Note verticali.it_La sedia della felicita_BaitaSorrisi e lieto fine, per un film che è un piccolo gioiellino: “La sedia della felicità”, ultimo, purtroppo, lavoro di Carlo Mazzacurati, che dopo la bella accoglienza al Torino Film Festival (premio “Gran Torino”) esce nelle sale a poco più di tre mesi di distanza dalla prematura scomparsa del regista. Anche in questo caso, Mazzacurati non rinuncia alla storia affidata a due protagonisti insoliti e sfigati. Stavolta tocca a Bruna (Isabella Ragonese), estetista, e Dino (Valerio Mastandrea), tatuatore, entrambi alle prese con una vita che, per i debiti pressanti e gli affetti falliti, sarebbe meglio reinventarsi. Sullo sfondo, la provincia sonnacchiosa dell’operoso Nord Est italico, dove Mazzacurati torna dopo le interessanti esperienze del passato (ne citiamo solo due su tutte: “La lingua del santo” del 2000 e “La giusta distanza” del 2007). Jesolo è l’universo di questa storia, che vede la chiave di volta nella figura di Norma Pecche, madre di un famoso bandito a cui dà volto e voce una Katia Ricciarelli che torna attrice. La donna, prima di morire in carcere, confida a Bruna e al cappellano (Giuseppe Battiston) che il suo tesoro è nascosto all’interno di una delle sedie del suo salotto. Note verticali.it_La sedia della felicita_LocandinaFosse facile, perché le sedie sono state vendute all’asta e, ironia della sorte, sono state acquistate da diversi compratori. Parte perciò una vera e propria “caccia alla sedia” esilarante quanto improbabile, che porta Bruna (e Dino, che si offre di aiutarla), e con loro il prete, a imbattersi in personaggi stralunati e unici, a cui danno corpo e voce diversi attori, a comporre un cast notevole. Tra le presenze, alcune, come quelle di Antonio Albanese, Roberto Citran, Silvio Orlando e Fabrizio Bentivoglio, sono già note e familiari al mondo di Mazzacurati, mentre altre, come quelle di Milena Vukotic e Marco Marzocca, sono all’assoluto debutto con il regista padovano. Si sorride più volte nei 90 minuti del film, che consegna alla cinematografia di Mazzacurati il suo tassello forse più prezioso: certo, la scena della seduta spiritica e quella del cimitero sanno, con il senno di poi, di beffardo presagio, ma la pellicola è intrisa, nel suo insieme, di una ingenuità a dir poco gioiosa. Sono davvero lontani i tempi de “Il prete bello” o di “Vesna va veloce”, ma anche quelli noir de “La giusta distanza”: Mazzacurati, che nella sceneggiatura si affianca a Doriana Leondeff e Marco Pettenello, sembra voler ripercorrere i registri della commedia usati per “La passione”, con il ricorso a battute che suscitano più di una volta il sorriso. La coppia Ragonese-MastandreaNote verticali.it_Carlo Mazzacurati, riproposta a distanza di tempo da “Tutta la vita davanti” di Paolo Virzì, funziona come un meccanismo perfetto. La prova di Mastandrea è quella che convince appieno: il suo Dino è perfetto, è lui il vero protagonista, prima indolente, poi pienamente coinvolto nella caccia al tesoro che lo porterà ad avvicinarsi a Bruna in maniera inequivocabile. E’ vero, se Dino e Bruna incarnano caratteri positivi, ci sono invece personaggi poco raccomandabili, dal fornitore senza scrupoli (Natalino Balasso) al mago Kasimir (Raul Cremona), allo stesso prete interpretato da Battiston, catturato dal vizio del videopoker e per questo divenuto avido fino all’inverosimile. Ma nell’insieme, e nel contesto in cui operano, sono tutte figure che non fanno paura, per come si trovano inseriti in un’atmosfera dove si intuisce già che il finale sarà lieto. Sarà forse per il sorriso della Ragonese, che da un certo punto in poi sembra stamparlesi in viso in maniera costante, o per la magica fotografia di Luca Bigazzi, che rappresenta uno spot ad altissima resa per i paesaggi dolomitici. Il film, con il finale da favola moderna, restituisce positività allo spettatore, che esce dalla sala rinfrancato e sereno, nonostante la malinconia per l’assenza prematura di Carlo Mazzacurati, scomparso davvero troppo presto.

LA SEDIA DELLA FELICITA’ (Italia, 2014, commedia, 90′). 01 Distribution. Regia di Carlo Mazzacurati. Con Valerio Mastandrea, Isabella Ragonese, Giuseppe Battiston, Katia Ricciarelli, Antonio Albanese, Roberto Citran, Raul Cremona, Milena Vukotic, Silvio Orlando, Fabrizio Bentivoglio, Marco Marzocca, Natalino Balasso.