L’inferno di Dante e il mondo virtuale, cos’hanno in comune queste due entità tanto distanti tra loro eppure così stranamente simili nell’essere abitate da figure che esistono in gironi infernali progettati da una qualche legge superiore?
Uno spettacolo come “Nell’oceano il mondo” – visto al Roma Fringe Festival dove è in concorso – rende esplicita questa ambivalenza in relazione alla storia di Fausto, un adolescente italiano alle prese con la realtà americana, fautrice di una cultura che si sposa con l’idea di fondo del World Wide Web, in cui ogni cosa acquista senso solo se è in grado di mostrarsi nel migliore dei modi. E così Fausto parte dalla Patria del Sommo Poeta per approdare nella terra degli Hamburger, dove tutti lo accolgono con un “big smile” stampato sulla faccia. Da nonna Bette che lo ingozza di quantità industriali di cibo da fast food, a Jeremy, suo fratello adottivo e futura star del baseball, a April, reginetta del ballo, per la quale Fausto ha una cotta. Tra le mura della sua nuova stanza, ogni sera Fausto si connette con il mondo per non sentirsi mai solo grazie a simpatici amici virtuali. Nella high school, molti pensano che il ragazzo sia un po’ strano per quel suo modo di declamare i versi danteschi in ogni occasione, eppure c’è chi lo sprona a diventare un insegnante per fare della sua passione il suo mestiere. E così, vinto dal sogno americano, Fausto non torna a ballare la tarantella, ma resta in quella nuova casa, dove ben presto si scopre solo nella virtualità del mondo dei social network.
“Nell’oceano il mondo” sa dialogare con lo spettatore in maniera diretta, portandolo a farsi interlocutore d’eccezione di un unico personaggio presente sul palco. Attraverso la storia di Fausto, interpretato da Enoch Marrella, vengono rese esplicite tutte le ossessioni e il senso di disorientamento delle nuove (ma non solo) generazioni – del resto,anche Nonna Bette ha una pagina Facebook – a contatto con l’universo contraddittorio del web. In più, la scelta di un unico interprete a mimare tutto l’insieme dei personaggi in cui il protagonista si imbatte, diventa un buon modo per rendere esplicita proprio l’dea di smarrimento dominante nella caleidoscopica realtà del web. Il testo, scritto a quattro mani dallo stesso Marrella con Andrea Ciommiento, studiatamente inframmezzato da semplici intermezzi musicali, riesce a coinvolgere anche tirando esplicitamente in causa lo spettatore per fargli sentire la sua presenza quasi come fosse chiamato in causa in una discussione sulla rete.
NELL’OCEANO IL MONDO – Regia e drammaturgia: Andrea Ciommiento. Con Enoch Marrella. Compagnia Interazione Scenica.