Il film di Adam McKay stupisce pubblico e critica raccontando ciò che sconvolse il mercato Usa nel 2007. Nel cast una parata di stelle, da Christian Bale a Brad Pitt
Nonostante le acque del mercato immobiliare statunitense fossero più calme che mai, nel 2005, l’eccentrico Michael Burry, prevedendo quella che sarebbe stata etichettata come la crisi finanziaria del 2007, capendo di trarne vantaggiosi profitti, scommetterà contro l’andamento del mercato. Si presenta in numerose banche. Viene deriso e preso in giro. Alcuni credono sia semplicemente pazzo, altri invece che sia un ometto che si mette contro un mondo più grande di lui. Tutti accettano la sua scommessa, ma solo Burry conosce la verità dei fatti. Il film segue le tre storie di tre gruppi di investitori che scoprirono quelle che furono le basi della crisi finanziaria del 2007-2008, traendone grandi profitti. Con una regia che non tenta di nascondere il complesso linguaggio usato nel mondo del mercato, il regista Adam McKay (conosciuto esclusivamente per le sue commedie) si confronta per la prima volta con un prodotto diverso, molto più impegnativo, lontano dalle pellicole che spesso ci offre.
Servendosi di un cast stellare quanto azzeccato (tra cui spicca un Christian Bale in grandissima forma), McKay scommette su se stesso, sul pubblico, ma soprattutto sulla critica e la stampa. Con arguta intelligenza, il regista mette in scena un’opera direttamente tratta dal racconto di Michael Lewis con una regia movimentata, fatta di immagini precise e mai lasciate al caso, tesa a raccontare, ad un pubblico non certo abituato agli elaborati linguaggi del mercato statunitense, una parte della storia americana che non poteva mancare in lista d’attesa dei progetti. Il prima citato Christian Bale, Steve Carrell, Ryan Gosling e, ultimo ma non ultimo, Brad Pitt, prendono il pubblico e lo conducono verso le radici di questa grande crisi con ironia e leggerezza, senza mai cadere sulla banalità, a volte con dialoghi brillanti, altre volte arrivando addirittura a sfondare la quarta parete, dando quasi l’idea di una messinscena teatrale. La miscela funziona alla perfezione, e il regista, senza togliere nulla all’efficientissimo cast d’attori e ad una struttura solida e logorroica, vince pienamente la scommessa contro tutti, lasciandoci, dopo la visione, divertiti e con una conoscenza in più del panorama americano.
Un film sapiente, autoironico, che sorvola i canoni della classica commedia per concentrarsi più su qualcosa di diverso, forse di mai visto. McKay sembra trovarsi esattamente nei panni del giovane Burry, sfornando questa pellicola in un periodo in cui è difficile andare al cinema per vedersi un bel film. “La Grande Scommessa” fa riflettere, sia i suoi protagonisti, sia il suo pubblico, su come un problema enorme come una crisi possa essere già alle nostre spalle, possa essere già prevista da persone semplicemente curiose che non ignorano neanche per un momento le potenzialità di un sistema all’apparenza sicuro e che si crede indistruttibile. Persone non meschine, ma che semplicemente arrivano prima degli altri, prendendosene i giusti meriti. Un film che, dunque, sembra parlare anche di un’attualità così vera (e fragile, a tempo stesso) da farci svegliare nei confronti di qualcosa che non può essere così invincibile come tutti ci fanno credere. Tutto ha una spiegazione, nulla si crea dal nulla. Un McKay frenetico, assolutamente dinamico, che spiazza tutti, critici inclusi, con un film che, è il caso di dirlo, può essere un sano intrattenimento.
LA GRANDE SCOMMESSA – Il trailer
LA GRANDE SCOMMESSA (USA, 2015, Commedia, 130’). Regia di Adam McKay. Con Christian Bale, Steve Carell, Ryan Gosling, Brad Pitt, Melissa Leo, Marisa Tomei. Distribuzione Universal Pictures. In sala dal 7 gennaio 2016.