Noteverticali.it_Noel Gallagher_Fabrique_MilanoLa prima data italiana di Noel Gallagher era attesa spasmodicamente da tutti i fan degli Oasis. Non solo perché la scaletta promette molti dei pezzi che hanno reso celebre la band di Manchester ma anche perché Noel sembra essere sempre una garanzia grazie a testi intensi e arrangiamenti giusti. Il live è aperto dal gruppo polacco dei Black Rivers che però non convincono il pubblico. Alle 21 in punto, finalmente l’attesa finisce e dopo Shoot an hole into the sun, brano introduttivo, il concerto si apre subito con Do the damage, brano del secondo album Chasing Yesterday uscito in Italia il 2 marzo. Il pubblico è in delirio da subito e l’atmosfera è resa ancora più speciale dalla presenza dei molti inglesi giunti a Milano solo per The Chief. Musicalmente Noel è una forza della natura, e ce lo conferma con il secondo brano in scaletta, Stranded on the wrong beach, tratto dal suo primo disco solista, e cantato a gran voce da tutto il parterre del Fabrique. Unica nota stonata è forse la batteria, che spesso copre la voce non propriamente in forma di Noel, il quale, proprio dopo il concerto, ha rilasciato una nota sul suo sito ufficiale ringraziando il pubblico italiano e scusandosi per le sue condizioni di salute, visto che era stato giorni fa colpito dall’influenza. Il terzo brano in scaletta è Everybody is on the run anch’esso tratto dal primo album solista. E’ un brano potente che trascina il pubblico e lo prepara al delirio che esploderà nel quarto brano in scaletta, Fade away, che come tutti i brani degli Oasis, soffre l’assenza del fratello Liam. Nonostante ciò, Noel riesce comunque a cavarsela regalando una versione del brano più lenta e introspettiva che commuove i fan e lascia indifferenti i tanti nuovi adepti presenti al concerto di Milano. Molto infatti colpisce il fatto che Noel abbia raccolto, oltre ai nostalgici fan degli Oasis, un seguito nuovo composto da ragazzi e ragazze molto più giovani che di fatto non conoscono tutti i brani che hanno reso celebri i Gallagher.

NoteVerticali.it_Noel_Gallagher_live_Milano_120315_aQuesto è indubbiamente un lato positivo ma ci lascia altresì interdetti, in quanto le vere canzoni storiche sono quelle che The Chief ha condiviso con il fratello Liam. La scaletta in ogni modo prosegue rapidamente con il primo singolo del nuovo album, Heat of the moment, brano che rende molto più in versione live nonostante Noel abbia volutamente scelto di eliminare i cori presenti all’interno della canzone, svuotandola a nostro avviso un bel po’. Tocca ora a Lock all the doors, potente brano rock con sonorità alla Be here now e che quindi ci riporta alla mente i fasti degli anni Novanta. Il brano live è una vera potenza, ed è ballato e cantato a squarciagola da tutti. Spazio a toni più tranquilli con Riverman, prima traccia dell’album Chasing Yesterday, canzone dalle sonorità Oasis che ci riporta alla mente le più celebri Carry us all o addirittura Sonnet dei The Verve. Nonostante la sua strumentazione minimal, il brano è coinvolgente e rende molto meglio in versione live, e non è l’unico tra i brani della seconda fatica di Noel. L’ottavo brano in scaletta è The death of you and me, primo singolo estratto dal primo album di debutto uscito ormai più di due anni fa. Si tratta di un pezzo avvincente e forte in cui abbiamo modo di ammirare sul palco un trio di trombettisti. Questo è un aspetto insolito perché la tromba non è propriamente uno strumento rock e quindi non possiamo far altro che apprezzare la versatilità di Mr Gallagher.

Noteverticali.it_Noel Gallagher_Fabrique_Milano_2Il pezzo successivo è You know we can’t go back: anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una canzone che mette d’accordo quasi tutti perché le sonorità ci riportano indietro nel tempo, come fosse un viaggio in ciò che è stato e non c’è più. Non è difficile immaginare la voce di Liam in questa canzone, sembra quasi scritta per lui. Il pubblico è ormai in delirio e Noel dà tutto se stesso per ricambiare quell’affetto parlando spesso con le persone presenti nelle prime file, tra cui l’invidiatissimo Vincenzo che ha addirittura guadagnato una dedica per il suo compleanno. E’ a questo punto che la scaletta regala una vera e propria perla: è il momento di Champagne Supernova. C’è chi piange e chi ricorda con nostalgia quando a cantare il brano c’era Liam. L’emozione c’è stata ma lucidamente non si può fare a meno di ammettere che questo è forse il brano che maggiormente soffre l’assenza dell’altro Gallagher. Noel ne mortifica l’arrangiamento e ne banalizza l’assolo di chitarra. Questo è forse il più grande rammarico.

NoteVerticali.it_Noel_Gallagher_live_Milano_120315_cLa scaletta procede piuttosto velocemente con Ballad of the mighty I secondo singolo estratto dal secondo album che si avvale della collaborazione alla chitarra di Johnny Marr, chitarrista degli Smiths. Il pezzo è trascinante e molto ritmato. L’unico neo è come al solito un gruppo di musicisti non propriamente all’altezza dell’evento, che continuano in alcuni punti a coprire la voce di Noel. Lo strumento peggiore è il piano che va spesso completamente fuori tempo rovinando un momento di grande musica. Il brano seguente è Dream on anche esso privato dei cori che però vengono sostenuti bene dal pubblico del Fabrique che canta tutte le canzoni, anche le più recenti. Tocca poi a uno dei brani più belli del secondo album, The dying of the light pezzo introspettivo, dalla musicalità delicata ma squisitamente anni Novanta come molti dei brani dell’album. E’ accompagnato tra l’altro da un testo davvero bello, ai livelli dei migliori pezzi degli Oasis. The mexican quattordicesimo brano in scaletta, invece, non convince nemmeno in versione live, forse a causa delle sonorità che sembrano essere fin troppo americane e lontane quindi dal modus operandi di Noel. Il disappunto è della maggior parte del pubblico che durante l’esecuzione del pezzo ne approfitta per andare al bar a bere una birra. Il pezzo purtroppo non trascina.

NoteVerticali.it_Noel_Gallagher_live_Milano_120315_bPossiamo affermare il contrario invece per Broken arrow, uno dei brani più apprezzati e amati del primo album solista. Il pubblico canta accompagnando la voce di Noel per tutta la durata del pezzo, ma è con la canzone successiva che si scatena il delirio. Si tratta di Digsy’s dinner che fortunatamente Noel sceglie di lasciare in versione rock. Nonostante l’abbia resa egregiamente, a costo di esser ripetitivi dobbiamo affermare che anche in questo caso manca la voce di Liam, quel misto di strafottenza e graffio che rendeva il pezzo unico. Il pubblico si scatena, salta, balla ed è uno dei momenti più divertenti del concerto. I toni si placano con la bellissima If I had a gun, brano tra i più intensi del primo album di Noel. Una canzone d’amore dal testo profondo. Il brano è uno dei più apprezzati e cantati. A questo punto Noel congeda il pubblico ma chi è stato ad un concerto degli Oasis sa che ci sono ancora altri tre brani e che Noel prende una piccola pausa per aumentare la suspance. Il terz’ultimo brano è Don’t look back in anger e non ci sono parole per descrivere l’emozione che si prova nel momento in cui Noel lascia cantare il ritornello al pubblico. Il palco si illumina di una luce blu e l’atmosfera è davvero bellissima. La commozione tra i vecchi fan degli Oasis è tanta e si sente nell’aria, c’è una sorta di tacito rispetto nei confronti di una canzone che ha significato tanto per molti. E’ il momento di Aka what a life penultimo brano in scaletta. E’ un momento perfetto che però paga l’emozione provata per il brano precedente che si acuisce ancora di più nella scoperta di sentire come ultimo brano The masterplan. E’ questo forse il momento più bello del concerto, quello in cui passano davanti ai tuoi occhi tutti i momenti vissuti ai concerti degli Oasis. La versione live del brano è ovviamente bellissima, commovente e non c’era nessuno che non fosse intento a cantare in quel momento. Nonostante le critiche mosse da molti al disco, il concerto è stato davvero emozionante ed è sempre un piacere vedere Noel dal vivo. Ovviamente la speranza di tutti è di rivederlo dividere il palco con suo fratello Liam che proprio poco prima del concerto di Parigi ha postato su Twitter una foto con il pass del concerto del suo fratello maggiore. Dal più vecchio dei Gallagher per ora nessun commento, ma noi attendiamo speranzosi.

Noteverticali.it_Noel Gallagher_Fabrique_Milano_3E’ bello rivedersi, come cavolo è successo che sia passato tanto tempo?” ha detto Noel dal palco. Ce lo siamo chiesti in molti e Noel ci ha tacitamente accontentati con altre tre date italiane: Milano 6 luglio, Piazzola sul Brenta 8 luglio e Rock in Roma 9 luglio. Si tratta di tre grandi occasioni per assistere ad un concerto che è indubbiamente lontano dai fasti degli Oasis, ma che vale comunque la pena vedere.

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