società contemporanea, ma anche dei recessi più bui dell’esistenza. Ricostruisce l’intera parabola: credere in un sogno, vederlo cadere in pezzi, difenderlo con ogni mezzo; poi trovarsi sconfitti, annientati dalla verità insopportabile che l’amore non basta. Infine, quando tutto sembra perso, ritrovare il dialogo e la strada verso casa. Spesso il cinema contemporaneo cerca di raccontare la famiglia. Pochi hanno la forza di un film come Captain Fantastic: così intenso e diverso, profondamente credibile, perfino quando tutto è fuori dall’ordinario.
ANIMALI NOTTURNI – Regia di Tom Ford
Fin dai titoli di testa, con la danza macabra di corpi nudi, opulenti, dal sorriso esasperato e mostruoso, Tom Ford ci introduce nel suo secondo lungometraggio: un sogno e un incubo che racconta l’America oggi. Stilista di fama mondiale, simbolo del lusso e dell’eleganza assoluta, Tom Ford sembra avvicinarsi al cinema solo per farne la storia. Così, dopo A single man (2009), ha scritto e diretto Animali notturni, Gran Premio della Giura al Festival di Venezia 2016. L’animale notturno è Susan (Amy Adams): gallerista newyorkese che guarda la sua vita cadere in pezzi, insonne, immobile e perfetta nei suoi abiti neri. Riceve dal suo ex marito un romanzo. il ragazzo che ha abbandonato perché mancava di ambizione, dopo vent’anni le spedisce quel capolavoro che credeva non avrebbe mai scritto. Ma è una storia di morte e violenza brutale, che si insinua nella vita di Amy come una realtà parallela. La sofisticata farsa dei party a Manhattan, e poi l’altra America, quella del Texas, del deserto e le autostrade sterminate, dove l’orrore accade in un attimo, nel silenzio più assoluto. Tom Ford costruisce un’opera magnetica, dalla struttura ellittica, che confonde i piani tra realtà e racconto, illustrando la violenza della civiltà dell’immagine.
E’ SOLO LA FINE DEL MONDO – Regia di Xavier Dolan
A Dicembre può dichiararsi chiuso un anno cinematografico particolarmente intenso con il nuovo film di Xavier Dolan: E’ solo la fine del mondo (Gran premio della Giura ancora al Festival di Cannes). Un altro film dedicato alla famiglia, stavolta nella sua variazione più dolorosa e nera. Dopo il successo di Mommy (2015) il regista franco-canadese ha firmato un altro capolavoro, confermando il suo speciale talento di trasformare i cliché del melodramma in storie penetranti, oscure e sottili. La fine del mondo è quella di Luis (Gaspard Ullilel), drammaturgo omosessuale, che non parla con la sua famiglia da 12 anni. In qualche modo, deve trovare il coraggio di tornare. Almeno un ultimo pranzo di famiglia, almeno per dire che sta morendo. Ritroverà così la madre (Nathalie Bayé) che in un cortocircuito isterico lo adora e lo odia, una sorella che ha lasciato bambina e in fondo non conosce (Lea Seydoux), una cognata che non ha ma visto ma immagina magnetica (Marion Cotillard) e quel fratello (Vincent Cassel) che ha troppa paura di affrontare. Da qui in poi Xavier Dolan fotografa il suo gruppo di famiglia in un interno, destinato irrimediabilmente a implodere, tra amore, odio e la più irrimediabile incomunicabilità.
Questi erano per noi i film più sorprendenti del 2016.
Appuntamento al 2017, un anno già carico di promesse, quantomeno in termini cinematografici. Tanto per cominciare, a Gennaio troveremo in sala i nuovi film di due mostri sacri, Martin Scorsese e Robert Zemeckis. Quindi, sarà la volta dei grandi ritorni: gli attesissimi sequel di Trainspotting, Blade Runner e della serie Twin Peaks di David Lynch.
Intanto, buon anno da Note Verticali.