Premiato per la miglior regia all’ultimo festival del cinema di Venezia, arriva nelle nostre sale L’ufficiale e la spia, ultimo lavoro di Roman Polanski. Il film narra le vicende collegate all’affare Dreyfus, dove un ufficiale dell’esercito francese viene accusato ingiustamente di alto tradimento perché di origine ebrea. Siamo nel 1894 e dopo un processo farsa Dreyfus, innocente, è condannato all’esilio con disonore. J’accuse (questo il titolo originale) era un soggetto che girava da anni nella testa del regista de Il pianista. Il problema era trovare dei produttori che gli permettessero di girare in francese, oltre a questo la storia personale di Polanski chiamava grande cautela prima di decidere se tuffarsi nel progetto.

Sopravvissuto al rastrellamento del ghetto dove si trovava con i suoi genitori, Polanski ha sempre vissuto con traumi non indifferenti nella sua vita, come l’omicidio della moglie Sharon Tate ad opera della famiglia Manson. Il genio di un artista simile si scopre dalla prima scena, dove il distacco del narratore si evince al primo sguardo. Il film è anche la storia di un ufficiale, il colonello Picquard, che, resosi conto dell’innocenza di Dreyfus, farà tutto per portare alla luce questo errore che i suoi superiori e i politici vorrebbero insabbiare. Una ricostruzione storica straordinaria, un’opera formalmente deliziosa e soprattutto semplice da capire nonostante i sotto significati che un caso di accanimento simile porta con sé. Cinema classico, di respiro ampio con una fotografia perfetta dove ogni inquadratura ricorda un dipinto più che una semplice immagine.

Una storia di apparati statali ripiegati su se stessi e privi di qualsiasi onestà intellettuale dove si mescolano inettitudine e intolleranza ma anche incapacità ed egoismo nelle persone coinvolte. Attualizzare vicende simili è sempre poco rispettoso, meglio limitarsi a parlare di come il cinema di Polanski aggiunga un altro tassello a quella produzione che ha visto il regista variare per più generi usando sempre di più la chiarezza per raccontare. Una carriera fatta di variazioni improvvise: da Cul de Sac a Frantic, dalla Nona Porta al Pianista fino a quest’ultimo, la scelta dei soggetti da portare sullo schermo sembra corrispondere a un periodo della vita di Polanski. J’Accuse appassiona e dipinge un quadro storico, politico e sociale ma senza prendere eccessive posizioni, senza tifare e questo lo rende un film distaccato al punto giusto e al servizio della verità spuria di qualsiasi fazione.

L’UFFICIALE E LA SPIA (Usa 2019, Drammatico). Regia di Roman Polanski. Con Jean Dujardin, Louis Garrel, Emmanuelle Seigner, Grégory Gadebois, Hervé Pierre. 01 Distribution. In sala dal 21 novembre 2019. 

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