Un racconto umano sulla Grande Guerra, che racchiude le storie di giovani strappati alla loro quotidianità per combattere in nome della fedeltà al tricolore. E’ questo il tema de “L’albero storto. Una storia di Trincea”, spettacolo per la regia di Mirko Artuso visto al Roma Fringe Festival.
L’entusiasmo iniziale si trasforma ben presto in una sconfitta morale dei soldati. Quali sono i motivi della guerra? Nessuna spiegazione è davvero soddisfacente di fronte al terribile scenario della morte. Nelle vicinanze di una trincea austroungarica, si trova un albero storto, rimasto in piedi sull’altopiano del Carso devastato dalla guerra. In quelle lande desolate dove è la l’attesa a fare da padrona, che sia essa quella di un attacco o di una lettera da casa, si origina il legame di amicizia di due soldati di fanteria, Tonon e Romeo. Il loro destino è accomunato a quello del protagonista, un rigido capitano che scopre la sua vera natura proprio a contatto con quei ragazzi semplici, contadini strappati alla loro vita chiamati a combattere per la Patria.
I personaggi in scena sono rievocati da un unico corpo, quello dell’attore Beppe Casales, anche autore del testo, che li interpreta donando a ciascuno di essi un tratto umano che li differenzia sottilmente l’uno dall’altro. Proprio aggrappandosi a quell’umanità, i personaggi lottano per restare in superficie nonostante la forza devastante della guerra tenda a spazzarla via tra il sangue e il sudore dei solchi scavati nella terra. Come Romeo, che si aggrappa al desiderio di rivedere la sua amata Maria.
Ed ecco allora che l’elemento naturale dell’albero storto in piedi nonostante la desolazione circostante, si fa metafora della condizione stessa del soldato, piegato moralmente più che fisicamente, ma che si aggrappa all’ultimo restante brandello di vita, non tanto per scampare alla morte, ma per sopravvivere all’impulso disumanizzante della guerra, come quando Tonon rischia la vita per salvare quella del compagno Romeo.
Un racconto intenso confluisce in un bell’esempio di teatro narrativo che nella sua essenzialità riesce a evocare, grazie al cambiamenti di luci fluttuanti e all’accompagnamento musicale di Isaac de Martin, l’atmosfera sospesa della guerra.
L’ALBERO STORTO. UNA STORIA DI TRINCEA. Regia: Mirko Artuso. Uno spettacolo scritto da Beppe Casales. Con Beppe Casales e Isaac de Martin. Musiche e chitarra: Isaac de Martin. Collaborazione alla drammaturgia: Irene Lamponi. Foto e video: Valeria e Tiziana Tomasulo – Locandina di Klaudia Kost. Prodotto in collaborazione con il Coro Valcavasia – Compagnia Beppe Casales
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Angela Santomassimo
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